"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

13 e 14 marzo 2019. In giro per Phnom Penh tra mercati, tempio e Mekong.

In questi ultimi giorni di permanenza qui, ci dedicheremo a scoprirne i meandri. Intanto iniziamo con i mercati; ce ne sono diversi e in diverse parti della città: c'è quello russo, quello centrale, quello
notturno e altri simili. Il mercato russo deve il suo nome al fatto che negli anni 80 gli espatriati russi venivano qui a comperare. Quello centrale si chiama così perché sta al centro della città. Quello notturno, indovinate perché si chiama così. Ce ne  almeno altri due molto grandi e tanti minori ma sinceramente ci bastavano questi. Sono enormi e trovi davvero di tutto, dalla carne alla parrucchiera, passando per le gioiellerie e i pescivendoli, senza dimenticare manicure e pedicure. Souvenir a prezzi stracciati marche e griffe taroccate di tutti i generi. Ormai siamo abbastanza abitati a questa specificità asiatica ma c'è sempre qualcosa di nuovo da vedere. La sera giriamo per le strade e ci rendiamo conto che qui è peggio di Bangkok a prostituzione. Non c'è una o due strade dove trovarle,
ma interi quartieri. Sempre la stessa solfa: massageee o hellooo, donnine giovanissime e pronte a tutto pur di guadagnare facile. Ritroviamo con "" piacere"" i rincoglioniti che vengono qui a fare sesso o a trovarsi la badante bag.. Insomma, squallore puro. Per il resto la città è molto accogliente, abbastanza sporca in alcuni punti ma facilmente fruibile. I locali, intendo le persone del posto, sono sempre molto accoglienti e si nota subito la loro abitudine a trattare con turisti di tutto il mondo. La maggior parte conosce l'inglese e sono soprattutto molto disponibili.


14 marzo 2019, oggi visita al tempio della città, il Wat Phnom. Situato in cima a una collinetta alta 27 metri, Wat Phnom è l'unica "collina" in città. Secondo la leggenda, la prima pagoda su questo sito fu
eretta nel 1372 per ospitare quattro statue di Buddha depositate qui dalle acque del fiume Mekong e scoperte da Lady Penh. Da qui il nome della città Phnom Penh o "collina di Penh". Un dollaro a testa per l'ingresso e tante cose da vedere. Non parlo del sito in se, carino, ma niente di rilevante, ma della vita attorno ad esso. Benedizioni strane da parte di pseudo santoni, donazioni di denaro e beni alimentari; santoni/sacerdoti "in borghese" che, mentre tutti pregano o si fanno benedire dai "" colleghi"" con tanto di incensi accesi e budda, contano i soldi offerti🙏. È Tutto molto interessante, direbbe Rovazzi. Nel giardino attorno, molto carino, si trova un grande orologio e una scultura in paglia di un grande cane...boh. Usciti da lì, non prima di aver visto
un serpente verde bellissimo lottare con una specie di grande lucertolona grigia con i pois arancioni sul tronco di un albero maestoso, andiamo al mercato lì vicino. Scene fantastiche, nel vero senso della parola, forse con qualche immagine riusciremo a descriverle. È ora di metter nello stomaco qualcosa, oggi coreano, zuppa dal nome improponibile e polpettine, davvero ottimo. Serata conclusiva con tanto di tramonto in battello sul Mekong. Con 5 dollari comprensivi di bevanda a scelta, puoi fare il tour in barca, sul Mekong, per un'ora. Bellissima sensazione di completo rilassamento; sarà la barca, la serata calda o la birra, ma ce la godiamo. Finiremo la giornata cenando indiano: Palak panee, Masala Dal, Naan, roti, Momo e la nostra, poco indi, birra.

Piccolo video che racconta il nostro passaggio a Phnom Penh. Link sotto
https://youtu.be/WvDMQ-KVz7E




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