"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

10 Gennaio 2019. Yangon, la città.

(Gigi) Yangon.
Questa giornata abbiamo deciso di dedicarla al centro città. L'intenzione è quella di girare senza una meta ben precisa, vedere cosa fa la gente, abitudini e usi dei locali. Vorremo cercare di capire come apparentemente accolgano questo evento chiamato turismo.
Iniziamo col dire che in alcune ore della giornata la città è estremamente caotica, il traffico è congestionato e si procede estremamamente a rilento. Nel nostro passeggiare, ma anche i giorni precedenti, abbiamo potuto notare la poca volontà di accoglienza e ospitalità della gente. Arrivando dalla Thailandia, questo aspetto probabilmente viene amplificato, vista la dedizione per il turismo che dimostrano i tailandesi. Non riusciamo a trovare, anche cercandole, queste forme di serenità, sorrisi, accoglienza, romanzata in mille blog o recensioni. Probabilmente siamo noi sfortunati o indisponenti. Abbiamo quasi la sensazione di essere di disturbo. Gironzoliamo, dalla piazza Indipendenza, con il suo grandioso obelisco, ci dirigiamo verso uno stupa lì adiacente, se siete in zona non entrate, non ne vale la pena, 16000 Kyat in due, buttati.
La zona é ordinata e pulita, non ci sono cartacce o rifiuti in giro, ci chiediamo come mai, la risposta è lampante, ci sono i contenitori per i rifiuti. Ora cominciamo a spiegarci il perché la maggior parte della città e non solo siano sporchi. Abbiamo notato che i rifiuti non sono contemplati nelle priorità di questo paese, che peccato. La conseguenza è che ognuno butta dove e come gli pare, deturpando ambienti altrimenti bellissimi. Questo si nota ancora di più nei villaggi dove si trovano rifiuti ovunque, facendo abituare i residenti a una vita in simbiosi con lo sporco. Nei prossimi giorni ci sposteremo a nord auspicandoci che le cose siano diverse. Passiamo in una strada che ospita le sedi di parecchie banche, questa incrocia altre vie minori con mercatini che vendono di tutto; c'è quella del cibo da strada, quella del fai da te, quella dei libri, ecc. Le contraddizioni di questo paese sono evidenti come un pantalone pisciato 😂😂😂😂.

(Roberta) Descrizione di una città
Girata in lungo e in largo a piedi soprattutto e con taxi per un lungo spostamento."Non è un paese per disabili' (f.lli Coen docent)
Strade larghe e incroci regolamentati da semafori temporizzati alla cavolo. Attraversamenti pedonali non rispettati (come da noi), tanto traffico. I pedoni sono sempre a rischio. Gli automobilisti non li rispettano assolutamente ma soprattutto non hanno paura di prenderli in pieno.
CI sfiorano diverse volte senza alcun problema o parvenza di risentimento. Taxi a non finire. Ci sono più di 4.500.000 abitanti e di taxi ce ne sono circa 50000000000000000. Marciapiedi molto larghi spesso occupati da cani (un canile all'aperto), bancarelle di street food e persone sdraiate a dormire oppure  tagli per ripristino di qualunque cosa. Scivoli per carrozzine disabili, in prossimità degli attraversamenti: il kamikaze degli aquafun sono molto meno alti e meno pericolosi. Se non cammini, MUORI. Se poi trovi lo “scivolo” da un lato della strada dall'altro è rotto; se non ti alzi e cammini, MUORI. Moltissime persone in giro, tassisti fermi ad aspettare, donne che vanno a far spesa nei mercati, uomini che passeggiano con il loro Lungy, venditori di ogni cosa e qualche bambino. L'ormai familiare suono dello scatarramento con sputo ci accompagna in ogni dove. Pochissimi i turisti occidentali. Non abbiamo visto le scuole, probabilmente dislocate rispetto al centro; né abbiamo mai visto bambini con le divise scolastiche, come in Thailandia. Ragazzini in giro, alcuni come i nostri galletti, addobbati con orecchini, jeans aderenti e strappati, taglio capelli mezzo rasati e con ciuffo spesso colorato, qui vanno il biondo e il rosso. Le donne indossano abbigliamento tipico: magliette e Lungy oppure completi sempre con gonna lunga. Altre, poche, normalissimo abbigliamento casual nostrano. Le scarpe non si usano molto. Infradito sempre.
Il personale degli alberghi, gli autisti dei bus turistici e qualche capostazione indossano le divise normali, pantaloni e camicia, scarpe spesso lucide e sono spesso in ordine. Qui non abbiamo visto nessun laboratorio per tatuaggi né è di uso comune averne come in Thailandia. Non ci sono negozi di massaggi né pedicure e manicure… diciamo che non avrebbero speranza di sopravvivenza (hanno tutti i piedi luridi e le mani come il mio amato monaco di ieri) Non abbiamo visto toilette pubbliche né servizi informazione. Non esistono McDonald's ma c'è una catena di fast food birmana che somiglia molto di più alla KFC, la catena fast food statunitense antagonista della  McD che fa tutto a base di pollo fritto, si chiama “ Marry Brown” gestita esattamente come il KFC ovvero come i Mc Donald's. In periferia, vicino all'aeroporto c è anche la catena KFC . I negozietti sono tutti dei box di abbigliamento molto poco alla moda oppure farmacie, dove si vendono pastiglie e unguenti vari, qualche ottico, pochissimi market della catena “Mart” aperti h24 e sono spesso molto piccoli. Diversi palazzi molto fatiscenti, hotel di lusso e molto meno, guest house e qualche banca. Con il taxi andiamo al parco dell'indipendenza “Maha Bandoola Garden” dove un obelisco di 50 metri, in ricordo dell'indipendenza dagli inglesi ottenuta nel 1948, sovrasta un parco molto ben curato e ben tenuto, guarda caso circondato da edifici del XIX^ secolo che sono il Municipio e la Corte Suprema. Curato e molto bello dove molti fanno i loro book fotografico con costumi tipici orientali. Una perla nel caos cittadino, c'è addirittura la toilette pubblica. Ovviamente è solo un granellino di quanto possa offrire questa metropoli di più di 4.500.000 abitanti, ma la percezione di quello che abbiamo visto è quanto sopra scritto. una cosa da aggiungere; è tutto davvero molto sporco, molto più di quanto abbiamo visto in altri paesi simili. La convivenza con l'immondezza nella totale indifferenza ci indigna un po e personalmente (Robi) non riesco a capire chi descrive questi luoghi romnzandoli un bel po, solo perché è in vacanza. Bisognerebbe avere il coraggio di dire anche e soprattutto quello che è, quello che si vede in giro nel bene e nel male senza farsi prendere da falsi entusiasmi che spesso creano false illusioni. Non è vero che sono tutti gentili e sorridenti, non è vero che è tutto bellissimo, non è vero che non si trovino difficoltà a cavarsela perché i locali, la gente del posto è assolutamente apatica e poco interessata all'accoglienza. È però vero che ci sono bellissimi sorrisi e persone che ti salutano, così come è vero che nei locali commerciali, ristorantini, alberghetti, servizi trasporto (ottimo il servizio bus) sono iper gentili. È altrettanto vero che non abbiamo notato nessun segnale di vandalismo, imbrattamenti nei luoghi pubblici, scardinamento e danneggiamento di manufatti né atteggiamenti pericolosi. Nn ci siamo mai e dico MAI sentiti osservati al fine di essere preda di qualche atto di agressione e mai ci hanno assillati per richieste varie. Nonostante la loro condizione sanno stare al loro posto, del tipo fatti i c… tuoi che io mi faccio i miei.

(Gigi) Poco oltre il centro.
La nostra passeggiata ci fa allontanare dal centro e il degrado riprende possesso su tutto.
Arriviamo in riva al fiume, quì vari moli per attracco di barche di ogni tipo, dalla crociera notturna con cena annessa alla chiatta che scarica merci indecifrabili; le contraddizioni persistono.
A meno di un chilometro le grandi banche, quì la gente dorme per terra.
È curioso vedere l'ingegno della gente in situazione di bisogno. Noti il cavatappi realizzato con un pezzo di legno e un bullone o una giostra per bambini costruita con un enorme ruota di ferro con delle macchine giocattolo di plastica, probabilmente i rifiuti dei bambini più fortunati, fatta girare da un motore con i fili di collegamento volanti. Però, la cosa più curiosa è stata assistere a una sorta di cerimonia eseguita da travestiti (uomini vestiti da donna) in abito tradizionale delle feste. Questi/e eseguivano una sorta di danza, con tanto di accompagnamento musicale "live", rivolta a un dio, al quale rendevano omaggio e ad un pubblico partecipante in religioso silenzio, che elargiva alle due "danzatrici" generose donazioni in denaro. Difficile da capire.
Vedere con i tuoi occhi queste diversità è l'essenza del viaggio stesso.


1 commento:

  1. Come sempre bel racconto!
    Positivo e nefatico del luogo visitito. Bravi e grazie.
    Bye Vinci

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