"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"
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22, 23, 24, 25, 26 Marzo 2019. Kep


Trasferimento da Kampot a Kep. Sono distanti circa 30 km e compriamo il biglietto per 3 dollari tutto compreso: dall'albergo di Kampot alla cittadina di Kep. Kep è una località costiera nel sud della Cambogia conosciuta per i suoi frutti di mare, soprattutto il granchio, di cui si trova un monumento
vicino alla costa. È una piccola zona balneare con ampie strade e ville fatiscenti che ricordano la sua antica gloria di città coloniale francese. Kep Beach, dove alloggiamo noi, ha acque calme e pulite e una lunga passeggiata in cui ci si imbatte in venditori ambulanti di frutti di mare, di dolciumi e frutta. A circa 1 km dal nostro alloggio sempre sul mare (oceano ovviamente), si trova il famoso Crab Market.
Questo mercato sta proprio sul mare; da quì le donne, solo loro, tirano fuori dall'acqua delle nasse piene di granchi e li smistano per i ristoranti oppure per la compravendita sul posto. Infatti si possono comprare subito oppure scegliere per farseli cuocere, tre dollari il kg, e infine  mangiarli seduti ai tavoli allestiti per l'occasione. Il caos però è davvero tanto ed è difficile scegliere e soprattutto stare qui a mangiare. Scene fantastiche di donne che, vestite di pigiama, qui è un capo di normalissimo abbigliamento, entrano in acqua e fanno il lavoro di smistamento. Assistiamo spesso a scene di vita quotidiana che non riusciremo mai a rendere realistiche con la macchina fotografica ma rimarranno indelebilmente impresse nella nostra memoria. La nostra permanenza qui a Kep è stata di cinque
fantastici e rilassanti giorni di “vacanza al mare”. Il nostro alloggio “Casa Kep”gestito da una meravigliosa coppia di nord europei (lui scozzese) è il coronamento dei tre mesi e mezzo di corri corri che abbiamo alle spalle. È una guesthouse immersa nella vegetazione, curatissima e pulitissima, con solo 5 alloggi, tra cui due bungalows e uno al piano superiore dotato di terrazza, poltroncine, amaca, totalmente indipendente: il nostro! (non pensate che sa il più caro perché il nostro budget quotidiano per alloggio, con colazione, non ha mai superato i 28 dollari per notte, limite massimo toccato poche volte). Siamo abbastanza bravini a scegliere e ci va spesso bene. Queste giornate sono state soprattutto di mare, mercato, mangiate di pesce e granchi e ricarica per ciò che ci attende: un mese di Vietnam, da correre. Il Vietnam sarà la nostra tappa finale in Indocina e 30 giorni per visitarlo da sud a nord saranno veramente pochi.
Abbiamo dovuto rivedere le tappe studiate a casa per modificare un pochino l'itinerario e studiare anche i passaggi successivi, ma di questo non voglio anticipare niente. Insomma questi giorni ci sono serviti tantissimo non solo per rilassarci ma anche per ripianificare e definire alcune cose. Ciononostante non ci siamo fatti mancare la passeggiata in bicicletta verso il centro, il paese: solo poche belle ville e qualche ufficio ministeriale mega galattico
deserto, come il resto del paesino. Diversi hotel di lusso, deserti, e resort, deserti anch'essi, ci fanno spesso chiedere il perché siano ancora in attività e con prezzi, vi assicuro, non proprio economici. Abbiamo capito che, comunque, ruota tutto intorno al lungomare dove, oltre ai venditori ambulanti di cui ho accennato sopra, ci sono diversi ristoranti molto accoglienti, in cui si mangia benissimo spendendo massimo 10 o 12 dollari a coppia. Un'altra delle attrazioni di Kep è un bel parco, il Kep National Park (un dollaro a testa d'ingresso) ,  che copre un'area di
66,64 km². Nel parco ci sono piste e sentieri immersi nella bellissima e rigogliosa vegetazione. Il terzo giorno, domenica 24, lo abbiamo esplorato, facendo il percorso più lungo, 8 km ad anello. Siamo partiti proprio da dietro il nostro alloggio. Farfalle che svolazzano da tutte le parti , difficilissime da immortalare con la macchinetta fotografica; scoiattoli, qualche scimmia e uccellini tra alberi maestosi dalle radici che si espandono dappertutto; tunnel di arbusti ci circondano durante cammino, una meraviglia. Il caldo umido è impressionante; grondiamo. A proposito di farfalle il 25 marzo, armati di biciclette, siamo andati alla riserva che dista circa 3 km dal nostro alloggio. È una piccola oasi lontano da spiaggia e paesino, immersa nella foresta. Attrezzata con reception di accoglienza e ticket di un dollaro, punti di relax e sentieri alternativi, presenta
soprattutto una zona con un gabbione molto grande e molto curato con una dozzina di specie di farfalle diverse che svolazzano tra le piante e fiori all'interno. Solitamente non visitiamo le “prigioni” per gli animali ma ormai c'eravamo; gli operatori hanno cura della loro protezione e del percorso di sviluppo, dalla
pupa in poi, ma purtroppo ci è dispiaciuto notare, soprattutto rivedendo le fotografie, che questi animali, rinomata mente sinonimo di libertà, hanno spesso le ali danneggiate a causa della loro reclusione. Per quanto grande sia è sempre una gabbia. Al rientro si finisce sempre a mangiare qualcosa sul lungomare. Sabato 23 siamo stati nei pressi della zona mercato del pesce dove oltre i tavoli all'interno di esso, ci sono tra i migliori ristorantini rinomati per la cucina del granchione. Noi ne abbiamo provato uno il “Magic Crab”, che, secondo TripAdvisor, è tra i primi in classifica: hanno ragione! ottima cucina, gentile e cortese lo staff. Il prezzo è leggermente più alto dei parametri locali ma non pensiate chissà ché; stiamo parlando di 15 dollari in due per avere preso due piatti di granchione cucinati in due modi diversi, uno al curry ed uno al pepe verde di Kampot, praticamente più di un chilo e mezzo di roba. Altri pranzi ci hanno visto in zona, sempre soddisfacenti. Insomma questo posto è incantevole per tanti motivi. Diciamo che è la miglior conclusione della visita ad un bel paese come la Cambogia. A proposito; una delle tante cose positive di questa gente è la loro capacità di socializzazione.
Non solo sono accoglienti e gentili con i turisti ma tra loro sono estremamente amichevoli. Durante il fine settimana vengono qui a fare la scampagnata al mare. Muniti di casse altoparlanti e voglia di divertirsi, si piazzano sui marciapiedi antistanti la spiaggia e pranzano. Comprano una marea di roba da mangiare e mangiano tantissimo, chiaccherano, ridono e si rilassano. Non li vedi mai né fumare né essere brilli. Bevono tantissima birra eppure, anche se sono visibilmente allegri, non si permettono mai leggerezze antipatiche. Questo lo abbiamo visto dovunque in Cambogia, non solo qui. Tornando alla spiaggia, nel frattempo, alcuni di loro si fanno il bagno: VESTITI! ebbene si, non vedrete quasi mai un o una cambogiana con costume da bagno o qualsiasi tipo di semi nudità.
Qualche uomo si toglie la maglietta ma solitamente stanno tutti vestiti. Considerate il caldo bestiale; loro sono sempre iper vestiti: maglioncino dolce vita, jeans, calze, cappello, insomma temono il sole sulla pelle ma soprattutto NON SUDANO!. Mai madidi di sudore e quasi mai puzzolenti di sudore. L'altra cosa strana  è che entrano in mare così, tutti vestiti, manco fossero musulmani. Senza parlare del pigiamino; spesso le donne lo indossano per uscire, ragazze comprese. La cosa più interessante è che, comunque, non hanno atteggiamenti di sorpresa né di disapprovazione nel vedere i turisti semi nudi, dotati di costumino da bagno o molto poco vestiti per il caldo torrido. Insomma un mondo, un bel pezzo di mondo al quale ormai siamo abituati ma che è bello raccontare e ricordare e, per quanto riguarda Kep, è stata una bellissima conclusione.

21 marzo 2019. Kampot - Pepe & Sale

Oggi in programma una gita speciale, in scooter tra pepe e sale. Come accennato ieri, oggi si va a visitare una grossa "farm".
Trovandoci a Kampot non potevamo perdere l’occasione di scoprire il vero tesoro di questa zona: il pepe! Il pepe di Kampot è uno dei più rinomati al mondo, immancabile in ogni ristorante francese che si rispetti ed amato dagli chef di tutto il mondo. Grazie alla particolare posizione geografica in cui cresce, tra mare e montagna, al suolo ricco di minerali ed al clima con abbondanti piogge ma anche molto sole, qui il pepe trova un ambiente ideale. Chiamato “re del pepe” per il suo aroma
forte e variegato, davvero inconfondibile, il pepe di Kampot è un incontro da non mancare. Questo pepe ha una storia antichissima, precedente anche la civilizzazione di Angkor, con piantagioni sul suolo cambogiano descritte già nel XIII sec. da viaggiatori cinesi. A rendere unico il pepe di Kampot anche il fatto che viene coltivato secondo i
metodi tradizionali tramandati da generazioni di coltivatori, senza l’uso di pesticidi o altri prodotti chimici. Scoprire come viene coltivato il pepe a Kampot è stato un lato sorprendente della nostra viaggio. Abbiamo potuto degustare le varie qualità di pepe, in particolare quello rosso, bianco e nero. Quello fresco salato e quello lungo rosso, aromatizzato. Insomma una esperienza unica, che solo la specificità del luogo poteva darci. Raggiungerla non è stato molto agevole, 23Km, otto dei quali in sterrato alquanto sconnesso, ripagati dalla vista di un bel lago "Secret Lake" e dalla bella esperienza fatta nella farm. Ci contraddistingue la curiosità, essendo relativamente vicini a Kep, che sarà la nostra prossima tappa, non ci facciamo sfuggire l'occasione per andare a fare una visita in anteprima.
Vai di scooter, altri 21Km. Arriviamo che è l'una circa, il paese ci fa subito una bella impressione, una spiaggetta molto curata e pulita come tutto il resto. Ne approfittiamo per degustare subito qualche piatto di pesce, non restiamo delusi, moooolto buono. La curiosità ce la siamo levata, l'appetito
pure, è ora di rientrare. Direzione saline, strada per Kampot, 26Km. La strada stavolta è tutta in asfalto, quindi si va spediti, in men che non si dica siamo alle saline. Essendo di un paese (Assemini) famoso anche per le sue storiche saline, non mi aspetto molto da questa
visita, sbagliato! Intanto le vasche dove evapora l'acqua sono molto più piccole rispetto a quelle che conosco io, ma soprattutto, il lavoro viene svolto completamente a mano. Straordinario, probabilmente lo stesso lavoro che facevano i lavoratori delle nostre saline all'inizio del secolo, usando attrezzi semplici e artigianali. Un viaggio nel tempo inaspettato. Percorriamo i sei, sette, chilometri che ci separano da Kampot fiancheggiando il fiume, passando per una zona residenziale molto bella. Belle case sulla sponda del fiume e grosse banche dalla parte opposta della strada e infine la nostra zona vicina al vecchio ponte di Kampot. Siamo nuovamente nel centro città. Qualche centinaio di metri e siamo in hotel. Siamo un tantino stanchi, abbastanza impolverati  per i chilometri percorsi in sterrato, per cui doccia e qualche ora al fresco e relax in camera. La sera andiamo a cercare un localino fresco e ventilato in riva al fiume, cenetta, passeggiata e si rientra. Anche oggi è andata, domani trasferta a Kep. Buonanotte.