"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

24 Aprile 2019, ultimo giorno ad Hanoi, penultimo in Vietnam e Indocina.

È l'ultimo giorno in questa pazzesca città e anche il penultimo giorno della nostra avventura qui, in Indocina.
Per quanto riguarda questa metropoli vi consigliamo di starci almeno due giorni e di vederla con occhi innamorati. Sinceramente pensavamo ad un caos unico, migliaia di motorini e traffico, invece è stata una delle tante città caotiche e trafficate che abbiamo visto. Ci aveva fatto molta più impressione, per volume di traffico, Patong in Thailandia o Can Tho, prima città vietnamita che abbiamo visto. Qui è abbastanza "" normale"" ma la particolarità è che è, soprattutto, tutto pregno di vita.
Non è il traffico a colpirci ma la gente del posto, unica e meravigliosa nel loro vivere quotidiano. Oggi ce la godiamo così, senza meta, tra la gente. Andiamo in giro e facciano shopping di cose che ci servono, avendo "consumato" e buttato via pantaloni e scarpe (siamo partiti con abbigliamento molto vecchio e usato, era una facile profezia) ma niente souvenirs aimè, non sopravvivrebbero mai.
La sera, a cena,  ci tuffiamo nella caotica via delle birrerie, Ta Hien, una marea di localini e gente a frotte. Ci accomodiamo negli sgabellini e finiamo la nostra avventura tra spring rools ottimi, nem (polpettine) di carne e birra alla spina (draft Beer) a fiumi. Abbiamo tre vicine commensali italiane, tre giovani perle che a 30 anni hanno una bella laurea, un buon lavoro e, soprattutto ,  hanno capito già tutto: si guadagna per vedere il mondo senza alienarsi e senza vendere il
proprio tempo, questa terribile costante della vita. Si chiamano Annalisa (senzaspigoli😂😂😂),  Eugenia , che sono entrambe siciliane, e Federica, ligure savonese. Anche a loro tocca la sorte del "Nemo profeta in patria", ognuna vive e lavora da tutt'altra parte: Annalisa a Bolzano e le altre due a Sidney in Australia, dove sicuramente la meritocrazia esiste. Sono l'esempio di cosa dovrebbe essere ognuno di noi, basi solide e occhi rivolti al mondo, ci ricordano tanto la nostra Piccolina che raggiungeremo molto presto. 
Ci lasciamo così tra una chiacchiera e l'altra, tra una marea di gente intorno e l'infinita voglia di viaggiare ancora. Si rientra. Prepariamo i bagagli e, con la grande soddisfazione di essere arrivati fin qui ma anche un velo di tristezza per dover lasciare queste meravigliose terre, pensiamo alla prossima tappa. Si volta pagina, domani si vola per Singapore che vedremo, con piacere, per la terza volta. Il nostro viaggio è ancora molto lungo e tanto dobbiamo fare ma qui in Vietnam, così come nei paesi toccati prima, lasciamo un bel pezzo di cuore e la speranza di tornare tante altre volte ancora.




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