"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

3/4 marzo 2019. Don Khon (alla ricerca dei delfini)

Ieri, 3 marzo, non avendo programmi particolari, ci siamo dati al total
relax, anzi direi all'Otium latino, quello che serve a ragionare, organizzare, fare il punto delle situazioni e scrivere. Siamo tornati nell'oasi di bellezze naturali del parco delle Somphamit Waterfalls, dove avantieri abbiamo fatto lo zip line. Abbiamo trascorso la giornata qui, tra uno shakerato e un frullato, tra amaca e fiume. Oggi 4 marzo, dopo la colazione sullo scenario incantevole del fiume di fronte a noi, in cui si
vedono passare i ragazzini in divisa scolastica che vanno a scuola in barca, ci organizziamo per andare a vedere i delfini. Noleggiamo le bici per un euro l'una (10000 Kips) e ci incamminiamo verso il moletto visto due giorni fa, quello che sta nella punta a sud dell'isola, Ban Hang Khon. Arriviamo intorno alle 10 e uno dei procacciatori di affari, in questo caso il tour in barca, si avvicina e ci chiede se vogliamo vedere i delfini. Si definisce la cifra, dalla quale non si schiodano mai, e si va, 70.000 Kips (7 euro) per un ora di ricerca mammiferi dal muso corto. La giornata è bella calda ma in barca si sta bene. Il barcaiolo, che non è il procacciatore, è un incrocio tra un orso (antipatico) e una scimmia, da quanto è brutto. La barca poi è tutto un programma: assi di legno staccati, acqua che entra dallo scafo e lamiera mezzo divelta a copertura. Ovviamente mai i laotiani si dedichino a fare
manutenzione perché faticherebbero troppo. Il giro inizia e, sinceramente, non ci aspettiamo tanto. Dal punto di vista naturalistico è meraviglioso; alberi che affiorano dal fiume e che sono piegati dalla forza dello stesso quando è in piena; somigliano ai nostri bellissimi ginepri, che spesso vediamo nelle campagne, piegati dal nostro maestrale. Il fiume poi sembra un lago, non si percepisce la corrente e fa da specchio a tutto ciò che lo circonda. Arriviamo, dopo venti minuti di navigazione, in una specie di baia ed eccoli, ci sono davvero. Purtroppo
stanno distanti dalla barca ma possiamo vedere le loro pinne e ogni tanto il musetto simpatico. Sono veloci a salire per respirare ed è difficilissimo fotografarli ma sentire il suono dello sbuffo che emettono ogni volta che risalgono in superficie e vedere la pelle grigia e lucida che brilla al sole è emozionante. Insomma stiamo circa mezz'ora qui, attorniati da loro che però non si mettono in bella mostra; nel
frattempo il barcaiolo si riposa, dormicchia. Ok, va bene così, rientriamo al molo; riprese le bici torniamo verso l'albergo, la distanza è di circa 7 km. Prima di rintanarci al fresco della camera, nulla ci toglie un panino al tonno e birra ghiacciata. Alle 15.00 siamo in camera, doccia immediata, caffè e riposino. La serata sarà di organizzazione bagagli, organizzazione step successivi da fare, perché domani lasceremo il Laos, dopo un mese di permanenza, per entrare in un nuovo mondo a noi sconosciuto: la Cambogia.

Nessun commento:

Posta un commento