"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

19 febbraio 2019 Vientiane, templi fuori città.

Programma odierno stabilito da ieri. Oggi visiteremo i siti distanti dal nostro alloggio. Per fare questo utilizzeremo il solito mezzo: scooter. Affittiamo il due ruote in un "rent" affianco a noi, 60000 Kips (6 euro),
siamo pronti, si parte. Prima tappa, That Luang. A Vientiane è un simbolo nazionale (la sua immagine è sul sigillo ufficiale del Laos) e anche il monumento più sacro del paese. Dall'esterno That Luang sembra più una fortezza che un tempio, è circondata da alte mura con all'interno lo Stupa principale, la cui cima è ricoperta da foglia d'oro, altezza 45 metri. La legenda narra che fu costruita originariamente nel terzo secolo per ospitare uno sterno del Buddha portato in Laos da un
missionario indiano. Tuttavia, l'attuale struttura fu costruita dal re Setthathirat nel 1566 sul sito di una rovina Khmer del XIII secolo. Una sua statua monumentale si trova di fronte all'ingresso principale di That Luang. Personalmente avendo visto templi e stupa in più paesi non ci ha impressionato tantissimo, forse perché assomiglia troppo a un fortino. Andiamo avanti, più per curiosità che per vero interesse, ci accingiamo a percorrere i 25 Km che ci separano dal Buddha Park, 45 minuti e siamo a destinazione, ingresso
150.000 Kiat, parcheggio 5000.  Il Buddha Park (noto anche come Xieng Khuan, città dello spirito) è un famoso parco di sculture con oltre 200 statue religiose tra cui un'enorme immagine del Buddha reclinato, alta 40 metri. Il posto più panoramico per la fotografia è in cima alla gigantesca struttura sferica, detta zucca; al suo interno tre piani che portano sino alla sommità. Si accede attraverso una grande bocca probabilmente di un demone, delle scale strambe in cemento collegano i tre piani per condurre al pertugio che ti porta all'esterno della "zucca" offrendoti una vista a 360°
dell'intero parco. Fu costruito nel 1958 da Luang Pu Bunleua ​​Sulilat, un monaco che studiò sia il buddismo che l'induismo. Questo spiega perché il suo parco è pieno non solo di immagini del Buddha ma anche di divinità indù e demoni e animali di entrambe le fedi. Al suo interno due ristorantini uno nei pressi dell'ingresso e uno nella parte opposta vicino alla sponda del Mekong. In questo, al riparo dal sole, mangiamo qualcosa. Si sono fatte le
due di pomeriggio, un momentino di relax e poi si riparte alla volta della città. In scooter il caldo si mitiga e percorriamo la via del rientro tranquillamente, fino a un altro punto di interesse cittadino, l'arco di trionfo "Patuxai"che significa Porta della Vittoria. Una struttura massiccia e poco garbata con quattro porte che in una città dove le attrazioni sono quasi esclusivamente templi fa curiosità . Costruito nel 1962 per commemorare la lotta nazionale dell'indipendenza dalla Francia è un Imponente monumento  in stile europeo e sculture tradizionali del Laos. Per oggi abbiamo visto abbastanza e concludiamo dicendo che questa grande città, ordinata e vivibile nonostante sia abbastanza povera di attrazioni particolari e significative merita un soggiorno di almeno due giorni se non altro per la sua tranquillità e ma assolutamente ma vda visitare dedicandole almeno due giorni.

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