Le giornate sono sempre bellissime. Caldo torrido ma la costante presenza del fiume ci dà respiro. Decidiamo di continuare ad ispezionare la parte restante dell'isola, verso sud. Riprendiamo le bici e iniziamo a pedalare. Le
strade sono molto pietrose, quindi, sembra di avere un motopicco. Ormai conviviamo con polvere, caldo e sudore. Nel nostro girovagare, ieri, abbiamo incontrato un sardo, un ragazzo sardo di San Sperate, Alessandro. Oggi ci imbattiamo proprio in lui che rientra dal punto da noi prefissato per oggi. Ci dice che non c'è più possibilità di inoltrarsi e che ad un certo punto la stradina è interrotta da un ponte diroccato. Ovviamente si torna indietro per percorrere la strada alternativa, Alessandro viene con noi. Siamo in tre e chiacchierare con un sardo, vicino di casa, viaggiatore e curioso come e più di noi, ci fa tanto
piacere. Arrivati, pedala, pedala, dove volevamo, ovvero alla parte estrema a sud, ammiriamo lo scenario da un molo dal quale parte il tour per vedere i famosi delfini dell'Irrawaddy. L’irrawady per noi è uno dei bellissimi ricordi del Myanmar, è il fiume che percorremmo, in battello, nel tragitto Bagan/Mandalay. Il nome attribuito a questo mammifero deriva dal fatto che fu avvistato per la prima volta lì, in Myanmar, nell'Irrawaddy. Questi delfini sono stanziali anche in quest'area e spesso vengono avvistati. È molto diverso da quello comunemente conosciuto, il suo nome scientifico è Orcaella Brevirostris ed è simile al Beluga. Il nome scientifico deriva dal fatto che è imparentato con l'orca e che ha il muso corto, dal latino brevi rostris, dal rostro (muso) corto e qui Piero Angela si ritira. Comunque non li abbiamo visti🤣. Per vederli o sperare di vederli, prenderemo un battello nei prossimi giorni e vi racconteremo. Per ora stiamo ad ammirare lo scenario dal molo; è davvero bello quì, sembra un lago anzi una laguna.
Affiorano ciuffi di isolotti qua e là e l'acqua ne fa da specchio. Riprese le bici torniamo indietro, ormai abbiamo esplorato in lungo e largo Don Khon. Ci rimane l'isola ad essa collegata da un ponte: la caotica, irriverente, hippie, Don Det. Attraversiamo il villaggio della nostra isola, il ponte, e siamo a Don Det. Percorriamo la via centrale, anche questa sterrata ma più regolare, é molto carina, molto più accogliente di Don Khone; ci sono guesthouse, piccoli alberghetti, uffici turistici con parvenza di uffici
turistici, sembra davvero ben organizzata. La cosa migliore poi è che si affaccia su un angolo di Mekong molto più suggestivo della nostra zona. Isolotti e verde ci appagano la vista. Non vediamo né ci accorgiamo di questa descrizione fatta da molti, sul web, della sua stravaganza, anzi. Probabilmente la sera si anima un bel po’ ma sinceramente se l'avessimo vista prima saremmo rimasti qui; per le serate “mondane da sballo”, laddove ci fossero realmente, basterebbe semplicemente evitarle.Ci piace
tanto Don Det. Ci fermiamo per un panino e birra fresca, che con un po di difficoltà troviamo, perché la pigrizia innata di questa gente è veramente esagerata. Alessandro è sempre con noi, un'ottima compagnia. Ci dà suggerimenti di viaggio, scambiamo tante riflessioni importanti sulle impressioni di viaggio e arriviamo spesso alle stesse conclusioni, soprattutto sui laotiani: sono delle MER.. . §«¬¿|§ E !!! Se qualcuno avesse un'opinione diversa prego contattarci perché vorremmo sapere che film ha visto. Per
rientrare da noi prendiamo la via parallela, che fiancheggia il fiume. Molto scenografica, bellissimi scenari. Foto e foto, anche quando troviamo, sulla stradina, una carbonaia. Non è una donna che vende carbone ma un manufatto in cui si produce il carbone vegetale in modo artigianale. È una cupola alta circa un metro, fatta di un impasto di argilla e fieno, dentro cui si mettono pezzi di legna che vengono carbonizzati, per il procedimento andate a leggere Wikipedia 😉 . OK, arriviamo all'alberghetto che ci ospita, fronte fiume. Salutiamo Alessandro, che domani partirà per alti lidi, con la promessa di rimanere in contatto e soprattutto di vederci in Sardegna per scambiarci opinioni davanti ad un buon bicchiere di birra o il nostro buon vino e i nostri desiderati formaggi; a proposito qui non esistono e ci mancano tanto. Un'altra cosa che manca in queste due isole è un ATM (Bancomat), quindi venite con contanti.
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