"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

3 aprile 2019. Ho Chi Minh, Jade Emperor Pagoda

Oggi continuiamo con il nostro vagabondare per le strade della città. Ieri abbiamo prefissato la meta odierna, Pagoda dello Jade Emperor, il sovrano del paradiso, una delle maggiori divinità della religione taoista.
Questa Pagoda dista dal nostro albergo circa tre chilometri, ma a noi i chilometri non fanno paura. Con passo abbastanza rilassato e presi dai nostri progetti futuri, ci ritroviamo a ridosso della pagoda. Jade Emperor Pagoda fa parte di un tempio taoista, costruito dalla comunità cinese cantonese durante gli anni 1892-1909. Questo tempio è conosciuto anche con i nomi di Ngoc Hoang Pagoda e anche come Tu Hai Phuoc Pagoda. L'ingresso e il cortile passano quasi inosservati, l'unica evidenza è
la colorazione dei muri; un rosa intenso contraddistingue il sito dal contesto circostante. Tutta la parte esterna non desta molto scalpore: un tempietto con tanto fumo di incensi e due vasche, prima dell'ingresso all'interno della pagoda. Le due vasche ospitano, rispettivamente, dei grossi pesci, mentre l'altra una miriade di tartarughe, considerate di buon auspicio e portafortuna. La sorpresa è tutta all'interno. Dopo aver attraversato le bellissime porte d'ingresso, di legno intarsiato, trovano posto, su entrambi i lati, delle statue giganti, dovrebbero essere i guardiani del tempio. La struttura è composta da più stanze che sono rappresentative e diversamente importanti a seconda di

quello che il devoto è venuto a chiedere.  È un tempio molto importante per i credenti ed è visitato soprattutto da coloro i quali hanno difficoltà a procreare ma anche da molti altri fedeli che sono, per noi profani, la vera attrazione. Gli interni sono allestiti con statue lignee di guerrieri/custodi del Jade Emperor che rendono il tutto molto particolare. Intagli incisioni e scritture cinesi fanno da contorno. Insomma una visita che non poteva essere ignorata, molto interessante. Con Robi ci ritagliamo qualche minuto seduti nelle panche che popolano la piazzetta della pagoda e parte un ragionamento sull'analisi di quanto l'uomo abbia necessità di vivere nella speranza che qualcosa avvenga, poi, che si chiami Cristo, Buddha, Allah, l'importante è credere che un'entità sovrannaturale possa farci grazia di qualcosa. Personalmente avrei delle risposte ben chiare a tutto ciò, ma preferisco sorvolare. Riprendiamo il nostro cammino, il viaggio è soprattutto questo, camminare tra la gente, vedere gli stili di vita di questa, osservare i modi più disparati che si inventa l'uomo per sopravvivere, per sbarcare il lunario quotidianamente. Non solo edifici, monumenti, musei, ma gente, persone, il vero patrimonio dei vari paesi. La nostra camminata di rientro ci porta nei pressi dello zoo ( lungi da noi visitare) e ancora in una zona con palazzoni e grattacieli.
Ho Chi Minh è proprio camaleontica, ti sposti di un chilometro e cambia fisionomia. In una zona non molto lontana dal nostro alloggio, catturano la nostra attenzione dei bei murales; uno in particolare mi piace, è un flash back a una delle mie passioni abbandonata ormai da quattro mesi, tanto è che siamo in Asia. Un murales con un grande "Martin pescatore", uno degli uccelli che amo di più fotografare. Per ora ci accontentiamo di viaggiare, poi riprenderà pure quell'attività. Siamo nuovamente nei dintorni del nostro hotel e si sono fatte quasi le due. La nostra zona è infestata da locali pro turista, quelli con una facciata figa ma con cucina gestita come quelle da street food.... aaa, l'apparenza quanto inganna. Noi da un po evitiamo questo tipo di locale per prediligere quelli frequentati dai locali. Il menù, alla fine, è quasi sempre uguale, uno è infiocchettato l'altro essenziale e quasi sempre di sostanza. Soddisfatto il nostro bisogno alimentare, ci rifugiamo in camera. Quì sicuramente stiamo al fresco. Iniziamo con i primi preparativi per lo spostamento di domani, cominciamo a verificare la disponibilità di alberghi per le tappe successive e delineare quali mezzi usare. Con questa attività si fa buio. La sera, questa zona in particolare, siamo nel distretto 1, si anima di locali di "massaggio"; signorine con abiti succinti attirano
l'attenzione del turista per proporgli la prestazione, non è difficile pensare che non siano proprio proprio "massaggiatrici" o meglio, dipende da quello che intendono massaggiare. Ebbene si, anche qui la prostituzione sembra sdoganata, purtroppo è una costante di questi posti, soprattutto delle grandi città. Finiamo la serata con una passeggiata in riva al fiume, osservando le luci della città che si riflettono sull' acqua. Buonanotte.  



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