"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

15 aprile 2019. da Hue’ a Ninh Binh, devastante


Dovevamo partire alle 17:00 di ieri, ma non è stato così. Ci avevano detto che saremmo arrivati all'incirca alle 7:00, ma non è stato cosi. Insomma una trasferta disastrosa. Ma
vediamo con ordine. Siamo nella hall dell’albergo dalle 16:00; l’appuntamento per venire a prenderci è alle 16:30. Alle 17:30, con nostro nervosismo e preoccupazione galoppante, arrivano due tizi in scooter con il compito di accompagnarci alla bus station. Con zaini giganti e borsa a tracolla saremmo dovuti andare in scooter. Mi sale “l'incazzo” e mi rivolgo alla tizia della reception che ha curato il nostro trasferimento; mi capisce senza che apra bocca. Comincia a fare delle telefonate e alla fine arriva un taxi, che paga lei, per accompagnarci al bus.
Si parte alle 18:00. Sosta di mezz'ora, dopo due ore di viaggio, si cena. Nuovamente in viaggio, siamo in uno sleep bus, bagno a bordo, quindi nessuna “sosta tecnica”. La trasferta è di 600 chilometri circa, costo del biglietto 9 euro a testa. Siamo quasi sempre in dormiveglia, è difficile dormire bene, gli spazi, alla fine, sono abbastanza stretti. Sono quasi assopito, sento schiamazzi e qualcuno che urla Ninh Binh. Ci scambiamo un’ occhiata con Robi, guardiamo l'orologio, sono le 3:20 del mattino e siamo arrivati, allucinante. Scendiamo increduli e sconvolti, così come qualche altro turista che era in viaggio con noi; il bus deve proseguire per Hanoi (Ninh Binh è di passaggio). Aiutati dalla luce del telefonino cerchiamo i bagagli, sono sotto tutti gli altri; li sfiliamo e quasi ci rifiutiamo di capire cosa sta succedendo. Imbraccio lo zaino, ma qualcosa mi disturba, un tanfo incredibile di urina; penso provenga dal bus e faccio cenno a Robi di spostaci. La puzza mi segue, “cazzo”! il mio zaino è impregnato di urina, mando tutte le maledizioni possibili a quei bastardi della compagnia dei bus, incredibile. Siamo a 8 chilometri dalla città, sono le 3:30 di mattina e ho uno zaino che puzza come un cesso pubblico e, per giunta, piove. Stiamo in questa specie di stazione a capire cosa fare. Andare in hotel non si può, troppo presto; come spostarsi per raggiungere la città non si sa, oltre il gruppetto che è sceso dall’autobus, non c'è anima viva e non possiamo muoverci perché piove, un casino. Smette un attimo di piovere e trovo un taxi che per 100.000 Dong (4 Euro) ci accompagna in hotel. Continua a piovere, arriviamo in hotel, la reception, ingresso compreso, è chiusa. Suono e dopo qualche minuto arriva un’anima pia che ci fa entrare e accomodare in un divanetto dove staremo sino alle 7:00; lo zaino e pure io puzziamo di piscio e la camera, dove potermi lavare, ha il check in alle 14:00. Il titolare dell'hotel (conduzione familiare) ha compassione di noi e verso le 8 ci
concede una camera ripulita in fretta e furia appena lasciata, giusto per schiarirci le idee. Facciamo colazione e saliamo in camera (provvisoria); vorrei vedere dentro lo zaino, ho tutta la mia roba e la cosa mi preoccupa assai. Per fortuna il vestiario è indenne, lo zaino invece è irrecuperabile, da buttare. La mia puzza, invece, è concentrata su un pile che ho usato per dormire e sul quale ho portato lo zaino, ma questo si può recuperare (forse). Continua a piovigginare, ha quasi smesso. Abbiamo un’urgenza, cercare uno zaino nuovo. Ci prestano due ombrelli e ci incamminiamo per le vie di questa città. Molti negozi sono chiusi e altri stanno aprendo, sono le 9.00. Strade lunghe e trafficate, grigiore, pozzanghere e pioggerellina non ci fanno apprezzare troppo questo posto. Ci sono diversi negozietti di scarpe, gioiellerie, abbigliamento abbastanza grezzo rispetto a quanto avevamo visto finora in Vietnam; scarpe, orerie, scarpe...ma quanto caspita camminano? e dire che usano soprattutto le ciabattine! Zaini manco a pagarli oro, solo quelli più piccoli e tante borse da donna. Andiamo al mercato; qui c'è sempre da rimanere esterrefatti; sono simili tra loro ma alla fine sono l'anima della gente, da vedere. Sfiniti e disarmati, diszainati direi, rientriamo in hotel; ore 11.30. Il titolare ci ha fatto preparare la camera in anticipo: stanza 407, è la King room e costa 23 euro a notte con prima colzione. L'albergo si chiama Friendly House ed è davvero friendly, amichevole. Manca solo l'ascensore per definirlo perfetto. La hall piccolina, con dietro la saletta ristorante, sono un bijoux; curato nei particolari, molto european style. La camera poi è il giusto premio per le piccole disavventure di oggi: spaziosa, confortevole, pulitissima, soprattutto molto bella. Il bagno idem; la doccia con vetro separatore diventa subito la nostra meta. Ci laviamo come fosse l'ultima volta e consegnamo tutta la roba al servizio lavanderia, compreso il mio pile. Purtroppo non ne ho trovati in giro di simili e mi serve, perché ho solo questo, per ora. Dopo la doccia ristoratrice scendiamo giù e pranziamo qui, in hotel. Cucinano da Dio: un piatto di noodles con verdure e uova, birra freschissima, una new entry,“Bia Hanoi”, gradazione 4.4, very good, il tutto concluso con un piattone di frutta fresca in omaggio. Pomeriggio grigio e piovosetto, stiamo in camera a riposare e gestire le prossime tappe. Ceniamo sempre qua, nel ristorante dell'albergo e ci delizaimo con un set menù composto di alcune pietanze tipiche come degli spring rools vietnamiti, verdure saltate in padella e un loro spezzatino di mano e verdure. Oltre al piatto di frutta finale, ci offrono il famoso vino di riso. Finalmente riusciamo ad assaggiarlo, un distillato ricavato dal riso, con gradazione alcolica 45°, davvero piacevole. Insomma, la giusta conclusione di una giornata un pochino impegnativa. Domani prenderemo uno scooter (6 dollari al giorno) per spostarci verso le varie attrazioni del posto, pioggia permettendo. 

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