"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

5 marzo 2019. Lettera al Laos

Caro Laos
Caro Laos ti lasciamo, senza grandi rimpianti e con un po’ di amaro in bocca. L'amaro di chi aveva aspettative troppo alte nei tuoi confronti. L'amaro di chi aveva letto delle tue bellezze o si era fatto convincere da pseudo viaggiatori che, avendo 15 o 20 giorni di ferie l'anno, solo perché sono in vacanza, vedono tutto bello; probabilmente perché hanno tutto organizzato con i tour operators che li portano dove tutti  sorridono, basta pagare.
Ma va bene così, siamo felici di averti  conosciuto, perché crediamo di poterci permettere queste osservazioni, osservazioni spesso condivise da viaggiatori incontrati nel nostro cammino. Di te salviamo il Mekong con i suoi affluenti e la vita intorno ad essi; le montagne a forma di cupoloni (come quelle che disegnano i bambini) ricoperte di alberi maestosi; le grotte meravigliose; la vegetazione della foresta; Luang Prabang; il COPE di Vientiane; le cascate spettacolari della piana di Bolaven e le 4000 isole; lo sticky rice(il riso glutinoso), il pane e il caffè. Buttiamo via: l'accidia, si,si, il vizio dell'inoperosita’, ce l'hai nel DNA; i trasporti, l'incuria del tuo patrimonio, delle tue bellezze, la maleducazione nei confronti dei turisti, il mancato rispetto per essi e, per finire, la tua gente. Nessuno può osare dire che questo non sia un popolo ostile, antipatico fino al midollo. Non è questione di essere poveri, perché non lo sono nell'accezione comune del termine. Non sono costretti a chiedere l'elemosina e nessuno muore di fame. Vivono del loro orticello delle loro galline e si accontentano così. Paese martoriato da saccheggi, bombardamenti, lotte clandestine, depredato da tanti popoli “civili”, sofferente e piegato, non hai però alcuna giustificazione nel non volerti risollevare. Il tuo governo social comunista è il dramma più grande che hai ma ti sta bene così. Trent’anni fa gli australiani hanno voluto foraggiare questo governo con contributi, per aprirti al turismo e tu, che fai? Ti mangi i soldi e una parte la devolvi al “turismo”. Prendi (costringi) le persone dal loro giaciglio domestico, dalla polvere sulla quale e con la quale convivono, fai indossare loro una divisa, li catapulti negli alberghi nuovi di zecca o in qualche “ristorantino/bettola ed ecco a voi, persone scazzate, ignorantissime e soprattutto ostili perché non hanno voglia di fare niente tanto meno accogliere queste rotture di balle di scemi che vengono a camminare in montagna, che fanno attività all'aperto, che ridono e sono felici di incontrarti. A loro bastavano il telefonino, al quale sono sempre attaccati, peggio dei nostri adolescenti, la tv e il motorino; a loro non preoccupa di essere parte del mondo e di perdere anche la minima opportunità di evolversi; hanno internet ma mai lo usassero per vedere o leggere cosa si fa e come ci si comporta dall'altra parte del mondo. Stiano lì allora, da soli, isolati dal resto del pianeta, sommersi di immondizia e plastica; implodi in te stesso caro Laos, perché per quanto bello tu possa essere, al mondo ci sono bellezze ben più degne di essere visitate e ci sono meraviglie in cui è più giustificabile vedere speso il proprio denaro o semplicemente le proprie ferie annuali.
Caro Laos, ti salutiamo, SABAIDI (Sabaidee) e ti ringraziamo, KOPTAI (non abbiamo capito come si scrive) ; ti ringraziamo perché ci hai insegnato come non si deve essere, come non ci si deve comportare nell'incontrare e accogliere il mondo.

Approfondimento, per capire:

“ Dopo il crollo del blocco sovietico ebbe inizio una parziale liberalizzazione economica e politica. Dal 1992 il Paese si è aperto al turismo e nel 1994, grazie a finanziamenti australiani, è stato costruito il primo ponte sul Mekong “il Ponte dell’Amicizia thai-lao”, che unisce Laos e Thailandia in corrispondenza di Vientiane. È il primo ponte costruito sul Mekong in tutta l'Indocina e negli anni seguenti ne furono costruiti altri nel paese. Nel 1998 il Laos entrò nell'ASEAN, l'organismo che riunisce gli Stati del sudest asiatico. Attorno al 2000, pur mantenendo l'organizzazione politica degli anni precedenti, il paese si aprì all'economia di mercato e vennero presi nuovi sostanziosi accordi commerciali con l'estero, in particolare con la Cina e la Thailandia, le cui aziende ed istituzioni bancarie hanno fatto da allora grandi investimenti in Laos, contribuendo al risollevamento dell'economia ed alla stabilizzazione della valuta. L'attuale Presidente e capo del partito è Choummaly Sayasone.

Malgrado l'apertura democratica iniziata negli anni ottanta, la corruzione degli impiegati statali e la mancanza di diritti civili continuano ad affliggere il Paese. Secondo l'indagine effettuata nel 2011 dall'ONG statunitense Freedom House, il Laos occupava quell'anno il 154º posto, su 178 Paesi esaminati, per l'indice di corruzione. Le leggi emanate per sradicare tale fenomeno vengono raramente applicate. Anche la libertà di stampa è molto limitata e tutti i mass media nazionali sono di proprietà dello Stato. La libertà religiosa è ammessa ma non è possibile per le fedi minoritarie fare proseliti; anche i membri della locale sangha, la comunità di ecclesiastici del Buddhismo Theravada (la fede religiosa della stragrande maggioranza dei laotiani), sono sottoposti al controllo statale.

La libertà accademica è a sua volta limitata e gli insegnanti sono posti sotto il controllo delle autorità. In questo campo la situazione è migliorata con l'assunzione di docenti stranieri. Gli studenti che hanno accesso all'istruzione all'estero vengono selezionati dal governo. Il controllo dello Stato sui cittadini si è fatto meno rigido, ma sono tuttora vietate le assemblee non autorizzate. Dopo che il governo ha firmato nel 2009 la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, si è creata una rete di ONG, in prevalenza straniere, alle quali è proibito affrontare temi politici. I sindacati sono tutti emanazioni dello Stato, lo sciopero è legale ma viene fatto raramente.

La magistratura è sotto il controllo del partito unico e i detenuti soffrono pesanti condizioni di vita. Le forze dell'ordine spesso mettono agli arresti cittadini in modo illegale. Ha fatto scalpore la vicenda del laotiano Sombath Somphone, un operatore nel settore sociale di fama mondiale scomparso misteriosamente nel dicembre 2012, vicenda alla quale il governo si è dichiarato estraneo. Gli appelli da parte della comunità internazionale al governo laotiano per il ritrovamento di Sombath non hanno dato alcun frutto.”

1 commento:

  1. Mi fa piacere leggere questo vostro pensiero perché dopo 4 anni passati in Albania quando esprimo il mio parere sugli albanesi vengo additata come razzista della peggior specie. Quando vivi la quotidianità di un paese non puoi non cogliere tutti le peculiarità positive e negative

    RispondiElimina