"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

9 Gennaio 2019. Yangon, tra templi e "monaci".

Sveglia a Yangon, ex capitale del Myanmar. Usciamo presto con l'intenzione di visitare le diverse attrazioni del posto, prima tra tutte la Shwedagon Pagoda.
È una delle meraviglie del paese e del mondo religioso. Purtroppo, la pagoda è in restauro ma riusciamo a coglierne la magnificenza: tutta placcata d'oro, con la cima sormontata da una cupoletta che ci dicono essere tempestata da oltre 4500 diamanti. Al di là dello Stupa principale si ergono centinaia di Stupa e Templi colorati, statue di Buddha di cui una gigante, il tutto arzigogolato e maestoso, dorato e luccicoso, uno spettacolo per gli occhi L'abbiamo visitato in tre ore circa, magnifico davvero. Pochi i turisti occidentali; moltissimi asiatici. Devoti, monaci, monache, un susseguirsi di volti e colori da mozzare il fiato. Assistiamo al pasto dei monaci: una monaca inserviente e una devota preparano un tavolo a terra con ciotole di riso e coppe di frutta che i commensali, dopo essersi seduti a gambe incrociate attorno ad esso, ringraziato Buddha a mani giunte e in rigoroso silenzio, mangiano.
È l'unico pasto del giorno….dovrebbe. Si, dico dovrebbe perché mai dire mai. Abbiamo visto monaci che fumano, con il cellulare, in atteggiamenti estremamente normali, lungi dal pensare che siano mistici immersi in perenne preghiera o con atteggiamento sempre sorridenti e miti. La gente del posto molto spesso neanche lì saluta, e, quando cercano di fare acquisti i venditori non si fanno scrupoli nel contrattare il prezzo con loro, come con qualsiasi altra persona. Sono rasati e vestiti con il tipico Kesa, questo lungo pezzo di stoffa che viene rotolato intorno al
corpo, a volte arancione a volte senape, qui sempre bordeaux.  Hanno un posto privilegiato all'interno dei templi ovviamente. Oltre ai monaci ci sono molte monache, rosa, come la pantera, ma senza la coda. Sono completamente rasate e il Kesa rosa viene indossato sopra una maglia o altra veste arancione e/o marrone. Sono molto affascinanti e ce ne sono di molto giovani. Proseguendo per la città, caotica ma vivibile, ci imbattiamo in un altro tempio la “Kyaethoon Pagoda” al quale si accede con una passerella su un laghetto artificiale e nel cui interno c'è un altro grande Buddha, bellissimo.
Continuiamo il percorso e ci dirigiamo verso un lago detto imperiale (Royal Lake) in cui il GPS indica  un'attrazione: non è altro che una mega barca regale ferma, probabilmente in disuso, niente di ché. L'attrazione principale è il lago: abbastanza inquinato da ogni sorta di rifiuto, limaccioso. Tre pescatori si dilettano e io penso che stasera non mangerò pesce e poriressi neanche per qualche settimana e mi vine in mente la pescheria/gioielleria di miei cognati Stella e Marco😭...ciao Stelliiii, ciao Marcoooo.
Decidiamo di rientrare il hotel e mentre camminiamo tra vicoli, bancarelle e stradine isolate ci sentiamo come quel gioco “trova l'intruso”; mai così tanto mi viene voglia di vedere una faccia occidentale in giro, ma niente. Fortuna che il Myanmar dicono sia un paese sicuro anche se notiamo, spesso, che moltissime finestre hanno le grate e molti edifici sono circondati da filo spinato, insomma sistemi antintrusione (!????). Continuiamo a girare alla ricerca di un altro tempio in cui c'è un gigantesco Buddha Bianco porcellanato il Ngahtatgyi Buddha Temple (vedi foto sotto) Usciti da lì un monaco sorridente ci viene incontro e ci chiede da dove veniamo e tira e  molla, metà
in inglese metà in birmano e un'altra lingua, “”forse che sembriamo Birmani??””. Ogni tanto mi vengono in mente Aldo Giovanni e Giacomo nello spettacolo su Odino e gli altri dei: Pdor figlio di Kmer e via dicendo, Kmer figlio di Grhayyt, Figlio di ZGrtay e ridiamo troppo. Ad un certo punto,  per fare il fighetto, allunga il braccio e ci porge la  la mano per salutarci a modo nostro (loro infatti non salutano, in modo particolare, fanno solo un piccolissimo cenno con la testa ma senza gesti o mani giunte, però ringraziano e porgono le cose facendo il metro, SIII capito bene! portano la mano destra sulla sinistra poggiando due dita all'altezza del gomito, nella parte interna del braccio). Io guardo la sua mano, ""'annerita""", con le linee della vita NERE che la più disgraziata delle chiromanti pagherebbe per non leggergliela; mi sento  come quando ti regalano un oggetto e non sai cos'è , lo guardi e pensi a cosa possa servire. Ma è meglio che non mi faccia questa domanda azzz. 
Per millesimi di secondo mi vedo la vita passare davanti agli occhi: ciao ragazzi, ciao lysoform, ciao varecchina. Lo guardo e penso" adesso mi accascio e faccio finta di sentirmi male; scappo dicendo che ho mal di pancia; mi butto a terra; mi do per matta. Invece NO! col coraggio che mi contraddistingue quando entro nei bagni pubblici, gliela porgo. Il contatto, il contatto ....una esperienza mistica. Mi guardo la mano e vorrei staccarla dal resto del corpo, la tengo penzoloni, non so dove metterla (maleducati😜, sarebbe un posto più pulito) e faccio quello che non si fa, quello che fa riemergere il Salvini che c'è in molti di noi: appena svoltato l'angolo mi pulisco con una  salvietta umida e chiedo perdono a Buddha. Non è stato un bel gesto ma cercate di capirmi, era la mia mano destra, quella che uso per sfregarmi gli occhi, toccarmi i capelli, toccarmi il viso, una parte di me. 
Comunque, per finire questa triste cronistoria, questo figlio di Buddha, ci indica il suo monastero e ci dice di entrare a fotografare: un insieme di edifici fatiscenti, cadenti, sporchissimi e continua ad invitarci a fare foto; qui non c'è nulla davvero di particolare,
forse è anche disabitato. Dopo averlo accontentato una volta, ci rendiamo conto che è un grandissimo figlio di Buddha perché dopo avergli detto che dovevamo andare, lo  salutiamo facendogli il metro  e lui ci chiede una “donazione”, un “”monaco”” piglianculu. Vabbè tutto il mondo è paese. Si rientra, sono le 14.00. Facciamo in tempo ad entrare in camera e il sole, che ci ha accompagnato per tutto il giorno, sparisce per far posto ad un temporale che dura più di un'ora; che cu…La sera usciamo in giro nei dintorni, bancarelle, gente che neanche ti vede, topi, cani, insomma, mondo. Un modo diverso.

9 commenti:

  1. Il contatto, il contatto ....una il esperienza mistica����������la stessa cosa che provo anche io, dott.ssa Rossi .... ma poi affiora il salvini che c'è in me����������������������..
    Ciao ragazzi!!!

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    1. Guarda che mi sei venuto in mente miii, con le tue scimmie 😂😂😂😂 Ciao da da noi due😉

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  2. A me la linea nera della vita ha misticizzato un pò, non riesco ad immaginare quanto sia misticizzata ora tu e, credo, per sempre... Occhio però con le salviette che Buddha ti osserva!!!! 😂😂😂😂

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  3. Quando rientrerai Roby vorrei mi salutassi come fanno i birmani! ...un gesto regale che mi colpisca! ;-)

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    1. 😂😂😂😂😂😂assolutamente, ma lo fare più volentieri ad altri, comunque lo sputo è assicurato😂

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  4. Ciaooooooo... sicuri che questa esperienza vi fa passare tutte le fobie di contagio .... quando rientrate potete benissimo abbracciare Ramona hahahaha è qui in piazza che vi aspetta ..... ciao Stella

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  5. hahhahaha...grandissimo figlio di buddaaaa!!! sei unica!!!

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