"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

5 febbraio 2019 . Chiang Rai, White Temple

Ultimo giorno in Thailandia.
Siamo sempre a Chiang Rai e domani lasceremo questo bellissimo paese. Oggi si va di scooter. Noleggiamo un 125 cc abbastanza nuovo, per il solito prezzo di 250 Bhat (euro 7.50)per 24 ore che, nel nostro caso,dovendo partire domani mattina prestissimo, saranno molto ridotte;
dobbiamo riportarlo entro le 19.00, ora di chiusura del negozio di noleggio. Ok, alle 10.00 partiamo in direzione White Temple, il Tempio Bianco, che dista dal centro circa 15Km. E’ una delle due attrazioni fuori porta, l'altra è la Black House, La Casa Nera, creazione molto particolare dell'eccentrico artista Thawan Dunchanee che ha creato questi ambienti, studio, casa e museo, tutti neri, con commistione tra arte moderna, stili diversi tra thai e surrealismo. Purtroppo, per motivi logistici, non potremmo visitarlo; è troppo distante da Chiang Rai e dopo il Tempio bianco non ci rimarrebbe il tempo per farlo. Ci dedichiamo solo al primo. Arriviamo e siamo allibiti dalla mole di gente che c’è. Troppa. Però non ci facciamo
intimorire anche perché la bellezza di quest'opera è strabiliante. A dire il vero si chiama Wat Rong Khun ed è un Tempio buddista, con influenze induiste, di recente costruzione. Venne iniziato nel 1997 e, come la Sagrada Familia, la sua continua espansione lo porterà ad una conclusione nel prossimo futuro, previsione del termine 2070, ma non è detto. È un imponente gioco di linee sinuose, guglie, ghirigori, tutto bianchissimo, ricoperto di gesso e specchietti che riflettono la luce del sole creano uno spettacolo di luccichii, tutto voluto dal suo creatore l'artista, architetto, genio, Chalermchai Kositpipat. Questo genio, molto aperto a tutte le culture, molto religioso ma altrettanto tollerante, ha voluto creare questa meraviglia tutta bianca, il colore della purezza per i buddisti, quindi Buddha nella Pagoda centrale, il cuore centrale, ma anche Ganesha, all’esterno, un Dio Indù importantissimo che rappresenta l'equilibrio tra energia maschile e femminile, tra forza e dolcezza, tra potenza e bellezza, con la capacità di distinguere la verità dall'illusione; guarda caso è anche Dio delle
arti e della cultura. Dentro la Pgoda, dove c’è il Buddha, la semplicità degli arredi è totalmente spiazzante rispetto alla magnificenza esterna però alle pareti ci sono diversi dipinti, murales  del tutto “profani” e attuali che rappresentano scene apocalittiche. C'è un teschio con le orbite di fuoco e poi la caduta delle torri gemelle, con immagini di supereroi, a noi noti, che probabilmente sono la visione di realtà e fantasia nella nostra società. Insomma, non si può non andare a visitarlo. All'esterno, oltre la bellezza pazzesca del Tempio, ci sono moltissime allusioni alla vita, al potere, alla bramosia costante dell'essere umano, che vuole sempre di più. Tutto molto significativo, molte le metafore architettoniche e tante le cose che ti fanno stare ore ad ammirare ogni dettaglio. Costo d'ingresso, solo 50 Bhat (euro 1.50), dico solo perché è davvero un gioiello di arte, conoscenza, pensiero e dedizione. Quest'uomo, che dorme pochissimo e poi medita ogni mattina per più di un'ora, prima di dedicarsi agli allievi della sua scuola, non ha voluto nessun contributo da enti pubblici né religiosi per non essere
costretto a piegarsi al volere di questi, bello eh?. Annesso al Tempio c'è il museo dedicato all'artista, con le sue tele più famose e i lavori di scultura, miniature o grandi opere (tutto compreso nel prezzo d’ingresso). Dopo aver visitato tutto il Tempio e prima del museo, ci fermiamo per il pranzo. Intorno ci sono tantissimi punti di ristoro, alcuni molto carini e pulitissimi, dove puoi trovare qualsiasi cosa da mangiare. Prima però, passando davanti ad una vetrina di massaggi Thai, decidiamo di fare un ultimo massaggio e un ultimo tentativo di prova di questo antico e sicuramente importante tipo di massaggio. Stanza profumatissima, due postazioni e due signore serissime con tanto di segretaria. Musica di sottofondo e si inizia. Per me è il primo a tutto il corpo, per Gigi il secondo. Stessa pratica, ci danno una camiciola e un pantalone da indossare e ci stendiamo. Nonostante abbia cercato di rilassarmi, vi assicuro che è impossibile. La tecnica di digitopressione che utilizzano e il carico su articolazioni e parti sensibili lo rendono più terapeutico che rilassante, ma forse è proprio la sua finalità. Gigi dice che è stato molto simile al primo che ha fatto qualche giorno fa ma la pressione esercitata da queste signore era un po’ inferiore a quella delle altre del centro a Chiang Mai. Una cosa è certa, lo rifaremo sicuramente, quando torneremo in Thailandia (perché TORNEREMO!) e ci documenteremo meglio su cosa sia e quali benefici apporti. Finito il massaggio, che comunque ci fa stare meglio, andiamo a mangiare qualcosa. Scegliamo una locanda e ci facciamo portare un piatto tipico: Fried Noodels whit pork soup: una zuppa di noodles e maiale. Peccato che la zuppa fosse buonissima ma il maiale forse era fuggito prima perché al
suo posto c'erano pezzetti di carne secca, molto buona, ma poi quadratini di qualcosa di scuro, sembrava polmone. Stessa consistenza. Io, non mangiando interiora di maiale, solo di maiale sia chiaro, lo dico per i nostri gioiellieri della carne (Franco e Signora) che ci dovranno preparare una bella cordula o treccia al nostro rientro, ho mangiato tutto tranne quello; Gigi tutto tutto, da brivido. Dopo il pranzo e dopo il museo si sono fatte le 16.30; prendiamo la via di rientro. Visto che abbiamo lo scooter, andiamo a vedere la zona alta di Chiang Rai, dove ci sono i diversamente benestanti,  quelli che vivono nelle casette molto spartane, tipo capanna. Non sembrano in situazioni drammatiche anzi, moto semplici e dignitosi. Panorama sulla cittadina e un Tempio, il Wat Phra That Chom Thong, composto da una Pagoda dorata e un Chedi. All'esterno tanti pilastini posti in cerchio  a livelli diversi che attorniato quello che è il Pilastro centrale detto City Navel, niente di rilevante, ricorda vagamente una mini Stonehenge, molto brutta. OK si rientra davvero. Consegna scooter, cena in una baracca con cibo da strada, oggi pollo fritto e riso, gelato in una gelateria artigianale molto ma molto carina e nanna. Domani si va via.

A chi ci chiederà se ci è piaciuta la Thailandia risponderemo SIIII; a chi ci chiederà cosa ci è piaciuto di più o cosa c'è rimasto impresso risponderemo così. Innanzitutto è stato bellissimo poter far cadere mille pregiudizi che avevamo, almeno io (Rob) su questa terra. Ogni volta che ne sentivo parlare e vedevo qualche reportage, era tutto incentrato sulla prostituzione e la pedofilia. È vero che qui la prostituzione, come vi abbiamo già raccontato, è molto presente, soprattutto in tutta l'area del sud. È vero che molte donne, non orgogliose né probabilmente così dignitose e semplici da accontentarsi, come le birmane, si vendono; vendono la loro dignità a esseri derelitti, spesso risultato di vite dissolute o di caratteri impossibili, vecchi babbioni viscidi, che così si fanno la badante. Probabilmente esiste quella tragedia della pedofilia che, fortunatamente, non abbiamo avuto sentore di cogliere. Ci sono mille contraddizioni, come spesso in questi paesi ma dobbiamo chinare il capo dinnanzi a tale capacità di accoglienza. Potresti essere catapultato completamente nudo in qualunque posto della Thailandia che nel giro di pochi secondi avresti lì vicino una bancarella con abbigliamento intimo e altri capi a due lire; una bancarella di cibo di qualunque genere; un mezzo per spostarti, tuk tuk bici o motorino; un distributore di benzina; uno di acqua potabile; un piccolo market provvisto anche di cibo e roba da bere calda o fredda; un bancomat e, soprattutto tanta collaborazione a risolverti i problemi. Ecco, la Thailandia non ti lascia mai solo, ti senti e sei sicuro di potertelo cavare sempre. Cosa invece spesso ci ha lasciti perplessi è questo fanatismo religioso incomprensibile. Donazioni di denaro e di cibo ad una statua, la devozione estrema. La totale indifferenza e la grande tolleranza per tutti ma, di contro, l'imposizione, anche sonora, del buddismo. E noi che, vivendo fronte chiesa, ci lamentiamo per le campane, altro che campane! Dagli altoparlanti dei Templi, se non sui bus, tutti a pregare per ore. Ma se questo è il risultato dobbiamo ammettere che si può accettare. Lasciamo una bellissima terra ricca di ambienti e luoghi completamente diversi tra loro e sempre meravigliosi. Ci lascerà tantissimi ricordi ma soprattutto la certezza di volerci tornare una, due, mille volte senza mai stufarci. Kabpkun Thai, grazie Thailandia, ci sei tanto piaciuta.

2 commenti:

  1. ciao frategnata.... cosa dire... i vostri racconti giornalieri sono stati cosi belli che il mio viaggio in Thailandia in confronto è stato una cagata hahahaha ciao a presto Stella

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    1. Ma bah, nessun viaggio è una cagara. Per poco che sia è sempre meglio di niente.

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