"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

1 marzo 2019. Don Khon - Somphamit Waterfalls Park

1 marzo 2019.  Don Khon
Ieri abbiamo visto, nel girovagare in bici, un'area dedicata a “parco” nella parte nord/ovest dell'isola. È un piccolo parco che si estende per qualche chilometro, qui decidiamo di trascorrere la nostra giornata. Essendo poco informati dal web, non pensavamo esistesse questa piccola oasi. Ci
armiamo di zainetto con acqua, cappellino e costume da bagno perché non si sa mai. Ci spostiamo a piedi dal villaggio, l'ingresso dista poco più di un chilometro. Questo parco si chiama “Don Khone Somphamit Waterfalls Park”, il biglietto di ingresso costa 35000 Kips a testa (3,5 €). Al suo interno c'è un bel sentiero che fiancheggia il fiume, questo mostra la sua potenza esibendo i “muscoli” con rapide e cascate impetuose. Una potenza d'acqua impressionante. Il sentiero termina in una caletta di sabbia che a metà giornata diventa rovente (non camminate scalzi, è da ustione) e declina sino al fiume dove è possibile fare il bagno, attenzione alla corrente. Questo tratto di fiume è chiamato “Tat Somphamit”. L’altro nome che usano i locali è, Li Phi,
significa "Trappola per lo Spirito" e gli abitanti del posto credono che le cascate agiscano proprio in questo modo: una trappola per gli spiriti malvagi, che li tiene lontani mentre si lavano lungo il fiume. Con un po di fortuna vedrete pescatori locali che rischiano la pelle vuotando le loro nasse di bambù, dal pesce pescato, attaccati alle rocce, e sfidando il flusso violentissimo dell'acqua. Altri, penso che peschino apollaiati tra le rocce, ma non sono riuscito a capire con quale sistema. Tornando alla caletta, sopra di questa è situato un ristorantino/bar con un menù “essenziale” ma con frullati e
shakerati di tutti i tipi. Adiacente al ristorantino/bar tanti gazebo dotati di amaca e materassini dove poterti rilassare. Noi per ora non ci vogliamo rilassare, anzi, al contrario vogliamo adrenalina. Nel parco esiste una “zip line”: dicesi zip line 🤣😂🤣 andatevelo a vedere. Questa zip line è la più lunga del Laos, ha uno sviluppo di 580m per 7 tiri di cavo e sorvola le rapide più impetuoso del fiume per 1km e mezzo. Adiacente all'ingresso del parco, infatti, c’è un
altro stabile con ristorante e un ufficio biglietti zip line. Prenotiamo per il giro, 250.000 Kips a testa (25€); ci imbragano, due minuti per spiegarci come frenare e siamo sul primo albero che funge da partenza per il primo tratto. Ecco, affidarsi a un cavo d'acciaio per sorvolare delle cascate tumultuose un po di strizza te la da, soprattutto qui, dove non sono così attenti a sicurezza e manutenzione. Ma noi siamo tra l'incoscente e la consapevolezza, per
esperienze pregresse, che queste attrezzature reggono carichi ben più superiori a quelli sottoposti e poi chi organizza ci sembra serio, quindi, firmata la liberatoria con i numeri da contattare in caso di☠️☠️, VAI, si vola. Si va da una sponda all'altra volando sulle rapide che, sotto di noi, ci ricordano quanto la natura sia potente e quanto dobbiamo chinarci al suo cospetto. Vai, voliamo da destra a sinistra e da una riva verso la riva opposta e poi si torna su questa sponda e ancora sull’altra; si attraversano tre ponti, per i più pignoli “monkey bridges” (simili ai ponti tibetani) e infine si arriva al baretto sopra la spiaggetta 😁😁, UNA GODURIA. Ora si che siamo “stressati”; scendiamo al fiume, spiaggia rovente, facciamo il nostro primo bagno nel Mekong, in zona detta morta (per chi non sapesse è il punto in cui non c'è
la corrente) e pulita. Risaliamo fino a un gazebo, ne prendiamo possesso e trascorriamo quì la nostra giornata facendoci dondolare da un'amaca, tra un frullato e uno shakerato, siamo in modalità “zero stresssss”. Poco prima che tramonti il sole prendiamo la via del ritorno e, nella passeggiata che ci riporta verso il villaggio, ci godiamo un tramonto spettacolare. Finiamo la giornata nel nostro ristorantino preferito gustando le prelibatezze di questo bravissimo cuoco; oggi tipica cucina laotiana: una zuppa al curry a base di vegetali e pollo per Robi e un piatto particolare di pesce sminuzzato e marinato con erbe e foglie di lime, racchiuso in una foglia di banano e cotto a vapore in un contenitore di bambù, il nome non è complicato "Mok Pa". Buonanotte e a domani.


Se poi vuoi ridere vedi il video. Link sotto



 

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