Trovandoci a Kampot non potevamo perdere l’occasione di scoprire il vero tesoro di questa zona: il pepe! Il pepe di Kampot è uno dei più rinomati al mondo, immancabile in ogni ristorante francese che si rispetti ed amato dagli chef di tutto il mondo. Grazie alla particolare posizione geografica in cui cresce, tra mare e montagna, al suolo ricco di minerali ed al clima con abbondanti piogge ma anche molto sole, qui il pepe trova un ambiente ideale. Chiamato “re del pepe” per il suo aroma
forte e variegato, davvero inconfondibile, il pepe di Kampot è un incontro da non mancare. Questo pepe ha una storia antichissima, precedente anche la civilizzazione di Angkor, con piantagioni sul suolo cambogiano descritte già nel XIII sec. da viaggiatori cinesi. A rendere unico il pepe di Kampot anche il fatto che viene coltivato secondo i
metodi tradizionali tramandati da generazioni di coltivatori, senza l’uso di pesticidi o altri prodotti chimici. Scoprire come viene coltivato il pepe a Kampot è stato un lato sorprendente della nostra viaggio. Abbiamo potuto degustare le varie qualità di pepe, in particolare quello rosso, bianco e nero. Quello fresco salato e quello lungo rosso, aromatizzato. Insomma una esperienza unica, che solo la specificità del luogo poteva darci. Raggiungerla non è stato molto agevole, 23Km, otto dei quali in sterrato alquanto sconnesso, ripagati dalla vista di un bel lago "Secret Lake" e dalla bella esperienza fatta nella farm. Ci contraddistingue la curiosità, essendo relativamente vicini a Kep, che sarà la nostra prossima tappa, non ci facciamo sfuggire l'occasione per andare a fare una visita in anteprima.
Vai di scooter, altri 21Km. Arriviamo che è l'una circa, il paese ci fa subito una bella impressione, una spiaggetta molto curata e pulita come tutto il resto. Ne approfittiamo per degustare subito qualche piatto di pesce, non restiamo delusi, moooolto buono. La curiosità ce la siamo levata, l'appetito pure, è ora di rientrare. Direzione saline, strada per Kampot, 26Km. La strada stavolta è tutta in asfalto, quindi si va spediti, in men che non si dica siamo alle saline. Essendo di un paese (Assemini) famoso anche per le sue storiche saline, non mi aspetto molto da questa visita, sbagliato! Intanto le vasche dove evapora l'acqua sono molto più piccole rispetto a quelle che conosco io, ma soprattutto, il lavoro viene svolto completamente a mano. Straordinario, probabilmente lo stesso lavoro che facevano i lavoratori delle nostre saline all'inizio del secolo, usando attrezzi semplici e artigianali. Un viaggio nel tempo inaspettato. Percorriamo i sei, sette, chilometri che ci separano da Kampot fiancheggiando il fiume, passando per una zona residenziale molto bella. Belle case sulla sponda del fiume e grosse banche dalla parte opposta della strada e infine la nostra zona vicina al vecchio ponte di Kampot. Siamo nuovamente nel centro città. Qualche centinaio di metri e siamo in hotel. Siamo un tantino stanchi, abbastanza impolverati per i chilometri percorsi in sterrato, per cui doccia e qualche ora al fresco e relax in camera. La sera andiamo a cercare un localino fresco e ventilato in riva al fiume, cenetta, passeggiata e si rientra. Anche oggi è andata, domani trasferta a Kep. Buonanotte.
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