"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

10 aprile 2019. Da Hoi Han in visita a Danang

Lasciamo la bicicletta per oggi e noleggiamo uno scooter (costo 140.000 dong= euro 5,40) per andare a vedere la città di Danang che dista circa 20 Km da qui. A dire il vero Danang era il compromesso ad Hoi Han per un eventuale alloggio di qualche giorno. Nella nostra pianificazione domestica avevamo il dubbio su quale scegliere tra le due. La scelta poi è stata dettata da diversi fattori nonché la possibilità, comunque, di poter vedere anche Danang. Questa mega città è famosa soprattutto per una attrazione archittettonica moderna che si chiama Cau Vang ovvero Golden Bridge, il ponte sorretto da due grandi mani. Sembra molto bello dalle fotografie sul web. Sta nelle colline di Ba Na a circa 40 minuti di auto da Danang. È lungo 150 metri e sta a 1400 metri di altitudine. Il Golden Bridge si raggiunge grazie ad una funivia lunga 577 metri. Il costo non è modico, con tour organizzato, circa 40 euro a testa ma alla fine comprende tutto il tragitto dal tuo hotel, andata e ritorno, con pranzo incluso. Originariamente volevamo vederlo; per due giorni abbiamo discusso se andare o no ma dopo aver letto tanto abbiamo optato per il no. Si tratta di un parco turistico a tema dove all'interno è, chiaramente, tutto artificiale, una specie di Disneyland sui generis. Spesso c'è molta nebbia, cosa che ne impedisce una buona visuale ed è un tour che ti porta via un'intera giornata. Questo ci avrebbe comportato non vedere altro di Danang e, credeteci, sarebbe stato un errore madornale. Danang è bellissima. Incredibile veramente incredibile quanto sia bella e servita da ogni cosa questa meravigliosa metropoli. Ha diversi luoghi di attrazione molto interessanti e, nonostante palazzi e qualche grattacielo, le ampie strade la rendono vivibile e aperta, non soffocante. Poi c'è lui, il gran signore da noi adorato dopo il sole: il mare. Ma andiamo con ordine.
Nel tragitto tra le due città, Hoi An e Danang appunto, c'è la famosa “Marble Mountain” (montagna di marmo) conosciuta anche come Water Mountain. Ai suoi piedi artisti del marmo, sculture meravigliose e negozi di vendita di esse. Il marmo usato non è quello della montagna sovrastante (che é un misto di marmo e vegetazione rigogliosissima) ma proviene dalla vicina Cina, per preservare quello del sito ovviamente. Parcheggiare non è facile perché moltissime donne del posto vi diranno che dovete pagare e non potete parcheggiare se non dove vi dicono loro: è una bufala! Lasciatele perdere e parcheggiate dove volete, stando attenti ai parcheggi riservati a bus e taxi. Una volta trovato sistemazione per lo scooter, andiamo a fare i biglietti; ci sono due modi per salire i primi 40 metri di dislivello: gradini o ascensore. Noi optiamo per il secondo che é anche panoramico.
Vi suggeriamo di fare così perché comunque gradini e gradoni ne farete tanti dopo. Costo: biglietto per ingresso al sito, 40.000 dong a testa; ascensore 15.000 a testa per la sola salita; tot. 55. 000 a testa (2 euro). Arrivati su, la prima cosa che salta all'occhio è il panorama: di fronte a noi due montagne, di cui una a forma conica, una specie di panettone, che sovrastano il paesino del marmo. Alle nostre spalle si erge un tempio, una pagoda a torre, a più piani, ottagonale, tipica delle religioni tao/buddiste. Andiamo a vederla e sinceramente non è un granché, tanto che pensiamo ad una bella fregatura. Camminiamo oltre e capiamo che c'è dell'altro dalla marea di turisti che vanno e vengono e, soprattutto, dalle indicazioni sui supporti di legno. Meglio ancora, vediamo un cartellone con la mappa dell'intera area: è molto vasta, piena di punti d'interesse. Iniziamo ad esplorare i vari punti. Per arrivare ad ognuno di essi, gradoni di marmo, grotte passanti, anfratti e grotticine che portano a bellissime pagode colorate, templi con Budda o altre divinità taoiste e punti panoramici mozzafiato sulla città di Danang e la sua interminabile spiaggia. L'intera montagna è di marmo coperto da
una lussureggiante vegetazione che, nonostante ci dia sollievo con passaggi all'ombra, fa sentire la sua umidità. Siamo fradici, c'è molto caldo ma soprattutto umido. Le meraviglie intorno sono tante; uno degli ultimi templi che vediamo è praticamente incastonato in un'ampia grotta, con accesso in una sorta di portone ad arco, in muratura. Dopo due ore passate ad ammirare queste bellezze scendiamo. Il tempo passa, il caldo aumenta e Da Nang con il suo mare ci aspettano a qualche km da qui. Tornati giù, inforchiamo il motorino con sella infuocata e fuggiamo verso la spiaggia. Durante il percorso per arrivare ad essa, entriamo in città: alberghi, case e casone, strade larghissime e pulite e spazi verdi. È una città moderna ma ha il fascino delle città asiatiche dove, nonostante la marea di gente, si respira tranquillità, no stress.
Da Nang (o Danang) è anche la città dai ponti strani che attraversiamo: uno per tutti è a forma di drago; un altro è a strallo con cavi colorati arancioni e così via. Raggiungiamo la costa: Maremma maiala, è bellissima! È la “My Khe Beach”, una delle spiagge più belle al mondo (riconoscimento datole dalla rivista Forbes) che appartiene alla costa di Danang che è lunga 35 km, rendendo questa la città costiera più bella del Vietnam. Tutto il lungo mare è servito da caffetterie, ristorantini e soprattutto la spiaggia; una meravigliosa spiaggia lunghissima e abbastanza larga da non far trovare gli astanti gli uni sugli altri. Sinceramente abbiamo visto tante spiagge cittadine famose, compreso quelle blasonate messicane e americane, ma questa è davvero la migliore.
La sua bellezza non è solo l'ampia e lunga spiaggia pulitissima e piena di palme che fanno da ombrelloni naturali ma l'acqua, pulita e della giusta temperatura, né calda né fredda. Insomma, se dovessimo tornare in questa costa, questo sarebbe uno dei luoghi di residenza. Stiamo un'oretta, tra tuffi e spiaggia, ad ammirare tutto questo. Sull'altro lato incombono hotel prestigiosi, palazzi e, in lontananza, i grattacieli ma l'ampia strada che separa questi edifici dal lungomare non fa sentire la loro presenza. A malincuore ci spostiamo, ma sono tante ancora le cose da vedere. Dapprima ci fermiamo in uno dei tantissimi caffè/bar/ristoranti per mangiare il panino tipico vietnamita, il Banh Mi (che vuol dire panino), farcito di carne o formaggio (tipo sottiletta), qualche volta anche pesce, verdure e salsine. Accompagnamo il tutto con la birra vietnamita “Larue”, che con la “Saigon” sono le birre locali che per ora conosciamo. È ora di dirigerci verso la “Son Tra Mountain” conosciuta anche come Monkey Mountain, parco nazionale a circa 690 metri sul
livello del mare, nella penisola omonima di Son Tra, appunto, a 9 km dalla spiaggia di My Khe e a 14 dal centro di Danang. Una bellissima statua, la più alta del Vietnam, sovrasta la collina, é la Lady Buddha di Danang. Questa statua si trova all'interno della pagoda di Linh Ung ed è alta 67 metri con un diametro di 35 m. Si appoggia sulla montagna di fronte al mare e guarda con occhi gentili verso il basso; in una mano tiene una bottiglia di acqua (santa) che sembra voler spargere, quale benedizione, sui pescatori sottostanti. La pagoda di Linh Ung, invece, è la pagoda più grande della città sia in dimensioni, circa 20 ettari, che di architettura. È di recente costruzione (inaugurata nel 2010) ed è un simbolo di sviluppo del buddismo vietnamita. Lo stile contemporaneo si combina con la tradizione delle pagode vietnamite; ha un tetto curvo a forma di drago e pilastri anch'essi circondati da draghi. Non continuo a descrivere perché non sono in grado ma è un'area quasi interminabile tra bellissime pagode e giardini curatissimi pieni di orchidee e, soprattutto, bonsai centenari, uno spettacolo. Il panorama è a 360°su tutta la città e il mare; i templi sono pazzeschi. Non sono sfarzosi e colorati come quelli tailandesi ma
hanno una sobria eleganza che li rende ancora più affascinanti. La loro forma è a torre con piani ottagonali, come sopra indicato per quelli della Marble Mountain, e sono molto alti e imponenti. L'architettura è palesemente nord asiatica, Cina soprattutto. I colori predominanti sono il grigio chiaro ed il bianco con qualche tocco di giallo. Sono taoisti, misto buddisti con qualche influenza induista. Troverete Buddha cinese (quello panciuto per intenderci), con i suoi discepoli; troverete dei e guerrieri pronti alla difesa delle divinità con le loro armature e le facce incazzate. Troverete la dea Kali dalle tante braccia, insomma un minestrone di credo religiosi influenzatisi vicendevolmente. Ma della bellezza degli interni, ne vogliamo parlare? Meglio qualche immagine.Tutte le sculture in legno, divinamente (è proprio il caso di dirlo) scolpite. Nonostante la
marea di gente e il pomeriggio che avanza, non vorremmo andare via; troppe cose da guardare intorno a noi, gli occhi non ci bastano. Scendiamo di nuovo giù verso la grande Danang e da qui riprendiamo la via di “casa”. Poco dopo essere scesi, però, vediamo un altro Tempio tipico Chinese. Entriamo? Non entriamo? Basta con i templi? No; entriamo. Fortunatamente è piccolo😂. Qualche foto, perché merita anch'esso, e si rientra fiancheggiando la costa. Sono le 17.00 circa e il cielo si annuvola; sembra pronto a bagnarci, invece riusciamo ad arrivare in albergo tanto asciutti quanto stanchi. Doccia rifocillante, caffè e poi “aperibirra” e patatine, comprate in un negozietto vicino all'hotel dove ho pure ritrovato il sapone Camay che non vedevo da quando ero bambina. Sistematina, lavaggio costume e altro, scarica foto su Hard disk e si esce per cena, ore 20.30. Torniamo al ristorantino del primo giorno e il titolare e le cameriere ci riconoscono e ci salutano dicendo che sono felici di rivederci…. Aaa questi vietnamiti, sono unici.

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