"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"
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28 - 29 Gennaio 2019. Chiang Mai

Usciti dal Myanmar siamo rientrati in Thailandia, al nord, esattamente a Chiang Mai.
Sparito il Lungy, sparito il Tanaka e i sorrisi, recuperiamo meno immondezza, niente sputi, torniamo alle centinaia della moneta tailandese (100 Bht=circa 3 euro) e alla tanta energia. Questo è quello che sprigiona la Thailandia dopo aver visitato posti più tranquilli. Usciti dal confine nella città di Tachileik, abbiamo sostato per la notte a Mae Sai, confine tailandese. Ripartiti la mattina alle 9.45, con l'unico mezzo possibile, il bus, dell'unica linea che serve questa area, la Green Bus, siamo arrivati a destinazione dopo 5 ore. Il bus Express, meno comodo del VIP ma comunque molto confortevole, costa 610 Bath per due. Arrivati a destinazione ore 15.00. È ripetitivo ma qui davvero si nota la differenza, la Thailandia è un paese a vocazione turistica. Chiang Mai è una bella cittadina, una delle più popolose del paese. Si dice sia seconda a Bangkok ma lasciamo il beneficio del dubbio. Sicuro è che si incontrano tanti turisti e tante facce a noi più comuni. Il suo cuore è un centro storico delimitato da resti di mura e un fossato circostante. È strapiena di templi, censiti circa 300. Oggi siamo di ispezione a piedi. Dopo la colazione, oggi continentale, con uova, bacon, toast e caffè americano (che a noi piace tantissimo), si va alla scoperta del cuore storico. Le strade trafficate ma vivibili, sono attorniate da bancarelle e negozietti. Ci sono diversi mercati all'aperto, uno dei quali è notturno ovvero apre i battenti al tramonto per chiudere dopo la mezzanotte. Sono più ordinati e molto più puliti di quelli birmani. Spessissimo gli operatori, fruttivendoli, somministratori di alimenti e cuochi, usano guanti e qualche volta anche la mascherina. Non pensate ai parametri di igiene e sicurezza che abbiamo noi (quando li abbiamo) ma sembrano assolutamente affidabili. Oltre alla cucina thai, sono presenti molti locali di cucina indiana, giapponese, cinese e qualche libanese. La frutta tagliata e confezionata non manca mai, così come i frullati, gli smoothies e i dolci tipo pancake che si chiamano rootie e sono sottili fogli di pasta cotta in padelle con più o meno olio, ripieni di ciò che si vuole, per i sardi una specie di sebada sui generis. Si va ai Templi. Sono quasi tutti all'interno del fossato e dei resti di mura che un tempo fortificavano  la città. Sono uno più bello dell'altro. Abbastanza diversi dai Templi di
Bangkok e dintorni. Hanno uno stile più elaborato, “ architettura Lanna”, ricco di intarsi e lavorazioni minuziose in legno. In alcuni siti esistono i cosiddetti “Chedi” (lo Stupa nel Sud-Est asiatico viene chiamato Chedi) in muratura, in particolare a “Wat Chedi Luang”. Qui era custodito il Budda di smeraldo, poi trasferito a Bangkok a
causa di un terremoto che distrusse parzialmente il tempio, il quale non fu mai più ricostruito. Qui i luoghi di culto sembrano molto più sobri dei “lunaparkeschi” delle altre aree del paese, compreso Bangkok. Torniamo a Wat Chedi Luang, biglietto di ingresso 50 Bath a testa, lo Stupa di cui sopra, è circondato da Templi con i soliti tetti spioventi che li caratterizzano, con all'interno, in questo caso, la raffigurazione di Buddha in piedi. Nella parte posteriore del complesso ha sede un bel Buddha reclinato. Un Chedi si distingue dagli altri; è una piccola “Pagoda” che
contiene il “Lak Mueang” ovvero il pilastro di fondazione di Chiang Mai, dove è vietato l'ingresso alle donne, con tanto di motivazione e spiegazione scritta in una targa esterna: “Perché è proibito alle donne entrare nel tempio”:
le donne, con le loro mestruazioni, intaccano la purezza del luogo e anche gli uomini discinti sono un affronto alla sua sacralità. Qualora una di queste
condizioni venisse meno e si consentisse l'accesso, sarebbe causa di nefasti conflitti sociali.
Capito? A proposito, sapete che le donne non possono avere contatti diretti con i monaci? Se una donna dovesse passare qualcosa ad un monaco la deve poggiare, non può porgergliela brevi manu. E allora il famoso monaco con le linee del palmo nere sudice perché ha dato la mano a Robi?? Era un figlio di Buddha! Poi, sinceramente, non li vediamo così severi e integerrimi.
Ogni tanto le digressioni ci allontanano dal tema centrale.
A un centinaio di metri da questo complesso monumentale c’è un altro Tempio, sicuramente minore, ma molto carino, il Wat Phan Tao. Si accede da una piccola arcata rossa, anzi direi color vino. Il Tempio è realizzato quasi tutto in legno, merita essere visitato. Da quì ci spostiamo al centro della città vecchia e adiacente alla Chiang Mai City Art & Culture; c'è il Wat Inthakin Sadue Muang, delizioso Tempio, a noi caro, perché abbiamo lasciato una foglia color oro, quelle che nei templi Buddisti si usa legare, scrivendoci sopra un desiderio una dedica o quello che si vuole.
Andiamo avanti, a questo punto dovrei fare un elenco di tutti i Templi visitati, non mi sembra il caso. Voglio dirvi però che Chiang Mai (letteralmente: città dalle mille risaie) é una città che merita di essere visitata. Offre mercati bellissimi di ogni genere, cultura e svago. Questo, chiaramente, esclusivamente per quello che riguarda il centro urbano.
Domani cercheremo di visitare i dintorni e vedremo che sorprese ci riserverà ancora questo posto.