"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

15 Gennaio 2019. Bagan, immersione nella old city.

Bagan si distingue in tre aree; New Bagan, Nyaung U e Old Bagan. La prima è la più moderna con moltissimi alberghi, ristoranti, alcuni negozi e tutti i servizi comprese le scuole. La seconda in tono minore somiglia alla prima ma è soprattutto un insieme di attività ricettive. Old Bagan, la città antica, è un immenso sito archeologico racchiuso da una cinta di mura fortificate di cui una andata persa a causa del l'erosione dovuta al passare del tempo, alle condizioni climatiche nonché a eventi naturali.
Che dire
Probabilmente chi ha romanzato in modo poetico il Myanmar è stato qua. Questo è il cuore del Myanmar e ne ha rubato un pezzetto anche a noi. In circa 20 kmq di stradine di campagna, alberi e arbusti di ogni genere, spuntano, in ogni dove, migliaia di Templi, Pagode e Stupa risalente ai secoli XI e XII A. D. Durante il nostro medioevo tra feudalesimo, stregoneria e “santa”inquisizione, qui si cercava di rendere omaggio a Buddha in tutti i modi possibili. Si ergono e fanno capolino con il loro luccicante color oro. Alcune maestose, con intonaci ancora intatti, altre scoprono le loro nudità di mattoncini di terracotta laddove l'intonaco non c'è più. Ma in ognuna trovi le varie rappresentazioni del Buddha nei suoi tanti modi di essere:seduto, sdraiato, in piedi, con tutto ciò che queste rappresentano per i credenti. Svettano alte, con le cupolette spesso lunghe e dorate circondate di campanelline,  ex voto dei fedeli oppure leggermente stondate e “grezze”che le rendono simili a grosse campane, frutto dell'architettura originaria indiana (vedasi Stupa Wikipedia). Nei primi due giorni in giro con lo scooter elettrico, grande amico silenzioso, ci siamo goduti quelli più importanti ma ogni volta che giravamo lo sguardo ne spuntavano sempre di diversi. Il terzo e, ainoi, ultimo giorno abbiamo voluto inoltrarci liberamente tra queste meraviglie, fermandoci dove ci portava il cuore.
Per descrivere meglio il contesto, le strade principali asfaltate e grandi sono poco trafficate. Ci sono mezzi a motore ma si predilige il silenzio di bici e mezzi elettrici. I turisti sarebbero tanti se non fosse che non te ne accorgi perché si dislocato ovunque e non trovi mai orde di gente. Dalle arterie principali si diramano, come affluenti di un grande fiume, le strade di campagna. Strade sterrate e sabbiose che si insinuano tra vegetazione, villaggi e Pagode. Qui è veramente tutto più ordinato e pulito rispetto alla parte meridionale del paese. Ci sono zone con rifiuti accantonati ma è palese la politica di incentivazione alla tutela di un patrimonio così importante. Le case/capanna sono bellissime costruzioni di bambù sapientemente intrecciato dai locali. Non ci sono condizioni di drammatica miseria. Ci sono sorrisi, dolcezza nei volti e leggerezza nel cogliere ciò che la vita ti dà. Tra queste stradine silenziose puoi incontrare le mandrie di buoi al pascolo, condotte da coppie (uomini e donne) con i loro tipici cappellini di bambù intrecciato a forma di cono e la bisaccia sospesa su tronchi portati a spalla. Ci sorridono e ci permettono di fotografarli. Tra i villaggi, dove tutti ti salutano, incappi sempre in un Tempio o uno Stupa dove c'è sempre il/i bazar di souvenir bellissimi, che ci abbiamo lasciato il cuore a non poterne portar via per tanti motivi legati al tipo di viaggio che stiamo facendo. Appena ti vedono parcheggiare ti chiedono da dove vieni con un inglese molto comprensibile. Ti invitano a vedere le loro mercanzie: oggetti di bambù, che sfruttano in tutta la sua duttilità, ricoprendoli di lacca e rendendoli ancora più preziosi (questo è uno dei luoghi di maggior produzione di oggettistica di lacca); dipinti su tela ritraenti immagini simboliche o paesaggi fatti con cura e maestria da loro stessi e  oggetti impensabili in legno di sandalo, profumatissimo, insomma da perdersi. Quando ti scusi, perché non acquisti niente, ti fanno un bel sorriso e ti salutano ricordandoti di togliere le scarpe, se hai intenzione di entrare al Tempio. Alcuni di loro spesso parlano un pochino di italiano con una pronuncia impeccabile; praticamente siamo un morbo che si espande😂. Molti Templi o Pagode, che dir si voglia, sono circondate da mura che ne delimitano l"area. Ti ritrovi spesso in giardini, a volte incolti oppure curati, con tanto di passerella per accedere all’interno. Se non c’è nessuno in giro puoi assaporare le sensazioni di un luogo senza tempo. Senti il sole scaldarti la pelle e in lontananza il vociare degli abitanti dei villaggi vicini interrotto dal canto del gallo; senti il profumo della natura e il fruscio delle foglie sui rami accarezzate dal vento accompagnato dal tintinnio delle campanelline poste agli apici del Tempio. È davvero difficile spiegare.
Girovagando incontri altri turisti altrettanto silenziosi con le loro facce attonite davanti a questo splendore.
Poco prima di inoltrarci a vedere il tramonto in uno dei punti panoramici, visitiamo un ultimo tempio nella New Bagan. Abbiamo riso tanto perché tra i turisti ci sono sempre dei monaci provenienti da altre aree. Qui due di questi si facevano i selfies e non solo. Ci hanno chiesto di fare una foto con loro. Prima Gigi poi io e poi tutti insieme grazie ad un giapponese gentilissimo che ci ha immortalati tutti e quattro. Simpatici davvero. Dopo averci salutato si sono fumati una bella sigaretta, non c'è più religione( e per fortuna!). Continuando il nostro cammino andiamo a vedere la lavorazione della lacca e la
produzione dell'oggettistica fatta di bambù e ricoperta e rifinita con essa. In uno dei tanti laboratori di artigianato ci spiegano tutte le fasi di lavorazione, dalla raccolta della lacca (prodotta da alberi) alla lavorazione del bambù reso in foglie sottilissime che sapientemente modellano per poi ricoprirlo di lacca. Il processo di lavorazione dura in tutto sei mesi, si sei mesi. Gli oggetti devono attendere un'asciugatura di un mese in sotterranei umidi per poi essere ripresi, levigati, ritrattati, rimessi ad asciugare e poi intarsiati dalle mani preziose delle “cesellatrici” che incidono la lacca nera creando disegni meravigliosi. Insomma un lunghissimo processo che vale i costi poco economici delle opere realizzate.
Ora chiudiamo il bellissimo capitolo sulla Piana di Bagan inoltrandoci nel punto panoramico, per vedere il tramonto sulla valle, questa magnifica vallata, tempestata di gemme preziose.
Domani ci aspetta la nuova meta. Navigheremo in battello sul fiume Irrawaddy verso Mandalay.

7 commenti:

  1. Che bel racconto! Molto dettagliato al punto da mancarmi solo i profumi e i sapori! Guardare e non comprare poi deve essere stato frustrante! Non so come avrei fatto ...anche perché mi sarei sentito in colpa non aiutarli! Son sicuro che anche mandalay vi stupira’ e che il vostro viaggio prosegua per il lago inle per vedere i villaggi sulle palafitte e i giardini galleggianti, e poi proseguiate ancora a nord verso il triangolo d’oro dove ci sono le hill tribes ...non aggiungo altro ...continuate a farmi sognare

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    1. Non immagini quanto sia difficile dare dei soldi senza acquistare. Non lo accettano volentieri. Un giorno ti racconterò di una ragazza birmana che ci ha fatto spontaneamente da guida in un Tempio.

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  2. Bellissimo..... vi sto "odiando" sempre di piu!
    Divertiteviiiiiiiii


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  3. Ciao, sono sempre con voi... Stella

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