"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

2 Aprile 2019, a piedi per le vie di Ho Chi Minh (Saigon) city: Cattedrale di Notre Dame; Palazzo dell’Indipendenza e ufficio postale.

Stamattina si “piedala”; senza scooter iniziamo il nostro giro in città. Fortunatamente è tutto molto vicino al nostro hotel. La città è già in pieno fervore alle 9.00 del mattino.
Andiamo verso tre attrazioni che stanno vicine tra loro: la Cattedrale di Nostra Signora, L’Ufficio Postale e il Palazzo dell'indipendenza. La prima è totalmente e rigorosamente chiusa per lavori di restauro; possiamo vederla soltanto da fuori. Il secondo è un bel l'edificio in stile coloniale francese; infine il Palazzo d’Indipendenza. Questo edificio molto grande è conosciuto anche come Palazzo della Riunificazione ed è considerato un edificio simbolo della città di Ho Chi Minh. Fu  residenza e sede di lavoro del presidente del Vietnam del Sud durante la guerra del Vietnam. In questo palazzo ebbe fine la guerra del Vietnam. È l'edificio in cui avvenne la storica riunificazione tra il Vietnam del Sud e quello del Nord. Alle 10:45 del 30 aprile 1975, infatti, vi entrò il carro armato dei Vietcong ottenendo la resa del Vietnam del sud. Le ampie sale in cui si tenevano incontri ufficiali tra i diplomatici ed il presidente, hanno mantenuto la loro sobria bellezza. Tre piani di stanze  e sale d'accoglienza molto ben curate, con didascalie o audioguida in aiuto. Sotto sotto c'è il bunker: un labirinto di stanze allestite per raccogliere informazioni e organizzare le imprese belliche
con tanto di vecchi telefoni, stazioni radio, macchine da scrivere ecc. molto interessante davvero. Costo d'ingresso 40.000 dong, euro 1.50 circa. Al di fuori di esso, antistante all'ingresso, c'è un altro palazzo più piccolo ma molto importante. È il Norodom . [Fino al 1954 fu sede del governatore dell'Indocina francese tranne la breve parentesi dell'occupazione giapponese durante la II guerra mondiale. Dopo la sconfitta francese del 1954 divenne la sede del presidente del Vietnam del Sud e fu rinominato palazzo dell'Indipendenza. Il 27 febbraio del 1962 andò distrutto in seguito ad un attacco operato da forze aeree del Vietnam del Nord. La sua ricostruzione fu affidata a Ngô Viết Thụ, un architetto vietnamita che si era distinto in campo internazionale vincendo il
Grand Prix de Rome del 1955. Il nuovo palazzo presidenziale fu inaugurato il 31 ottobre 1966 e l'anno successivo vi si insediò il presidente Van Thieu che vi rimase fino al 21 aprile 1975, giorno della sua fuga all'estero; cit.]. Se si vogliono visitare entrambi i palazzi il costo è di 65.000 dong, euro 2,50. Usciti da questo angolo di storia andiamo a vedere un parco, un’area verde curatissima nel cuore della città, proprio dietro ai due palazzi appena  citati. Il Tao Dan Park nel cui interno c'è un percorso artistico denominato Sculture Garden per la presenza di diverse sculture d'arte moderna; un altro
spazio è occupato dal Cactus Garden, un'area di erbe grasse. Usciti dal parco entriamo in una delle tante caffetterie, bakeries che si trovano dovunque, per mangiare qualcosa. Di pomeriggio, nonostante il caldo, continuiamo a gironzolare per poi sederci su una panchina in un parco alberato vicino, a guardare l'umanità intorno a noi e rifoccillarci dal caldo opprimente. Si avvicina un ragazzo che con discrezione ci chiede se può farci qualche domanda. È uno studente di ingegneria al primo anno che sta praticando la lingua inglese e approfitta dei turisti per farlo (con noi è proprio caduto male, poverino). Ovviamente è un esercizio anche per noi e quindi iniziamo il dialogo. Ci fa tante domande ed è troppo carino. La sua famiglia è di un villaggio di Can Tho e quando gli diciamo che
siamo stati lì qualche giorno prima, si  illumina dicendoci che lui è qui in un college molto dispendioso per la sua famiglia, che non vede da cinque mesi, ma che lo aiuta a realizzare il suo sogno….senza parole. Dopo questa bellissima, ennesima connessione di anime e cuori, continuiamo a girare fino alle 16.00 e poi decidiamo di rientrare, se non ci investono prima. Passiamo nuovamente nella via pedonale che ieri abbiamo percorso di notte, grattacieli e palazzoni si mostrano in tutta la loro altezza. Ritroviamo il palazzo con i ristorantini dove abbiamo cenato ieri, alla luce del sole l'atmosfera cambia, forse la notte è più suggestivo. Doccia, social relaxing e più tardi usciamo di nuovo tra le luci e la marea di gente di questa bella città. La nostra cena sarà tipica vietnamita, con zuppe particolari, in una locanda in cui ci sono solo le persone del posto. La mia più grande soddisfazione è che, quando portano la zuppa di noodles, portano anche le bacchette cinesi ma mi porgono una forchetta che io, con nonchalance, dopo mesi di esercizio bacchette cinesi, posso rifiutare con orgoglio. 




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