"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

14 Aprile 2019. Hue’, Imperial City.


Stamattina di buona lena, dopo la colazione di frutta, yogurt, pancake e te/caffè, carichi, ci dirigiamo verso la nostra ultima meta qui a Hue’: la Cittadella. Dista circa 1.300 metri dal
nostro albergo, quindi ci incamminiamo. Nonostante siano le 9.00, la giornata è già calda, il sole non splende del tutto perché una leggera cappa di nuvole lo copre. Attraversiamo il fiume Song Hurong, che divide la città, utilizziamo il ponte Cau Turong Tien con le sue arcate metalliche. Cammina, cammina, facciamo un paio di acquisti di vestiario utile; troviamo alcuni capi che ci servivano, anche se questo vuol dire abbandonare qualcosa di vecchio che ci segue ormai da quattro mesi nello zaino. I nostri zaini sono pieni come uova, senza alcuna possibilità di spazi residui, motivo per cui non avremo la possibilità di portarci via souvenirs. Il viaggio è ancora molto lungo e vi assicuro che fare i bagagli ogni due tre giorni, cercando di rimettere tutto, in modo che ci stia tutto, non è semplice. Considerando, inoltre, che poi vengono lanciati e stipati nei bagagliai dei bus come fossero stracci vecchi, qualunque souvenir non sopravvivrebbe. Pazienza, ci saranno le
immagini e il blog a ricordarci questa bella avventura. Arriviamo alla cittadella, ingresso 150.000  dong a testa (6 euro). Come forse ho già scritto, la città di Hue fu capitale imperiale del Vietnam nel passato e molte reliquie architettoniche e culturali si sono mantenute fino ad oggi perfettamente, o quasi, conservate. Tra le varie guerre che hanno devastato questa bella cittadina un evento in particolare fu disastroso, tanto da distruggere gran parte dei più begli edifici antichi: “l'offensiva del Têt”. Il Tet è il capodanno vietnamita, festività importantissima, che ogni anno cambia data tra gennaio e febbraio. Durante questa festività il Vietnam si ferma; negozi chiusi, scuole chiuse, solo incontri conviviali e festa. In piena guerra del Vietnam, nel 1968 tra il 30 e il 31 gennaio, l'esercito nordvietnamita e i Viet Cong attaccarono a sorpresa le truppe americane stanziate anche qui. Gli attacchi delle forze comuniste colpirono praticamente tutte le maggiori città del Vietnam del Sud raggiungendo notevoli
successi e, nel caso specifico, cogliendo impreparate le forze americane e sudvietnamite. Come storia insegna, [..dopo violenti scontri e pesanti perdite per entrambe le parti, le forze americane e sudvietnamite ripresero il controllo della situazione, riconquistando le posizioni inizialmente perdute. Questa offensiva  fu un momento decisivo della guerra del Vietnam; nonostante il mancato successo militare, costituì una grande vittoria morale e propagandistica per i Viet Cong e il Vietnam del Nord e provocò una grave crisi politica negli Stati Uniti.] Dopo poche settimane l’ allora presidente americano Lyndon Johnson decise (o fu costretto? che dite?) di ritirarsi dalla vita politica e di arrestare l'escalation di violenze, iniziando i colloqui di pace. Purtroppo anche la Cittadella di Hue’ebbe grandi perdite ma fu letteralmente ricostruita grazie
al lavoro di sensibilizzazione negli anni successivi, al termine della guerra, riportandola all'antico splendore, tanto da farla dichiarare nel ‘93, patrimonio dell'Umanità dall’UNESCO. È molto estesa, circa 10 ettari e rappresenta una fortezza, una suddivisione tra i sovrani e la plebe. Fu edificata tra il 1804 e il 1833 dai regnanti della dinastia Nguyen. Le sue mura sono alte 6,5 m e ha 10 ingressi. Esse circondano la grandiosa Città Imperiale, che, con un perimetro di 600 metri segue la stessa disposizione della più rinomata Città Proibita di Pechino. Strade ombreggiate da alberi, vecchi palazzi e giardini fioriti offrono una passeggiata piacevole. All'interno, tra i tanti edifici c’è anche la cosiddetta Città Purpurea Proibita, un'area  dove avevano accesso solo le mogli dell'imperatore, le sue concubine e gli
eunuchi. Uno degli edifici che ci è piaciuto di più è il teatro: perfetto. Piccolo ma veramente un bijoux, rappresenta quanto questa dinastia fosse sensibile alle arti e alla musica. Ci sono alcuni strumenti esposti e maschere di cartapesta, utilizzate dagli attori per le rappresentazioni. Il Palazzo Thai Hoa (palazzo della suprema pace), dove governava l'imperatore, che si autodefiniva Figlio del Cielo, ha al suo interno  colonne laccate color vermiglio e intarsi d'oro, l'unico mobilio resta il trono, sollevato su terrazze sotto un soffitto che rappresenta il cielo, non si può fotografare!! Dietro il Palazzo, oggi, molte distese erbose hanno preso il posto delle strutture reali che vi si trovavano in passato (è il più
evidente pegno pagato alla guerra). Insomma tanto da raccontare, bellissimo sito, da visitare in non meno di 3 ore, quelle che sono servite a noi con interruzione snack in un ristorantino all'interno. Usciti da qui alle 14.30, ci sediamo mezz'oretta in una bella caffetteria che si chiama Grand Caffè, molto curata, molto accogliente e anche abbastanza economica. Un caffè al cocco per me e smoothie al passion fruit per Gi ed è ora di tornare in hotel. Ci aspetta la trasferta con bus notturno. La partenza è prevista per le 17.00, direzione Ninh Binh, un po più a nord, a più di 500 km da quì. Previsione di arrivo domattina tra le 7.00 e le 8.00...speriamo bene.

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