"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

30 Dicembre 2018. Phuket

Sprezzanti del pericolo Mototopo e Autogatto sfrecciano per le vie di Patong. Iniziamo col proposito di fare un po’ di Km per raggiungere uno dei promontori più alti in cui si trova un grande Buddha rivestito completamente di tasselli di marmo bianco. Si va.
Quello spericolato di  marito che ho utilizza lo scooter come un matto. Spesso penso che non si ricordi che NON sono lo zainetto ma che ho degli apicini, detti piedi, che sporgono dal motorino e che, visto che si infila come un ratto tra i veicoli, tra bus e marciapiedi, superando a destra e a manca tutto e tutti, potrei perderne uno o anche tutt'e due  e sicuramente non per una impegnativa impresa sportiva; chissà se rifarò la pedicure. Ma si, alla fine mi diverto come una matta. Arriviamo dopo circa 20 km al Big Buddha. Straordinario. L'esterno è concluso e sfavillante ma l'interno del tempio è in fase di costruzione, una specie di Sagrada Familia ma non così magnificente.Tante persone gravitano qui attorno, turisti, monaci, ambulanti con le loro mercanzie, affascinante. La visuale panoramica è estesissima.
Entriamo nel tempio e assistiamo alla benedizione che i monaci impartiscono a chi desidera averla, credenti o no.
Vediamo che il monaco, dopo la benedizione, usa legare al polso del pio (non il pulcino!) devoto, nel nostro caso aimè miscredenti, un braccialetto di fili di cotone, come quelli che piacciono a noi due (infatti ne abbiamo diversi al polso). In questo caso è colorato e guarda caso i colori sono anche i miei preferiti: arancio, giallo, verde e un pochino di bianco (in un altro tempio in cui abbiamo assistito alla stessa funzione ma il braccialetto era totalmente bianco, il colore della purezza). E secondo voi ce ne priviamo? Giammai. Ci facciamo benedire e ci legano al polso gli agognati braccialetti. A prescindere dall'aspetto poco serio da parte nostra, perché Gigi è abbastanza ateo, io abbastanza eretica, questi approcci non li facciamo con totale ilarità; diciamo che non siamo coinvolti a livello spirituale ma ci piace e rispettiamo questo aspetto mistico, pacifico che mostrano i monaci e il buddismo. La tolleranza e la palese capacità di accoglienza rivolta a ogni essere vivente e sottolineo ogni essere vivente (mi tornano in mente le riflessioni di San Francesco) che ha questa religione ci affascina e non poco. È bellissimo vedere le rappresentazioni di un Dio sempre sereno, privo di angoscia, e i suoi adepti così accoglienti, tolleranti; raggiungere la pace interiore con la capacità della nostra mente è quanto di più auspicabile si possa desiderare ma la cosa più grande si possa dare e ricevere è ciò di cui tutti ma proprio TUTTI abbiamo bisogno: un sorriso. No, tranquilli, non ci stiamo convertendo ma abbiamo fatto tante riflessioni in merito, di cui magari discuterne davanti a un bicchiere di vino (sempre benedetto, frutto della terra e del lavoro dell'uomo..altro che l'invenzione della ruota!) al nostro rientro.
Andiamo via e l'intenzione di proseguire verso Nord ci viene dissuasa dalla pioggerella che inizia a scendere. Il cielo è un po’ troppo nuvoloso e quindi decidiamo di riprendere la via di rientro. Ci fermiamo a mangiare in un punto altrettanto panoramico, fantastico.
Continuiamo a rientrare e, vedendo un mercato alimentare stragrande, con banchi pieni di ogni bontà, ci fermiamo a comprare frutta: mango, papaya, litchi, dragon fruit, passion fruit ma non possiamo portare in albergo il durian perché, essendo un frutto puzzolente, non è consentito. Guardandoci intorno cosa vediamo??? Una insegna con la bandiera dei QUATTRO MORI: "Ristorante da Mario, un sardo in Thailandia". Ci lanciamo alla ricerca di Mario. Locale molto carino, uomo sardo doc all'ingresso: alto, occhi chiari, biondo, lineamenti delicati; ecco adesso prendete tutto e rovesciatelo: Mario! Ma non si chiama Mario ma Sandro (??) ed è di Bosa. Non essendo dei curiosoni indiscreti, non gli chiediamo i particolari della sua scelta, ci interessava conoscere il sardo in Thailand. Un saluto cordiale, persona molto accogliente, felice di sentire il nostro " leggerissimo" accento. Ciao a Sandro/ Mario e via verso "casa". To, il sole. Ok, Karon Beach ci accoglie. Bagnetto e dormitina in spiaggia. Restiamo qui fino al tramonto, un giorno in più trascorso tra le ali della beatitudine con la persona migliore del mondo al mio fianco.
La sera ci vedrà a gironzolare e assaggiare le prelibatezze ( ovviamente per noi, nn credo che a tutti possano piacere certe cose, de gustibus..) di tutti i tipi e specie in un mercato a cielo aperto antistante l’Hard Rock Cafe’ (per chi capitasse qui, suggeritissimo). Domani iniziamo il countdown di fine anno in anticipo di 6 ore rispetto ai nostri connazionali. Buonanotte mondo.

29 Dicembre 2018. Phuket

Qui iniziano i preparativi e relativo “count down” di capodanno, c’è fermento.
Lo noti in tutte quelle attività che dovranno fare profitto: allestimenti, palchi, maxi schermo e via discorrendo.
Per non farci travolgere dagli eventi e per andare a scoprire altri lidi (il mare di Patong non ci è piaciuto) affittiamo un motorino; consapevoli che dovremmo fare slalom e passaggi acrobatici tra le macchine in questo traffico pazzesco.
Abbastanza amareggiati per l'esperienza balneare del giorno precedente, decidiamo, mappe alla mano, di andare a vedere le spiagge a sud di Patong.
Infiliamo il casco e via. Ci districhiamo abbastanza bene nel traffico mattutino che non è di grossa entità e, percorsi quattro chilometri, siamo a Karon Beach. Ci dobbiamo subito ricredere, il mare della Thailandia non è quello di Patong. Qui l'acqua é limpida, la spiaggia lunghissima, pulita e la sabbia finissima, direi impalpabile. Gli spazi tra bagnanti sono abondanti, insomma rispetto Patong è un'altra cosa. Facciamo una lunga passeggiata nella battigia, l'acqua è calda e invitante, il sole comincia a farsi sentire è caldo.
Riprendiamo possesso dello scooter, abbiamo una scaletta da rispettare, altri tre chilometri circa e siamo a Kata Yai Beach.
Un'altra spiaggia meravigliosa, acqua come sopra. Ci ricorda il nostro mare, mare di Sardegna.
Qalche chilometro ancora è siamo a Kta Noi Beach.
Questa spiaggia è un po’ più piccola rispetto alle precedenti, si accede per una scalinata in cemento, la vediamo e ci conquista, ha degli scogli granitici che la ricchiudono come in uno scrigno. Il sole scotta, uno sguardo d'intesa e i nostri teli sono stesi nella sabbia finissima e in men che non si dica siamo in acqua. L'acqua ci attrae e i bagni si susseguono. Si sono fatte quasi le due. Decidiamo di proseguire la nostra esplorazione diretti a un punto panoramico. Inforcato il ronzino a due ruote ci dirigiamo verso il punto preffissato. Lo stomaco lancia un brontolio, vediamo un ristorante con un bel terrazzato panoramico e decidiamo di mettere qualcosa sotto i denti. Un'occhiata veloce al menù e scopriamo che tra tutti i piatti autoctoni c'è pure una pagina dedicata alle pizza; curiosità, tentazione, nostalgia, boooo! decidiamo di prendere la pizza. Ci spazientiamo perché dopo 30 minuti la pizza non arriva ancora; ci dicono che la pizza ha bisogno di una cottura lenta hahahaha, facciamo finta di crederci. Dopo 45 minuti arriva la “pizza”, vi lascio liberi di interpretare la pizza come meglio credete ma di pizza aveva solo la forma, rotonda.
Proseguendo, raggiungiamo il punto panoramico, veramente spettacolare. Vediamo le tre spiagge visitate precedentemente e la loro conformazione in una veduta aerea, meritava il sacrificio della “pizza”.
Rientriamo; strada facendo decidiamo di fermarci nuovamente a Karon, stendiamo i nostri teli e ci tratteniamo sino al tramonto e a quel punto che avviene lo spettacolo della natura, un tramonto che colora di rosso il cielo, regalandoci dieci minuti di estasi.
Prendiamo la strada di ritorno, traffico sempre, anzi di più. Qui iniziano gli slalom veri e propri, sfiora di qua, sfiora di la, arriviamo in hotel incolumi. Notte tra Bangla Road e spiaggia affollatissima, gente, gente, gente...a domani per un'altra giornata in scooter.

28 Dicembre 2018. Phuket

Ci si sveglia in questo nuovo luogo da scoprire. Patong sta nella parte occidentale rispetto a Phuket city ed e’ molto mondana. Qui le mattine carburano tardi. I negozietti sono aperti da presto ma molte attività aprono i battenti alle 11:00, si avete capito bene.
E’ sorniona tanto quanto la “nostra” Barcellona, dove si fa sempre l'alba e ci si alza tardissimo la mattina. Decidiamo di gironzolare a piedi per le strade vicine e poi di dedicarci alla spiaggia, la famosa Patong Beach, di fronte all'atrettanto famosa Bangla Road.


Bangla Road è la sorella della Khao San Road di Bangkok e le Ramblas di Barcellona (all'ennesima potenza) “qui si va tra la perduta gente”. Un insieme di locali, discoteche, case chiuse APERTE!, massaggi thai (ahi ahia ahi), pub, ragazze cubo, ragazze palo, nel senso che sarebbero delle Lap Dancers ma le loro espressioni facciali così come le loro movenze sono sexi e sensuali come un palo; la loro convinzione è pari alla mia quando mia madre mi obbligava ad andare in chiesa la domenica mattina...senza scherzi, poverette. Abbiamo fatto un breve  filmato per rendere più credibile quanto appena scritto. E’ vero che è tutto molto coreografico, caratteristico e a tratti molto divertente e davvero leggero ma queste ragazze ci fanno davvero tristezza. Ma torniamo a noi, Devo dire che dalle letture terroristiche sul web pensavo di ritrovarmi “in una selva oscura, che la diritta via era smarrita”, perché si dice che Patong e’ luogo di perdizione, prostituzione, sesso, omossessuali e trans che vengono qui a cercare “svago”, insomma una Kho Samui quintuplicata, invece non è assolutamente così. Certo, ci sono le “signorine a cielo aperto” che però, a differenza di Kho Samui, se ti vedono in coppia hanno la discrezione di non chiedere niente e ti fanno passare indenne; ci sono proposte di giochi a sfondo sessuale come se ti offrissero un drink; ci sono i vecchi rimbambiti squallidoni e viscidoni che cercano e trovano la loro compagna di vita (la badante), però è tutto più “spalmato”, tutto più vivibile. Quindi non è vero che questi aspetti appena citati sono così opprimenti, fortemente e fastidiosamente presenti e pesanti, qui si sta benissimo. Troviamo infatti tantissime coppie, giovani, meno giovani, dall'aspetto apparentemente normale (dico apparentemente perché la mano sul fuoco non la metto); famiglie con bambini piccoli, adolescenti, insomma tanta gente con voglia di vacanza.
Altra cosa allucinante invece e’ il traffico. Moltissimo, soprattutto scooter e fuoristrada, a mala pena si riesce ad attraversare la strada. Gente, gente e gente un mix tra festività sarde come Santa Arega, Sant’Efis, le prime fermate del poetto ad agosto, ma molto ma molto peggio.
Ma parliamo di mare. Come ho detto nella parte introduttiva siamo poi andati in “””spiaggia””’. Spiaggia? Grande, molto estesa, con un brulicare infinito di gente. Parti di essa riservate alle attività ludiche: moto d'acqua, bananone, ciambellone, paracadute trainato da motoscafi. A proposito di questa attività dovreste vedere gli accompagnatori. Appesi tra i fili del paracadute, senza alcun sistema di sicurezza, degli acrobati pazzeschi, tanto che sono loro il vero spettacolo; per meno di 5 minuti di giro chiedono “solo” 1500 Bhat (più o meno 45 euro).
Finisco con l'acqua, l'oceano. Na schifezza totale. Per i più sensibili di cuore sconsiglio vivamente di bagnarsi tanto è terrificante. Verde stagno. Ti senti afferrare le caviglie e i piedi, che sono spariti dentro l'acqua, si poggiano su qualcosa di strano, tipo una passeggiata nel cimitero dei morti viventi durante una notte senza luna. Le buste ti sfiorano e sembrano mani che ti avvolgono per condurti nell'aldilà...porca la Maremma maiala, schifezza. Entrare lì e uscirne indenni senza infezioni o funghi da sottobosco autunnale, è una vera fortuna. Un bagno nel Gange è più salutare.
Vabbè si fa sera, doccia con lysoform, poi si va a mangiare in un locale particolare recensito benissimo il Naughty Nuri's: perfetto. Staff professionale, attento, veloce. Location veramente molto bella, non lusso ma ordine e pulizia. Pietanze favolose. Avevamo nostalgia di carne e ci siamo fatti un piatto da birreria, le ribs marinate con spezie gustosissime e contorno di altre cosucce. Un duo di musiciste, bravissime, allieta la serata; quando passando tra i tavoli e scambiando due chiacchere con noi, nel nostro inglese maccheronico, (a tal proposito,non preoccupatevi di saper parlare inglese o altre lingue perché qui sono peggio di quanto possiate immaginare) scoprono che siamo italiani e ci dedicano una canzone, indovinate cosa? Volare? sbagliato. Azzurro? No. O Sole mio? macché :“Sei nell'anima” di Gianna Nannini 😳.
Concludiamo con grande allegria e  nonostante il mio esordio “ e no Gigi, oggi io non bevo birra, ne sto bevendo troppa!" finiamo con due litri di birra più mojito. Buonanotte

27 Dicembre 2018. Koh Jum - Phuket

Stamane all'alba abbiamo salutato Koh Jum alla volta della nuova destinazione,
un trasferimento che ci ha messo alla prova. Abbiamo cambiato 6 mezzi per arrivare alla nuova meta.
Lasciato il resort di Koh Jum alle 07:30 per arrivare a Patong (Phuket) alle 14:10. "solo" sei ore e mezzo di viaggio.
Siamo partiti con un "taxi" ape car attrezzata al trasporto passeggeri, di seguito una barca "Longtail", poi ancora "Bus" del trasporto pubblico (sorta di furgoncino cassonato) e al quarto di questi siamo arrivati a destinazione.
In una giornata siamo passati dalla sorniona Koh Jum alla caotica e trasgressiva Patong.
Poggiati i bagagli in hotel siamo usciti a toccare con mano quello che avevamo visto dal bus, una bolgia, gente in ogni dove.
Giusto una camminata di 500 metri e siamo in spiaggia, più che spiaggia direi carnaio.
Gente in spiaggia, in mare e persino in cielo, con i paracadute trainati da motoscafo.
Lo shock non è di poco conto, passati dal paradiso all'inferno.
Siamo provati, rientriamo in camera e ci prepariamo per cena.
Mammmma, le strade, tra mille ristoranti, bancarelle, negozi, traffico e gente sono una bolgia, non si riesce quasi a procedere.
Per oggi è troppo, ceniamo e torniamo in camera, siamo stanchi. Forse è meglio scrivere.

26 Dicembre 2018. koh Jum

Oggi 26 dicembre abbiamo noleggiato uno scooter per perlustrare l'isola di Koh Jum. Nei suoi 20 km di lunghezza racchiude spiagge, villaggi, resort meravigliosi di lusso e molto meno, spesso gestiti dai cinesi.
Un'isola per sognatori, a misura d'uomo, dove le spiagge nonostante i turisti, sembrano deserte e tutte tue; dove ti godi il tramontare del sole ogni sera. Insomma un'isola per chi si vuol godere la vacanza ma soprattutto il “mare” in tutta tranquillità. Nel girovagare abbiamo avuto il privilegio di vedere i raccoglitori di caucciù all'opera. Gli alberi da cui si ricava vengono coltivati in gran quantità. Vengono in parte scorticati e da questa “ferita”  fuoriesce un liquido bianco latte, il caucciù appunto. Esso viene raccolto in contenitori ricavati da mezzo guscio di cocco appeso ad ogni albero sotto le rispettive incisioni.
Con l'andare del tempo il liquido bianco diventa più solido e gommoso. Evidentemente la richiesta è notevole perché l'isola, al suo interno, è dedicata esclusivamente a questo tipo di coltura. Altra cosa sorprendente è la vocazione turistica elevata. Un'isoletta dove si trova di tutto, ad esempio i bancomat ogni sempre, il noleggio scooter dappertutto con relativi rifornitori automatici ogni 200 metri. Per ultimo, oltre i cinesi e gli autoctoni esiste una piccola ben integrata comunità di musulmani sempre carini e  ben predisposti nei confronti del turista. Bellissima esperienza, bellissima Koh Jum, fuori dalle rotte del turismo di massa.



25 Dicembre 2018. Koh Jum


24 dicembre 2018. Koh Jum

Vigilia di Natale. E’ la prima volta che trascorriamo le festività natalizie all'estero e soprattutto al CALDOOOOO.
La giornata è bellissima e approfittiamo per gironzolare per la spiaggia, lunghissima; un tuffo di qua uno di là, una birra, sole e total relax. Finiamo la giornata con la cena della vigilia in uno dei  ristoranti sulla spiaggia: un bel pescione arrosto (buonissimo) e un piattone flambe’ tipico loro che si chiama Hot Pan (=pentola calda). Praticamente cuociono verdure e quello che scegli tra pollo, gamberi, calamari, o pesce in una piastra di ghisa al flambe’. Fantastico.
Fuochi d'artificio, lampade cinesi che vengono accese e lasciate andare nel cielo della notte a far compagnia alle stelle ed esibizioni in spiaggia di giocolieri col fuoco, insomma festa, anche qui è Natale.
Finiamo la meravigliosa nottata con un cocktail in un localino vicino al nostro resort in cui sappiamo esserci musica dal vivo….vivo????
Il posticino è troppo carino, pochi avventori e un trio di “”musicisti””, a dire il vero un duo e mezzo perché uno di loro è nano. La loro interpretazione di musica reggea, la bandiera giamaicana e l'icona “sempre verde” Bob Marley dietro loro, ci fanno presagire che in quello strano stripellamento vi sia tanta erba ...di casa loro. Sono troppo divertenti perché sembrano tre strafatti felici e in pace col mondo che strimpellano in cameretta.
Il nano di contro sarebbe il percussionista. Ha tra le mezze gambe (Dio, Buddha, Allah, Ganesh, Zeus/Giove, Quelo, perdonooo) una specie di Bongo che ogni tanto sfiora; tra un tocco e l'altro abbiamo paura si addormenti e ci cada sopra. Poi di colpo il “cantante” dei tre gli passa il microfono e noi, che già da un po’ ci stavamo scompisciando, pensavamo di morire lì dalle risate. Inizia a cantare dei canti tipici thai con una voce profonda e calda da immutolirci immediatamente:meraviglioso! MAI GIUDICARE DALL'APPARENZA. Ci facciamo accompagnare da questa magia prima di andare a dormire nell'ormai inoltrata notte:è Natale.
Ci svegliamo con un sole che ci accoglie e ci avvolge con il suo caldo abbraccio. Trascorreremo la nostra giornata di Natale in serenità , lontano dallo stress che consuma ormai tutti, soprattutto in questi periodi. Pensiamo a quanto siamo fortunati e a quante persone non lo siano; pensiamo a tutti voi amici, che abbiamo lasciato a casa nella speranza che stiate tutti davvero bene, non solo oggi ma sempre e vi mandiamo i nostri virtuali migliori AUGURI.

23 Dicembre 2018. Kooh Samui - Koh Jum

Bagagli pronti, noi pure, inizia un nuovo trasferimento.
Questo tipo di rituale sarà celebrato molte volte anzi sarà quasi una costante nel nostro peregrinare in Indocina.
Partiamo da quest'isola per raggiungerne un'altra, la nostra prossima tappa sarà Koh Jum.
Dovremo fare un attraversamento della penisola Thailandese da est a ovest.
Prenotiamo un taxi la sera prima (purtroppo non abbiamo trovato mezzi più economici) e per la “modica” cifra di 400 Bth ci porta a Naton Pier dove prendiamo il traghetto della FerriSamui che ci porterà in terra ferma a Donsak, li attracchiamo dopo un ora e mezzo di navigazione. Questa volta il mare è più clemente, direi che è quasi piatto e procediamo senza grossi scossoni, rispetto all'arrivo, abbiamo navigato sul velluto.
Ci aspetta un bus che ci portera sino a Krabi Town. Puntuali come un orologio svizzero arriviamo a destinazione alle 14:10.
Questo servizio, traghetto e bus, l'avevamo acquistato già dall'Italia via web. La FerriSamui ha un sito web molto efficiente da dove si possono eseguire questo tipo di prenotazioni e considerando che il nostro viaggio coincideva con le festività Natalizie abbiamo preferito prenotare piuttosto che avere spiacevoli sorprese di tutto esaurito. Vorrei aggiungere che FerriSamui, come agenzia viaggi è super efficiente, i mezzi sono ottimi e ci sentiamo di consigliarla, affidabilissima.
Qui inizia l'avventura.
Arrivati a Krabi, cerchiamo un mezzo che ci porti a Leam Kruat, molo dal quale raggiungere la nuova isola.
Abbiamo qualche proposta per il passaggio, taxi con prezzi improponibili, minivan con proposte più abbordabili e tra gli altri prendiamo contatto con questo tizio, tassista abusivo, che dice di abitare nella zona del molo, che conosce bene la strada e che ci porta per 900Bath. Contrattiamo, ci accordiamo per 500 Bth (circa 15€), la distanza da percorrere è di 45Km.
OK, partiamo.
Percorriamo i primi chilometri e il tizio (autista) ha un non so che di strano, booooo! a un certo punto, ECCOLO; toglie dalla tasca una foglia, la piega in quattro e comincia a masticarla. I nostri sospetti diventano immediatamente timori quando subito dopo, senza chiedere nulla, accende l'impianto stereo. Ci troviamo di colpo catapultati in una discoteca ambulante con musica altissima e bassi provenienti dal bagagliaio che ci fanno sobbalzare tanto sono potenti. Ci guardiamo, io e Robi siamo attoniti, quasi spaventati e muti.
Bum Bum Bum Bum, la musica continua sino a una stazione di servizio dove dice di dover rifornire. La domanda che ci pone è: mi potete pagare ora che devo fare benzina?  😱
A denti stretti e non solo, gli dico che gli posso dargli un anticipo di 300 Bth che lui gira direttamente al benzinaio. Si riparte, Bum Bum Bum, la musica riprende. A questo punto accendo il mio GPS per assicurarmi che quantomeno stia percorrendo la strada giusta; è giusta 😰😰.
Abbiamo percorso circa due terzi della strada, nuova foglia nuovo giro.
Siamo all’ultima decina di chilometri e la velocità di percorrenza diminuisce visibilmente, il mio amico GPS mi dice che siamo passati dai 100Km/h a 60, non ci spieghiamo il perché, ma i “denti” si stringono sempre più, ora non passa neppure un ago. Siamo vicini, la bandierina a scacchi del GPS si avvicina sempre più. ARRIVATI, indenni.
Il tizio si propone, con una parlata ormai biascicata, di venire a riprenderci per il viaggio di ritorno, ci lascia il numero di telefono; noi non lo chiameremo mai, però, se a qualcuno dovesse servire, allego il suo “biglietto da visita” 😂😂😂😂😂.

Siamo a Leam Kruat, un po’ di palafitte che si affacciano sul mare, qualche negozietto fatiscente, una fermata del bus e stop. Penso che la realizzazione più importante del luogo sia il molo.
Addiacente al molo ci sono un paio di “Longtail boat”, letteralmente barche a coda lunga. Sono imbarcazioni tipiche in legno, con motore entrobordo rialzato e caratterizzate da un albero spropositatamente lungo che fa girare l'elica.
Uno di questi, per 100 Bath, ci porterà a Koh Jum.
Nella barca si carica un po’ di tutto e alle 16:00, puntuliassimi, si salpa. La navigazione è piacevolissima e procediamo assaporando piccoli schizzi di acqua salmastra dovuti alla navigazione.Il paesaggio è bellissimo e in men che non si dica, 40 minuti circa, siamo a destinazione.
Arriviamo al nostro resort strutturato con bungalow graziosi; ci sono quelli di lusso e quelli per comuni mortali come noi. Prendiamo possesso del nostro, poggiamo i bagagli e ancora c'è tempo per fare una passeggiata in spiaggia. La marea è bassa, il mare si è ritirato di una quindicina di metri, la spiaggia è larghissima e si intravedono scoglietti affioranti, è bellissimo. Per gratificarci del lungo trasloco la natura ci regala un tramonto memorabile. Il nostro primo tramonto a Koh Jum.


22 Dicembre 2018. Koh Samui

Ed eccoci al nostro ultimo giorno a Samui. Bellissima giornata anche oggi e la trascorriamo tra i meandri dell'isola a cavallo del nostro ronzino. Concludiamo la giornata in spiaggia, tra angoli che offrono i massaggi Thai (quelli veri), chioschi caratteristici, ambulanti che ti propongono cibo, pedicure, scrub ai piedi, souvenirs vari. La spiaggia (Lamai Beach) è degna di nota se non fosse per tratti occupati da rifiuti portati dall' oceano e lasciati così come elementi d'arredo da parte dei locali. L'incuria della salvaguardia ambientale è dilagante. Davanti ai resort, sulle bellissime spiagge si può trovare un po' di tutto. Il punto è che qui non esistono luoghi di smaltimento e tutto ciò che il mare (lo chiamerò così per convenzione) si porta dietro, se lo riprende. Mi immagino il mitico Poseidone che vaga per i suoi mari vecchio e stanco di portare il peso di migliaia di tonnellate di rifiuti di ogni genere. Lo immagino vagare senza tregua in cerca di pace, di lasciare per sempre questi sacchi d'immondezza in luoghi destinati a farli sparire dalla faccia della terra (Utopia? chiedo umilmente venia a Tommaso Moro). Vi sto annoiando??? ok capito continuo senza cavolate.
Le persone del posto non se ne curano; non solo non ne hanno la sensibilità (potreste vederli buttarci dentro qualunque cosa) ma effettivamente non sanno come e dove smaltire i rifiuti. L'acqua poi ha una visibilità ancora più ridotta dalle sospensioni di piccole...schifezze. Insomma, solo viaggiando per mari altrui ci rendiamo conto della magnificenza del nostro. La bellezza delle nostre spiagge, lo spettacolo del nostro mare non esiste da nessun'altra parte al mondo, mi ripeto, forse solo alle Maldive di vent'anni fa. Peccato non faccia caldo tutto l'anno, ma sarebbe chiedere troppo.
Concludiamo la serata nel preparare i bagagli per un altro spostamento che faremo domani. Ci aspetta altra isola e altra mini  avventura. Lasciamo Koh Samui dopo un minuscolo assaggio, consapevoli della sua bellezza e accoglienza; capace di offrire bellezze naturalistiche, relax, persone sorridenti e affidabili ma, nonostante il turismo, non proiettate al cambiamento, ignoranti di quanto stiano contribuendo alla distruzione di questo pianeta. Lasciamo un'isola che mostra lati oscuri dietro i sorrisi; che ''si il casco è obbligatorio'' ma si va in tre senza; che ''che ce frega di portar via un materasso dalla spiaggia'' tanto i turisti vengono lo stesso; che comunque nelle sue eterne contraddizioni (comuni a tutti!!!) ci è piaciuta tanto.

21 Dicembre 2018. Koh Samui


È deciso, oggi giornata attiva.
Abbiamo consultato le nostre guide elettroniche e deciso di andare a fare un trekking che ci porterà a vedere tre cascate del fiume Suan Thurian che sfocia nella vicinanze della zona dove alloggiamo.
Prepariamo il nostro equipaggiamento, facciamo colazione e si parte.
In scooter  raggiungiamo il punto d'attacco in pochi minuti e cominciamo con andare a vedere il primo salto ovvero Na Muang 1 Waterfall.
(vedi carta).
C'eravamo fatti un po' un film sul raggiungimento di questa prima cascata ma restiamo un po' delusi, non per la cascata in quanto tale, perché è bellissima, ma per il suo raggiungimento.
Parcheggiamo lo scooter, paghiamo l'obolo per il parcheggio, 20 Bth, facciamo cinquecento metri a piedi ed eccoti la cascata in tutto il suo splendore. Fotografie di rito, ci "caliamo le braghe" e guadiamo, alla ricerca di qualche traccia di sentiero, ma nulla di riconoscibile. E il trekking? Bo!  😕😕😕😕😕
Ok, stando alle guide ci dovrebbero essere altri salti, ci spostiamo con il nostro potente mezzo. Dopo una piccolissima ricerca troviamo le indicazioni per la seconda cascata. Arriviamo, parcheggiamo, altro obolo, stavolta 30 Bth con bottiglia d'acqua inclusa e ci incamminiamo. Qui vorrei aprire una  parentesi su quello che vediamo subito dopo aver parcheggiato. Con grande dispiacere assistiamo a delle situazioni "tristi", animali usati come macchine per fare soldi. Fotografia con la tigre, elefanti da passeggio, spettacolo con i cobra, parco zoo e potrei proseguire; saranno pure trattati "benissimo" ma a noi riempiono il cuore di tristezza.
È presente una area servizi molto organizzata, bar, piccoli ristorantini, spazi attrezzati con giochi per i bambini e le solite bancarelle souvenir "spilla soldi".
Quello che subito ci lascia un tantino perplessi è un servizio navetta con dei super fuoristrada che portano alla seconda cascata  Muang 2 Waterfall. Chiediamo quanto sia distante e ci dicono circa 1Km; noi da instancabili camminatori decidiamo di percorrerlo a piedi. Azzz, ci attendono rampe a tratti in cemento, altri in sterrato, che mettono alla prova le nostre gambe ancora non calde. Finalmente arriviamo all'ingresso del sentiero per la cascata e capiamo che il servizio navetta aveva il suo perché.
Iniziamo il sentiero e subito acqua che scorre da tutte le parti. Attraversiamo dei ponti fatiscenti realizzati con tavole e corde, molto naif, ancora un po' di sentiero e arriviamo alla cascata: bellissima, un salto di circa 30 metri. Qualcuno fa il bagno altri fotografano in tutte le angolazioni.
Intravediamo un sentiero che prosegue verso la montagna e segue il corso del fiume, cosa facciamo, ce ne priviamo? Assolutamente no.
Per sicurezza accendiamo il GPS e proseguiamo; quello che ci aspetta è inaspettato, scusate il gioco di parole.
Un percorso a salire di due ore, meraviglioso, attraverso una vegetazione tropicale di felci, palme e altri arbusti e piante a noi sconosciuti.
Ogni tanto il fiume ci regalava cascate ripidissime che con il loro fragore attiravano la nostra attenzione. Di contro, il caldo prosciugava le nostre membra facendoci sudare come trasuda una bottiglia di birra fresca al caldo 😂😂😂😂😂😂
(a proposito le loro birre sono fantastiche vi consigliamo la Leo, la Chang e la Singha)
Tornando al trekking, la discesa è stata molto più veloce, come sempre.
Ritrovata la prima cascata non potevamo esimerci dall'immergercisi dentro.
Tolti i vestiti fradici di sudore e CIUFFFFFFF 💦💦 in acqua, idromassaggio naturale compreso.
Ci sentiamo ristorati; riprendiamo le rampe iniziali a scendere e via, come nuovi.
Tappa successiva.
Inforchiamo il nostro mezzo potente e guidiamo sino a un famosissimo scoglio, anzi due, granitici, di cui qui vanno fieri, due scogli del "cazzo" 😂😂: uno scoglio fallico e uno "figale", dette rocce dell'amore. Ci fa sorridere vedere quanta gente va a farsi fotografare e a fotografare due scogli. Per meglio godere dello spettacolo umano, prendiamo due noci di cocco fresche e le beviamo godendoci la ridicolaggine umana.
Si sono fatte le 16:00, troviamo un angolo di spiaggia in ombra e ci regaliamo un pisolino, GODURIA.
Rientrando, gironzoliamo col nostro destriero per le vie di Lamai (distretto di Samui)  e ci imbattiamo nel mercato locale nel quale ci perdiamo; ancora riesce a meravigliarci quanta e quale merce venga venduta, c'è di tutto.
Qui ASL, NAS e HCCP sono solo lettere dell'alfabeto messe alla rinfusa; é sconvolgente. Alimentari cotti e crudi esposti alla mercé di qualsiasi insetto volante o no, brodaglie e zuppe vendute in sacchetti di plastica chiuse con elastico e frattaglie di tutti i generi di colore verde cangiante. Noi passiamo impassibili nascondendo il nostro disgusto, mostrando grandi sorrisi, un finto compiacimento e un celato ma enorme: Ma Ta CAZ..... ( = accipicchia accipicchiacci)


Queste immagini potrebbero rendere l'idea.

Finiamo la serata in un localino romantico sotto una pagodina in bamboo a goderci la nostra cenetta.

20 Dicembre 2018. Koh Samui

Bello, bello, bello, sole meraviglioso e caldo, caldo, caldo. Koh Samui ci accoglie così nella nostra prima giornata qui. Dopo la ormai adottata english breakfast, iniziamo la nuova scoperta. Noleggiamo subito uno scooter, il costo è di 200 Bth (ovvero circa 6 euro) per un'intera giornata (h 24). Qui ci si sposta soprattutto così; le strade sono in buono stato e quasi tutte asfaltate. C'è molto traffico anche di grossi veicoli ma i mezzi leggeri sono veramente tanti perché sicuramente più maneggevoli . Il casco 'sarebbe' obbligatorio; uso il condizionale perché molti non lo utilizzano ma abbiamo assistito in diretta ad un fermo proprio per questo, quindi, non rischiate. L'isola non è molto grande e le spiagge più frequentate, nonché più belle, si trovano nel versante orientale [nella mappa i punti toccati da noi oggi]; la parte occidentale, cosi come quella settentrionale (vicino all'aeroporto), ha i principali moli di attracco.
Ci tuffiamo tra le strade dove si può davvero trovare qualsiasi cosa di cui si necessiti. Veniamo spesso salutati da giovani donne che cercano di attirare l'attenzione. Sono le prostitute a cielo aperto, ragazze belle e non, che, sedute nei loggati di 'luoghi  di massaggi' oppure semplicemente nei chioschi bar, aspettano e si propongono ai passanti (chi c'è c'è). È una vetrina aperta di puro squallore, non tanto per loro, vittime o meno di meccanismi e culture distorte, ma per i clienti che vi pullulano intorno. 'Uomini' panciuti, sudaticci, zozzi e mollicci oppure vecchi rugosi esili come canne al vento (chiedo umilmente venia alla mia Grazia Deledda per l'infausta citazione ) che con nonchalance le abbordano con palesi e pesanti palpeggiamenti oppure vi si accompagnano durante il giorno, portandosele dietro nei locali o in spiaggia a distanza di un metro circa, esattamente come avessero un animale a fianco. 
Loro, le meretrici=zoccole, con quest'aria perennemente triste, misere figure costrette dalla vita ad assecondare questi maiali (chiedo umilmente venia ai miei amatissimi maiali/porcetto sardo). Mi sono fatta l'idea che questi, nella loro patria, non ne becchino neanche una, tantomeno le prostitute occidentali che, nello squallore di vita che fanno, hanno una spavalderia e cazzutaggine che queste qui non osano avere; ecco perché questi ometti devono venire fin qui a sfruttare queste povere donne, povere in tutti i sensi, cresciute aimè con la convinzione che questa sia una normale  possibilità per campare.
Basta con i facili moralismi, lungi da me tediarvi con queste solite e semplici riflessioni.
Continuiamo a girovagare e ci spostiamo a est verso le spiagge. Purtroppo molte di esse hanno accessi privati ma la dove è stato possibile, ci abbiamo messo il naso. Sono veramente belle; spiaggia finissima, palme, mangrovie che fanno da ombrellone naturale, insomma da cartolina. L'acqua dell'oceano poi,  qui e' caldissima ma non così cristallina come altre (vedasi Maldive o........mare nostrum Sardegna, amore mio!). Trascorriamo un'oretta in spiaggia tra bagni e sole e poi si riparte alla volta di un tempio chiamato Wat Phra Yai detto anche Big Buddha per la sua grandezza. Il tempio è coloratissimo, gioioso e nonostante la sua sacralità un pochino lunaparkesco. Foto di rito, preghiera a Buddha (😳😲😳😲???) e si rientra in direzione base, a circa 20 km. Ci aspetta la tanto agognata docciona e una altrettanto desiderata serata in un locale tipico del posto. Il clima è spettacolare anche la sera: abbigliamento leggero, immancabili infradito e via.
P.S. oggi abbiamo affidato il nostro primo carico di roba sporca alla lavanderia dell'hotel che per 50 Bth (2,5 ero circa) c'è la riconsegnera' pulita domani. È un servizio che offrono quasi tutte le strutture ricettive, comunque le lavanderie si trovano ovunque per lo stesso prezzo o un pochino meno, circa 40 Bth, la differenza è che se si fa da sé bisogna stare da spettare la fine del ciclo lavaggio o comunque stare in zona.

19 Dicembre 2018. Koh Tao - Koh Samui

Wauuuuu, siamo a Koh Samui.
Si può dire AGGITTORIU? Non so come tradurlo dal Sardo, diciamo (AIUTOOOO!).
Notte infernale a Koh Tao, è piovuto così tanto che ci ha indotto a scappare con il primo battello disponibile. Acqua mai vista con tanta furia e quantità, un super temporale tropicale. Nonostante cio' in giro ci sono gli pseudo operai che sistemano le "strade" (sterrate) e cercano di fare lunghi solchi tipo canali di scolo immersi nel fango a piedi nudi, sorridenti e felici come non mai.
Ricomponiamo gli zaini e via, alle 10:30 salpiamo dal Mae Haad Pier di Koh Tao.
Non avendo fatto in tempo per il catamarano della Ferri Samui che partiva alle 9:30, giocoforza abbiamo optato per il battello delle 10:00, che poi è partito alle 10:30 (stile non abbiate fretta) della compagnia Songserm Express Boat; cifra sborsata 1000 Bth per due biglietti, destinazione Koh Samui. I prezzi del traghettamento sono tutti simili, 100 Bth in più o in meno. Unica differenza è che la Ferry Samui (organizzatissima e puntualissima, con cartamarano) fa solo due viaggi al giorno: ore 9.30 e ore 15.00; le altre agenzie offrono differenti possibilita' d'orario, per lo stesso prezzo e con imbarcazioni abbastanza affidabili e confortevoli, quindi fidatevi.
Il mare è stato più clemente della volta precedente, tutto sommato abbiamo fatto un buon viaggio addirittura con il sole.
Il battello (traghetto) non era in condizioni eccellenti ma sicuramente meglio della nostrana Tirrenia, dotata di piccolo bar a bordo con lo stretto necessario. In tre ore arriviamo a destinazione. Il viaggio in mare ha effettuato una sosta intermedia a Koh Phangan, scaricando e caricando passeggeri. Approdo finale al Nathon Pier di Koh Samui.
Al molo ci attendeva la nostra Cadillac 😂😂😂😂 o meglio, abbiamo contrattato con diversi trasportatori che proponevano prezzi esorbitanti (parliamo di equivalenti che vanno da 10 a 40€) chiaramente con mezzi diversi; abbiamo passato in rassegna taxi, minivan, scooter e non ricordo cos'altro. Folgorazione 💥 : ci avviciniamo ad alcuni mezzi, autocarri tipo "porter" con cassoni lunghi, adibiti a trasporto "umano"; contrattiamo e riusciamo a spuntare 200 Bth (equivalente a circa 6 €) per percorrere 20Km sino al nostro alloggio. Il tempo ci assiste e il sole ci accompagna. Si arriva in hotel. Poggiati i bagagli, tutti zozzi e lerci andiamo in giro. Nonostante molte strade siano asfaltate, a differenza di Koh Tao, il problema del deflusso delle acque piovane permane e la pioggia, che si fa sentire anche qui in questo periodo e che lascia spazio al sole nel giro di cinque minuti, scorre per le strade portando con sé terriccio e fanghiglia che ti attraversa la ciabattine infradito lasciandoti una sensazione di.....ecco, quello. Non osate pensare alle scarpe chiuse! Comunque questo per dire che ci si deve adeguare molto a questo stile di vita, ma la libertà non ha prezzo.
Arriviamo al mare e ci facciamo una bellissima passeggiata. Siamo impressionati dal moto ondoso che crea delle risacche spaventose (roba da serfisti esperti). Localini e ristoranti molto carini si affacciano direttamente sulla spiaggia. Così come nelle stradine interne dove, dopo una lunghissima doccia da disinfestazione, andiamo a mangiare thai: pesce locale cucinato al barbecue con salsine piccanti d'accompagnamento (ottimo!) e una fantastica "papaia Salad" ovviamente spicy. La papaia in questione non è il frutto arancione dolce che conosciamo ma un vegetale verde un po' più lungo, una sorta di cetriolo gonfiato, con la consistenza e l'aspetto del nostrano cetriolo (all'incirca). È un antiossidante e antibatterico naturale, che serve sempre soprattutto qui. Ah proposito del cibo: a noi piace molto la cucina thai così come le altre orientali che abbiamo assaggiato nei nostri viaggi, ma ricordate che utilizzano il peperoncino e che spesso mischiano dolce e salato, aggiungendo frutta secca (arachidi o anacardi), germogli di soia, tofu (vedi Pad-Thai altro piatto tipico) e c'è pure il vino, abbastanza difficile da trovare. Il costo di un bel piatto varia da pietanza a pietanza: il più dispondioso è il pesce, di solito fresco e grande (circa 700 grammi) ma parlo di cifre per noi irrisorie ovvero dai 6 ai 12 €. Naturalmente troverete McDonald anche qui, bisteccherie, pizza(👽) e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare l'immancabile frutta che si vende nelle bancarelle per strada.
Si è fatto tardi, siamo stanchi ma soddisfatti anche di questa giornata.💤💤

18 Dicembre 2018. Bangkok - Koh Tao

Ieri abbiamo concluso la permanenza a Bangkok, abbiamo gironzolato per le strade senza meta, assaporando le mille sfaccettature di una caotica, stacanovista, trasgressiva, grande città orientale. 
Stamattina levataccia per raggiungere finalmente le isole del Sud;
inizieremo con Koh Tao. Per il trasferimento avevamo fatto preventivamente la prenotazione via web affidandoci (viste le ottime recensioni) alla Ferry Samui che a sua volta si appoggia alla Lomprayah agency: bus e traghetto per un costo di circa 55 € per due passeggeri. Partenza del bus da Bangkok (nel nostro caso a pochi minuti dall'hotel, nella Ramputtri road) ore 6.00, puntualissimi. 
Bus in ottimo stato, con bagno annesso, comodo e confortevole. 
Dopo sei ore e mezza arriviamo nel molo chiamato Lomprayah Pier (Pier=molo) in località Chumpon da cui, senza alcun intoppo, ci imbarchiamo sul catamarano dell'agenzia, in direzione Koh Tao. 
Si impiegano circa due ore per raggiungere l'isola; sfortunatamente troviamo mare grosso e si balla, ma la nostra imbarcazione è uno dei natanti più affidabili che esista. 
Anche questo mezzo è stata una bella sorpresa per la pulizia e l'ordine interno. Vi sono diversi bagni, una zona relax con video, zona bar/ristoro e personale efficiente. Consigliato!
Si arriva in questa "isoletta" accompagnati dal caldo avvolgente e da un cielo plumbeo, presagio di pioggia, che arriverà in notata. La nostra umile dimora (costa circa 18 euro) e' piccola e spartana ma per una notte e forse anche due va benissimo. Facciamo il nostro solito giro per conoscere l'isola. Una marea di diving centers ci ricorda che questa è una delle l'attrazione maggiori: sembra sia frequente l'avvistamento dello squalo balena. Subacquei a destra e manca ci riportano indietro nel tempo ricordandoci i nostri viaggi subacquei di alcuni anni fa; immancabili piccoli negozietti, street food, turisti allo stato brado e gente del posto sempre disponibile ad aiutarti o proporti qualcosa e poi biciclette e motocicli. Ci si sposta soprattutto con questi mezzi. Questa piccola e rigogliosa isola offre anche alcune spiagge molto carine su cui sbragarsi al sole. Nel nostro girovagare siamo incappati in un simpatico ristoratore italiano che vive qui ormai da 9 anni, senza pentimenti! Ci raccontava che da qualche anno, precisamente due, il clima è cambiato anche qui. Piove molto di più e spesso le giornate di pioggia tra i mesi di novembre e dicembre sono aumentate. Dice anche che il periodo migliore per venire qui è da gennaio in poi ma soprattutto il mese di maggio. Sarà così? Chissà, magari torneremo a verificare 😉

16 Dicembre 2018. Bangkok

La domenica si dorme un tantino in più.
Solita colazione, due righe sulla giornata precedente nel blog e si esce per una nuova escursione cittadina.
Oggi il menù prevede: visita al Golden Mount quindi cazzeggio a chinatown nel labirintico mercato.
Avevamo previsto di visitare il mercato di chatuchak ma, c'è un ma, considerata la sveglia e la distanza abbiamo rinunciato.
Si parte a piedi alla volta del Golden Mount (1Km e mezzo); è bello vedere scorci di vita quotidiana quando cammini tra i meandri di una grande ed eterogenea metropoli.
Poco prima di arrivare alla nostra destinazione ci imbattiamo in un tempio buddista meraviglioso, Loha Prasat.
È tra gli edifici più straordinari e meno conosciuti, turisticamente parlando, della città. Il nome significa “castello di metallo o monastero di metallo”, per le sue guglie dorate e si trova all’interno di Wat Ratchanatdaram.
Pare che per i buddisti rappresenti uno dei tepli più importanti per la specificità della struttura. Per noi, che di buddismo non ne sappiamo nulla, ha regalato un momento di serenità spirituale.
Pervasi da questo senso di profondo misticismo 😱😰😱, proseguiamo il nostro cammino e veniamo incuriositi da una una singolare bottega di artigiani del ferro battuto intenti a costruire sorte di ciotole ricavate da otto pezzi di lamiera uniti tra loro e sagomati a martellate, curioso.
Arriviamo al Golden Mount (Wat Saket) , maestoso tempio costruito su una collina artificiale che domina tutta la città offrendo una suggestiva immagine della sua ampiezza.
E vai, si torna con i piedi per terra, nel senso che si cammina per raggiungere la caotica, enorme, labirintica Chinatown.
In questi meandri ci perdiamo, ho la sensazione di trovarmi da un “Kenzhou” all'ennesima potenza.
Riusciamo a reggere poco meno di un’ora e poi SCAPPIAMO.
Ci aspetta un'altra nottata Thailandese.

15 dicembre 2018. Bangkok


Oggi, dopo una dormita da post Khao San Road, andiamo alla volta di Wat Arun, il bellissimo tempio che ci affascino' il primo giorno. Per raggiungerlo ci imbattiamo in due mercati locali. Il primo, raggiunto a piedi, e’ il famoso Amulet Market (amuleti buddisti per tutti i gusti), niente di rilevante ma caratteristico; il secondo, che si raggiunge attraversando il fiume (da Tha Maharaj a Nonthaburi) per la cfra di 3.50 BHT, ci regala attimi di vita quotidiana da ricordare e immortalare nella nostra memoria.
Vediamo cibi di ogni tipo e specie con relative preparazioni e cotture, brodaglie consegnate dentro bustine di plastica (simili alle nostrane da frezeer) chiuse con il semplice laccetto (???), frutta, dolciumi e merci di ogni genere.

C'è da ammettere che alcune pietanze hanno un aspetto davvero invitante ma altre sono davvero raccapriccianti. Evitare se siete di stomaco debole oppure se siete vegetariani/vegani/ambientalisti convinti, ma, se riuscite, non mancate di visitarlo perche’ offre un folklore unico; piccola osservazione: crediamo che non si possano visitare certi luoghi, con le loro palesi contraddizioni, pregni di pregiudizi o addirittura con aspettative vicine ai nostri parametri di igiene, senso civico (per chi c'è l'ha!) e sicurezza, non solo quella alimentare; l’Oriente e’ anche questo.
Arriviamo cosi’ a Wat Arun, biglietto 50 BHT. Si visita in un'ora circa ed è molto singolare nella sua architettura con guglie istoriate da decori di porcellana cinese.
Fuori dal Tempio si puo’ trovare l'immancabile street food thai, nonchè le onnipresenti bancarelle di souvenirs. Da questo sito ci spostiamo in battello, imbarcandoci dal molo antistante, in direzione Asiatique Market. Il tragitto, traghettamento dantesco, vale la pena farlo soprattutto per vedere con quanta foga ti proiettano sulla barca le "dolcissime" operatrici; chissa' cosa avrebbero fatto nella Germania degli anni '40.
Sbarcati (finalmente!!) prendiamo un tuk tuk che ci portera' al market. Market?? Una marea di negozietti, bancarelle, ristoranti, un pochino diversi dai caotici e insani che abbiamo visto fin'ora. E' molto ordinato, ampio, illuminato, insomma, da italiani "perbene"; infatti non ci piace poi tanto. Se volete un po' di "pulizia" e ordine, andateci.
Qui per la prima volta abbiamo mangiato il pesce, noi sardi con la pescheria nel cuore e la lisca nell'anima, ebbene si : un enorme pescione che preparano con intingoli piacevoli ma sempre assolutamente piccantissimi (ricordatevi di chiedere il no spicy se non volete gli stop accesi!!).
Birra fresca a volonta', un po' di musica e poi via, si rientra in base con il tuk tuk.
Una sentita raccomandazione: se vi venisse in mente di mangiare o permanere a lungo sul molo, preparatevi a zaffate 😷 di adempiuti bisogni fisiologici (anche detta volgarmente MERDA).
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14 Dicembre 2018. Bangkok

Secondo giorno, 14 dicembre.
Sveglia, colazione in hotel e si va a visitare quanto abbiamo visto ieri dal di fuori ovvero: Gran Palazzo Reale e Wat Pho. Considerata l'esigua distanza decidiamo di camminare per raggiungere i nostri obiettivi.  Iniziamo con il Gran Palace, ingresso 500 baht a testa comprensivi di un ingresso per una esibizione teatrale di danza Thai tradizionale. Visitiamo le meraviglie che offre questo sito. È un insieme di edifici, residenza del re di Thailandia e di tutto il suo seguito, compreso le sedi ministeriali, dal 1785. Al suo interno si trova anche il Wat Phra Kaew (i Wat sono templi buddisti) ovvero tempio del Buddha di smeraldo dove c'è, appunto, il Buddha di smeraldo. Usciti da qui seguiamo le indicazioni per la navetta che ci porterà a teatro. Lo spettacolo di danza thai dura mezz'ora ma vale assolutamente la pena vederlo.
Proseguiamo in direzione Wat Pho (sono circa le 15,00), biglietto d'ingresso 100 baht. Questo tempio e’ strabiliante, direi magico. Qui si trova, tra le altre bellissime cose, il lunghissimo e grandissimo Buddha sdraiato.  
Con gli occhi strapieni di meraviglie e la memoria della macchina fotografica strazeppa, usciamo dopo circa tre ore. Si rientra in hotel per rilassarci e "sdocciarci", ci aspetta un'altra pazza notte sulla Khao san road.

13 Dicembre 2018. Bangkok

13 Dicembre 2018 (dal diario di bordo)
Siamo giunti finalmente a Bangkok.
Dall'aeroporto è facilmente intuibile dove andare a prendere il “treno” per il centro città, nonchè capolinea. Da qui tuk tuk (contrattare il prezzo) direzione hotel.
Il nostro e’ a circa 100 metri dalla caotica ma assolutamente imperdibile Khao san road.
È il primo pomeriggio del primissimo giorno dopo il lungo viaggio, siamo esausti ma la curiosità ci assale e quindi decidiamo di depositare i bagagli e via; inizia il nostro tour di orientamento. Vediamo le attrazioni a noi vicine, tra cui il Gran Palazzo, Wat Pho e dintorni. Ci spingiamo sulle rive del fiume e siamo premiati da un tramonto mozzafiato con il famoso Wat Arun di fronte a noi, sull'altra sponda.

Ma siccome non siamo mai paghi delle bellezze della natura e non solo, aspettiamo l'imbrunire, con la consapevolezza che il Wat Arun illuminato a giorno ancora ci potrà stupire: così è.
Rientriamo in hotel dove ci aspetta la tanto agognata DOCCIA.
Stanchi ma ancora non paghi  ci si immerge in Khao san road: AIUTOOOO.
Un fantastico e caratteristico viaggio tra le forme più stravaganti che l'essere umano possa manifestare: di tutto e di più; assolutamente da vedere e vivere, senza rifletterci troppo, imperdibile!
Mangiamo qui, il loro street food, in mezzo alla bolgia umana; assaggiamo il coccodrillo (che gia’ conoscevamo da un viaggio precedente) e continuiamo a muoverci nel caos, con musica assordante (il limite dei decibel è solo un opinione) , birra fresca, mangiamo il tipico Pad Thai con pollo e/o gamberi (occhio al piccante) , finendo poi con il dolce rotee con banana e miele.
Ci accorgiamo che sono le due del mattino e forse e’ proprio il caso di andare a dormire.
A proposito la temperatura è di circa 30 gradi...che bello.