"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

25 febbraio 2019. Pakse, city tour.

Stamattina ancora in scooter, ma stiamo in città. Vediamo cosa c'è qui a Pakse. Intanto dovete sapere che è molto ventosa. Il vento soffia forte la
mattina per poi calare nel pomeriggio, da ieri è così. C’è sempre una leggera foschia che non rende le giornate terse. Caldo a manetta, sembra il nostro luglio e anche agosto. È una cittadina abbastanza grande ed è il capoluogo della provincia di Champasak. Pakse si trova alla foce dei fiumi Xedong e Mekong. Il termine Pakse significa "Bocca del fiume Se". Fa circa 88000 abitanti  e ha un aeroporto internazionale che funge da collegamento con l'altopiano di Bolaven. L’ aeroporto, completato nel 2009, ha collegamenti con Siem Reap, Vientiane e Bangkok; ha due ponti importanti, uno è il “Secondo Ponte dell'Amicizia” costruito nel 2000 dopo il “Primo Ponte dell'Amicizia”(1994) che collega la Thailandia con il Laos a Vientiane, anch'esso collega i due paesi qui a
Pakse. Poi c’è il ponte “Giapponese” che collega la città di Pakse con il distretto di Phonthong nel Laos meridionale. Entrambi passano sul Mekong. È una cittadina di transito tra il Laos di mezzo e le 4000 isole, che si trovano a sud e sono famosissime per le bellezze naturalistiche che offrono. Pakse ha, inoltre, tantissime attività ricettive di buon livello, guesthouse e hotel a prezzi assolutamente vantaggiosi e dagli
standard leggermente elevati rispetto al basso livello laotiano. Le strade sono ampie, ben tenute e ci sono molti ristorantini che meritano, un consiglio per chi avesse la fortuna di capitare qui: il Sabaidee restaurant e il suo dirimpettaio strepitoso Daolin, al top in qualità/prezzo e pulizia, cucina laotiana e vietnamita, carne e intingoli deliziosi e tante altre cose. La città non offre tante attrazioni, diciamo che oltre ai mercati locali, sempre surreali e da vivere, ci sono tre
punti d'interesse: il Wat (o Vat) Phrabad il più antico e in cui dovrebbe esserci un impronta di Buddha; il secondo è il Wat (o Vat) Luang, più grande e più turistico e poi il Wat (o Vat) Phou Salao dove c'è il grande Buddha dorato. Rispettivamente il primo, se avete altro da fare, saltatelo; è brutto, trascurato dagli stessi monaci che ci vivono, pieno di rifiuti e sede di tombe e mausolei di defunti, oltretutto non abbiamo capito dove sarebbe questa impronta. Non ci va nessuno e a ragione. Il secondo è più grande ma veramente insignificante, a meno che non sia il primo tempio che vedete, anche qui niente da rilevare. Il grande
Buddha sta sulla collina più alta della città e dal punto di vista panoramico è assolutamente da vedere, si vede tutta la città e oltre, peccato che la foschia non permetta una buona visibilità, si dice che si veda la famosa Piana di Bolaven, distante circa 50 km, dove andremo domani con il nostro mezzo potente. Il questo piana o tavoliere, come meglio si traduce, si trovano cascate, villaggi e piantagioni di caffè di cui i laotiani sono grandi coltivatori. Per il resto il grande Buddha è circondato da immondezza, qualche bancarella, un piccolo monastero e un tempio piccolo in restauro. Ci sono anche tante statue identiche dello stesso Buddha, più piccole, poste in fila parallele.. col resto di due, insomma andate per il panorama e basta. Considerando che alle 13.30 abbiamo visto tutto e che il caldo è davvero torrido, ci dirigiamo in albergo, non prima di aver mangiato qualcosa al centro. La giornata finisce così, tra piscina, blog e uscita serale per cenetta.

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