"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

19 Aprile 2019. Ha Long con scooter.


Dormito bene, lettone confortevole. Stamattina scooter. Usciamo a cercare una colazione, non fanno niente in questa bettola…meno male.  Sono le 8.00, il ragazzo della reception sta facendo colazione sul banco ricezione: zuppa di noodles con pollo, sono tutti così qui, mai dolci a colazione, non esiste proprio, tanto meno colazione continentale o internazionale, mai. Ok, sto deficente si è dimenticato di prenotare lo scooter. Fa una chiamata e noi dobbiamo aspettare, tutto regolare no? 😕. Dopo un quarto d'ora arriva un altro giovane ragazzo con uno scooter bello sporco e due caschi con chiusure arrugginite, fortuna che abbiamo fatto l'antitetanica prima di partire😂. Non sa parlare inglese e fa una telefonata. Mi da il cellulare e la voce di un uomo con un inglese incerto, peggio del mio, mi chiede quanti
giorni mi serve lo scooter e mi avvisa che c'è da mettere benzina perché il serbatoio è vuoto: MA VA?? secondo lui non si vedeva. Sappiate che é pratica comune darvi lo scooter senza carburante. Comunque costo scooter per un giorno 180.000 Dong (7 euro), uno dei più alti in zona; benzina, metà serbatoio 50.000 Dong (2 euro), basta per fare almeno una trentina di km. Ok via, andiamo a cercare colazione e zaino Gigi. Attraversiamo il ponte Cau Bai Chay e ci dirigiamo verso il centro città, niente zaini. Andiamo in direzione porto. Vediamo diverse caffetterie e una backery a fianco ad una di esse (la differenza tra caffetterie e bakeries è che in una fanno solo bevande calde o fredde, nell'altra solo prodotti da forno, dolci e salati). Nella backery compriamo due bomboloni alla crema e un fatto fritto a forma di treccia, che consumiamo nella bella caffetteria a fianco insieme ad un buon caffè lungo. Sapori nostrani molto soddisfacenti. Con la pancia piena, addolciti da si tanta bontà, continuiamo la ricerca.
Fiancheggiamo la zona portuale che evidenzia una grossa flotta di pescherecci di ogni dimensione, il golfo è molto caratteristico, con barche e isolotti che le racchiudono. Continuiamo fino a che no raggiungiamo una
struttura architettonica futuristica, assomiglia a una nave spaziale di "Star Trek", secondo noi un contrasto troppo forte con lo scenario naturalistico frontale. Rientrando, capitiamo in zona mercato ed entriamo nella parte coperta riservata ad abbigliamento e accessori. Ci sono gli zaini grandi, da viaggio o trekking. Finalmente lo troviamo: un 100 litri di ottima fattura, poco meno di 20 euro ed è nostro. Finalmente l'incubo borsa della spesa è finito. Ora non ci resta che portarlo in albergo. Depositato in camera si riparte; andiamo verso l'isola di Ha Long, nel molo da cui partono le barche da mini crociera, da cui dovremmo partire anche noi domani. Ci sono tanti turisti in fila per gli imbarchi.
I grandi barconi sono davvero tanti, troppi direi. Intorno c'è davvero ben poco. Gironzoliamo un pochino in questa parte di isola e ci rendiamo conto che non c'è niente se non alberghi più o meno lussuosi e qualche piccolo ristoro. Sono le due e ci fermiamo per un panino, il Banh Mi, con uova, carne e birra freschissima. Torniamo in albergo. Dopo un paio d'ore usciamo a bere uno smoothie qui vicino, al “Royal tea” ed è un locale molto carino, accogliente ed economico per le bontà che fa (abbiamo provato già ieri, una delizia). Stasera ceniamo vicino all'albergo con piatti vietnamiti di cui alcuni da dimenticare, no buoni.

18 Aprile 2019. transfert: Ninh Binh-Halong Bay


Ore 7.30, arriva l'autobus di fronte all'hotel. Il titolare ci ha organizzato tutto praticamente. Con 14 euro a testa, faremo il trasferimento fino ad Halong dove ci aspetta un taxi che ci porterà al nostro alloggio. Dopo tre ore e mezza, compresa la mezz'ora di pausa pranzo dell'autista, arriviamo.
Il cielo è sempre grigio, il caldo è sempre caldo. Il taxi ci porta nella cittadina dove alloggeremo, è una frazione della baia di Ha Long; piccolo inconveniente tecnico: La borsa a tracolla di Gigi sull'autobus. Fortunatamente recuperata subito (era successo anche un'altra volta all'imbarco per le 4000 isole nel Laos. Arrivati all'alberghetto capiamo subito perché costa così poco; si chiama Halong Virgo Hotel, 9 euro la prima notte (in offerta), 13 euro dalla seconda in poi. Quando parlo di prezzi a notte intendo camera matrimoniale per due persone, quindi pezzo finito, non a testa! La camera è abbastanza pulita e confortevole, così come il bagno che ha la doccia separata da vetro ma è abbastanza squalliduccio. Per una, massimo due notti può andare, visto il rapporto qualità prezzo ma di più è un suicidio.
Alla reception c'è un giovane ragazzo, dolce e carino che non sa una parola di inglese, abbastanza spesso sbragato su un divano. Parliamo attraverso il traduttore google🤦‍♀️. Non è particolarmente sveglio e non abbiamo capito cosa ci faccia qui. Le camere non vengono pulite se non quando vengono lasciate definitivamente. Insomma, adeguarsi e stop. Noi faremo due notti e poi ci imbarcheremo per una notte in crociera nella baia. Andiamo in giro a vedere cosa c'è: niente di interessante. È una cittadina molto anonima e senza la poesia che si pensava avessero queste zone attorno alla baia. È un incrociarsi di ampie
strade trafficate, piene di negozietti di alimentari, mobilifici, abbigliamento, calzature, concessionari auto e moto, meccanici e tante attività commerciali soprattutto per le persone che ci vivono. Per i miei compaesani e cagliaritani è una grande Sant’Avendrace e dintorni, con strade esattamente come le vie is mirrionis, is maglias e giù di lì, compreso la gente (anzi Sant’Avendrace le fa 10 a zero, è molto più interessante e vitale, più bella). Ci ha deluso abbastanza perché ci aspettavamo una cittadina poetica su una delle baie
più belle al mondo. Ma forse è solo qui così. Mangiamo qualcosa vicino all'alloggio e poi ci organizziamo per la sera e per domani. Chiediamo uno scooter per l'indomani e a stento riusciamo a farci capire. La sera finisce così, andiamo a cercare un posticino dove fanno BBQ. Trovato! È a 200 metri da noie si chiama Queen BBQ. Entriamo tra ragazzi che ci fanno l'inchino, é lo staff. Ci sono almeno 12 ragazzini per circa una 15 di clienti sparsi tra i tavoli. L'ambiente è carino e informale e ci piace l'idea di cuocere da noi la carne. Ogni tavolo, infatti, è dotato di braciere centrale e cappa aspiratrice sopra esso, tutto al centro del tavolo. Scegliamo da menù carne e qualche contorno e ci portano tutto a crudo. È una pierrade asiatica insomma. Purtroppo non abbiamo fotografie perché i nostri cellulari sono in camera sotto carica entrambi. Vi lasciamo all'immaginazione e al sito del locale sul web. A domani.

17 aprile 2019. Ninh Binh, templi di Bai Dinh, Ben Trang An boat tour.


Anche oggi la giornata è grigia, fa caldo e c’è molta umidità, facciamo colazione e continuiamo quello che abbiamo interrotto ieri sera, ricerca di uno zaino nuovo. Quando, ieri sera, siamo passati al mercato quì vicino, come ha scritto Robi, stavano chiudendo bottega e non abbiamo potuto vedere granché. Purtroppo devo trovare lo zaino o una soluzione di rimedio. Sono le nove e i negozietti ormai sono tutti aperti. Giriamo in lungo e in largo, zaini da 80/100 litri nulla. Borse grandi nulla, non sappiamo come risolvere. Curiosando tra le valigie vediamo una borsa, tipo borsa della spesa gigante, mi rincuoro, come soluzione provvisoria potrebbe andare bene, almeno sino ad Hanoi dove siamo più che convinti di trovare ciò che ci serve. Non sarà bello da vedere uno che viaggia con la borsa della spesa, ma chi se ne frega, l'importante è andare avanti. Acquisto fatto, borsa xxl, speso ben 40.000 dong (1 euro e 50). Torniamo in camera, pure oggi siamo in scooter. Il programma prevede, tempo permettendo, o meglio, pioggia permettendo, un tempio, una gita in barca e se rimane tempo, la visita alle rovine della città vecchia.
Si parte, complesso di templi di Bai Dinh. Dista 24 chilometri circa da Ninh Binh, poco più di mezz'ora e si è a destinazione. Nel tragitto si aprono degli scenari meravigliosi, campi verdissime contornati da guglie e picchi di roccia calcarea, rivestiti da una vegetazione rigogliosa che a tratti li riveste. Parcheggio scooter 15.000 dong. L'ingresso ai templi è gratuito, e se non si vogliono fare a piedi tre chilometri per arrivare al sito, c’è una navetta elettrica che per la cifra di 30.000 dong a testa ( poco più di 1 euro), ti porta dove inizia il percorso della visita. Il biglietto vale solo per l'andata, per il rientro, nuovo biglietto o a piedi. Una cosa assolutamente da dire, che in nessuna pagina web abbiamo trovato, è la grande disorganizzazione di questo posto.
Appena arrivi ti assalgono per farti parcheggiare a pagamento; ti indicano dove andare per un ticket, che non sai a cosa serva; arrivati ad un edificio dove vedi soltanto gente smarrita, trovi alcuni ragazzi dietro uno sportello che ti dicono “electric car?”. Leggi sopra la loro testa e vedi scritti i prezzi. Chiedi informazioni su mappa, percorso, se si può fare o no a piedi e dove si passa e loro...ridono; non sanno una parola di inglese se non “electric car , 30.000 dong”. No c'è un'indicazione di percorso se non su un cartellone dove c'è la mappa. Pessimi, pessima organizzazione. Ci guardiamo tutti con aria smarrita. Nessuno capisce, tanto meno noi turisti.
Siamo costretti a prendere la macchina elettrica perché non sappiamo che direzione prendere per iniziare e non rendere dispersiva la visita al sito. L'area, infatti, è immensa. La Pagoda di Bai Dinh è il più grande complesso buddista del sud-est asiatico. Si compone di diversi templi e oltre 500 statue di Buddha, riccamente intagliate, tra cui una che è fatta di bronzo ed è alta 10 metri. Ci sono due pagode principali con lo stesso nome, una delle quali si trova sulle pendici del monte Dinh. Accessibile tramite una scalinata di 300 gradini, questo santuario silenzioso ospita una sala di preghiera principale e grotte naturali, dove la gente del posto prega Buddha e gli spiriti di montagna come Saint Nguyen e Genie Cao Son. Noi in due ore abbiamo cercato di vedere un po tutto, ma siamo sicuri che qualcosa ci sia sfuggito.
Il complesso è immenso, i templi, se esternamente non suscitano grande stupore, se non per le dimensioni, stupiscono per gli interni. Sono meravigliosi, scalini all'infinito, statue pure, Buddha di tutte le dimensioni, una dea Kali spettacolare e potrei continuare ancora, da visitare, anzi da non perdere. Questa zona è ricchissima di posti interessanti, non solo templi ma sopratutto paesaggistici. Per cui, prossima tappa, un tour in barca attraverso grotte, isolette e cucuzzoli, immersi nel verde. Ci spostiamo a Ben Trang An, per fare l'omonimo Boat tour, costo del biglietto 200.000 Dong, parcheggio scooter 15.000 Dong. Ci sono tre percorsi diversi da poter scegliere, ognuno dei quali dura circa 3 ore dichiarate, in realtà una mezz'oretta in meno, comunque tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.trangangroup.com. Noi optiamo per il numero due. Le barche in alluminio sono da quattro posti, troviamo una coppia di israeliani e ci imbarchiamo con loro. Barcaiola, una donna che a forza di braccia ci fa fare le due ore e mezzo di giro.
Gli scenari sono fantastici, difficili da raccontare. Guglie calcaree che emmergono dall'acqua, grotte navigabili, stando molto ma molto bassi sulla barca, ti conducono a lagune fiabesche, templi che dimorano in piccole isole e, per ultimo, l'isola che é stata il set cinematografico dell'ultimo King Kong. Anche questo sito da non perdere. Cerchiamo una via d'uscita per tornare giù ma non c'è un'indicazione; chiediamo ad alcune persone del posto ma capiscono poco e parlano poco inglese e ci indicano l'electric car per tornare giù, così faremo. Sono le 17 e siamo nuovamente con i piedi sul molo di partenza. Dovremmo visitare Hoa Lu che è uno dei più importanti siti storici del Vietnam, il tempo ci è tiranno e purtroppo dobbiamo rinunciare. Sarà per la prossima volta, tanto in Vietnam ci torneremo. Prendiamo la via del rientro, dobbiamo organizzare bagagli e trasferta di domani; si parte per un’altra delle meraviglie del mondo, la baia di Ha Long.

16 Aprile 2019. Ninh Binh; Tam Coc caves, Bich Dong pagoda e Nham bird valley garden




È tutto grigio. Il cielo non da segni di clemenza, uggioso e poco rassicurante. Nonostante sembri pieno inverno a Milano, c'è caldo. Lo scooter ci aspetta e approfittiamo del fatto che non piove per uscire.
Le tappe che vorremmo raggiungere sono tutte nella cittadina di Tam Coc, a 8 km da qui. Dopo le diverse raccomandazioni e i consigli datici dal titolare dell’albergo, siamo pronti; ore 9.00 si parte. Arriviamo all'ingresso biglietteria per visitare, in barca, le famose grotte con fiume passante. Tam Coc, la cui traduzione letterale è 3 grotte, ha preso il nome proprio da queste che sono l'attrazione più gettonata e su cui si sviluppa tutto il resto del paese e delle migliori meraviglie del posto. Si trovano sul fiume Ngo Dong, circa 3 chilometri dal molo Van Lam, dove si fanno i biglietti d'imbarco. Costo 150.000 dong a testa (6 euro) più parcheggio motorino (50cent.=10.000 dong).
Le barchette sono piccole e possono avere due a 4 passeggeri. La cosa più bella da vedere sono i barcaioli, uomini  e donne che remano con i piedi. La nostra “caronte” e una bella ragazza che ci sorride e inizia a vogare, con le gambe: una rana a pancia in su. È pazzesco pensare che noi occidentali ci uccidiamo con attrezzi in palestra, paghiamo fior di quattrini per fare adduttori, abduttori, addominali e sembriamo pure fighi quando li abbiamo tonici, quando riusciamo a fare gli esercizi aumentandone i carichi, mentre qui, dall'altra parte del mondo, delle persone umili e semplici si “allenano” tutti i giorni, per circa due ore per volta, facendo questi movimenti; immaginate che forza e tonicità hanno.
La cosa più incredibile è vedere come riescano a tenere i remi con i piedi, senza alcun legame con essi, girando le pale nel senso giusto prima di farle entrare in acqua per dare la giusta spinta e direzione...pazzeschi. Oltre a questo spettacolo umano, iniziamo a vedere quello che ci circonda. Purtroppo la giornata grigia e la foschia, nonostante renda l'ambiente suggestivo e struggententemente poetico, non ci da una visibilità totale di tutto il retrobottega. Siamo immersi in meravigliose formazioni carsiche enormi, panettoni che affiorano dal fiume e ci sovrastano con la loro imponenza; una meraviglia.
Sono sparse qua e là e non ci bastano gli occhi. Dopo circa 20 minuti passiamo dentro la prima grotta, la più lunga. Stalattiti e anfratti ci accolgono, tante le barche di altri turisti intorno ma le meraviglie distraggono dalla loro presenza. Usciamo e ritroviamo il verde sfavillante e i grossi panettoni ad accoglierci, così sarà per un'altra ora. Le grotte i cui nomi sono Hang Ca, Hang Giua e grotta Hang Cuoi, sono state formate dall'erosione del fiume sulle rocce. Meraviglia in terra. Rientriamo dopo poco meno di due ore; unico inconveniente la barcaiola: ci chiede spudoratamente la mancia. Siccome ci ha spiazzati, rimaniamo un po esterrefatti dal veder cadere tutta la dolcezza iniziale per far spazio ad un moto d'animo opportunistico, così sfrontato. Cerchiamo qualche spicciolo, abbiamo l'equivalente di un euro perché, avendo prelevato poco prima prima del giro, non abbiamo banconote di piccolo taglio. Lei arrabbiata ci dà addirittura la tariffa a persona, circa 2 euro a persona. Le spieghiamo che non abbiamo soldi spiccioli ma lei continua a petulare; Gigi si rabbuisce e le dice con meno gentilezza che ci dispiace ma non abbiamo soldi spiccioli e lei niente, sembra una gallina starnazzante. Ad un certo punto si rivolge direttamente a me e comincia di nuovo la tiritera, anche io le ripeto che ci dispiace ma non abbiamo soldi spiccioli, lei niente: e mi inc...zo! Avete presente Regan nel film l'esorcista?  Mi giro, ruoto la testa quasi a 360°e mi sento il sangue salire alle orecchie. Con ferocia le dico che la mancia è una mancia e non è né una tassa né un obbligo e STOPPP; le faccio capire con un gesto che quello che dice non mi interessa più e deve stare zitta! scendiamo mandandola a quel paese; ha abbassato la media dei meravigliosi vietnamiti. Un po’ destabilizzati da quanto accaduto, ci rimettiamo in sella per raggiungere un altro sito: Bich Dong Pagoda ovvero “grotta verde” per il paesaggio su cui insiste; pioviggina.
Arrivati, veniamo presi d'assalto per il pagamento del parcheggio: ATTENZIONE NON SI PAGA. In molti siti troverete questa pratica; alcuni falsi parcheggiatori vi chiederanno soldi per il parcheggio. Addirittura vi diranno che non potete parcheggiare da altre parti: BUGIE. Qui è tutto gratis, free. Purtroppo piove; saliamo verso la pagoda. A dire il vero sono tre; la prima sta all'ingresso, subito dopo aver attraversato un ponticello e portale ad archi di ingresso. Salendo un centinaio di gradini si arriva alla seconda ricavata da una grotta. Nicchie e Buddha fanno la loro
presenza ovunque. C'è anche un'antica campana fatta nel 1707, il tutto tra stalattiti di varie forme che possono ispirare l'immaginazione delle persone. Il tempio Thuong è il
terzo tempio, il più in alto e si trova sulla cima del monte Bich Dong. Da qui, si può godere di un panorama di imponente bellezza naturale. Scendiamo un po scoraggiati dalla pioggia che ormai è leggera ma onnipresente. Siamo in scooter. Ci ripariamo dieci minuti sotto un telone di una baracca negozio; una signora anziana ci chiede di pagare il parcheggio dello scooter che è davanti a lei al suo negozio, dall'altra parte della strada: le ridiamo in faccia e sta buona. Ci provano sempre!. Continua a piovigginare e non volendo stare vicino a questa vecchia megera, apro un ombrello datomi dall' albergatore e, saliti in sella, andiamo a cercare un localino dove ripararci e mangiare. Dopo 10 minuti lo troviamo. Non siamo bagnati se non un pochino nella parte bassa delle gambe. Fortunatamente la temperatura non è fredda. Mangiamo e ci rifocilliamo. Smette di piovere. Ok, via si va al Nham bird valley garden, a quattro km da qui. Pagato il parcheggio scooter (10.000 dong) e ingresso a
testa 100.000 dong (4 euro) entriamo. Già ci colpiscono la cura e la bellezza circostante. Ci incamminiamo tra sentieri lastricati di calcare; è molto scivoloso. Ad un certo punto, in una indicazione, leggiamo "marble cave", grotta di marmo; andiamo ed entriamo. Una passerella di bamboo ci conduce all'interno, dove la grotta è molto bassa e l'illuminazione non è proprio adeguata. Lampade rosse, blu e verdi proiettano il loro colore facendola sembrare una discoteca anni 90.
Nonostante ciò, la grotta è molto bella; è anche abbastanza lunga, con il fiume che l'attraversa e ne riflette le forme. Usciti da lì, la natura ci sovrasta con piante, fiori e il uno scenario unico. Molte persone si perdono questo passaggio in grotta perché non seguono le indicazioni e, passando dalla parte opposta, dove c'è il foro di uscita (in cui non c'è nessuna indicazione) la oltrepassano, ignari della sua esistenza. Consigliamo vivamente di non fare questo errore. Questa area è veramente un patrimonio naturalistico. È lo spazio vitale di molti uccelli, come
cicogne, aironi, germani reali, ecc. Li vediamo a distanza perché stanno l'interno di un'area centrale delimitata e protetta. Le monumentali montagne calcaree si riflettono sull'acqua del laghetto tutto intorno, davvero bello, poetico e romantico. Anche qui non rimaniamo meno di due ore ma solo perché è tardi e abbiamo da cercare uno zaino. Ci sarebbe da starci davvero una giornata intera, non vi dico poi Gigi che è appassionato delle foto di uccelli (niente battute!). Rientriamo verso Ninh Binh alla ricerca di uno zaino. Purtroppo alcuni negozi stanno chiudendo e poi non hanno lo zaino che cerchiamo noi. Andiamo al mercato dove, al primo piano, ci sono abbigliamento e calzature, compreso borse. Sta chiudendo i battenti, non ci resta che tornare domani mattina. Torniamo in hotel e finiamo la serata così, soddisfatti e un po dispiaciuti per non aver potuto fare tante altre cose che avremmo voluto, ma comunque molto felici.

N. B. : raccomandazioni a chi avesse l'opportunità di venire qui: se possibile alloggiate direttamente a Tam Coc. Ci sono molti resort, Eco resorts, ostelli e tante attività ricettive, ristorantini e tanti bei posticini. Ninh Binh è una città anonima e senza confort; è una grande città per le persone del posto, senza alcun "rifugio" turistico. Se invece voleste stare qui, raccomandiamo l'albergo in cui eravamo noi, Friendly House e prendete la King room.

15 aprile 2019. da Hue’ a Ninh Binh, devastante


Dovevamo partire alle 17:00 di ieri, ma non è stato così. Ci avevano detto che saremmo arrivati all'incirca alle 7:00, ma non è stato cosi. Insomma una trasferta disastrosa. Ma
vediamo con ordine. Siamo nella hall dell’albergo dalle 16:00; l’appuntamento per venire a prenderci è alle 16:30. Alle 17:30, con nostro nervosismo e preoccupazione galoppante, arrivano due tizi in scooter con il compito di accompagnarci alla bus station. Con zaini giganti e borsa a tracolla saremmo dovuti andare in scooter. Mi sale “l'incazzo” e mi rivolgo alla tizia della reception che ha curato il nostro trasferimento; mi capisce senza che apra bocca. Comincia a fare delle telefonate e alla fine arriva un taxi, che paga lei, per accompagnarci al bus.
Si parte alle 18:00. Sosta di mezz'ora, dopo due ore di viaggio, si cena. Nuovamente in viaggio, siamo in uno sleep bus, bagno a bordo, quindi nessuna “sosta tecnica”. La trasferta è di 600 chilometri circa, costo del biglietto 9 euro a testa. Siamo quasi sempre in dormiveglia, è difficile dormire bene, gli spazi, alla fine, sono abbastanza stretti. Sono quasi assopito, sento schiamazzi e qualcuno che urla Ninh Binh. Ci scambiamo un’ occhiata con Robi, guardiamo l'orologio, sono le 3:20 del mattino e siamo arrivati, allucinante. Scendiamo increduli e sconvolti, così come qualche altro turista che era in viaggio con noi; il bus deve proseguire per Hanoi (Ninh Binh è di passaggio). Aiutati dalla luce del telefonino cerchiamo i bagagli, sono sotto tutti gli altri; li sfiliamo e quasi ci rifiutiamo di capire cosa sta succedendo. Imbraccio lo zaino, ma qualcosa mi disturba, un tanfo incredibile di urina; penso provenga dal bus e faccio cenno a Robi di spostaci. La puzza mi segue, “cazzo”! il mio zaino è impregnato di urina, mando tutte le maledizioni possibili a quei bastardi della compagnia dei bus, incredibile. Siamo a 8 chilometri dalla città, sono le 3:30 di mattina e ho uno zaino che puzza come un cesso pubblico e, per giunta, piove. Stiamo in questa specie di stazione a capire cosa fare. Andare in hotel non si può, troppo presto; come spostarsi per raggiungere la città non si sa, oltre il gruppetto che è sceso dall’autobus, non c'è anima viva e non possiamo muoverci perché piove, un casino. Smette un attimo di piovere e trovo un taxi che per 100.000 Dong (4 Euro) ci accompagna in hotel. Continua a piovere, arriviamo in hotel, la reception, ingresso compreso, è chiusa. Suono e dopo qualche minuto arriva un’anima pia che ci fa entrare e accomodare in un divanetto dove staremo sino alle 7:00; lo zaino e pure io puzziamo di piscio e la camera, dove potermi lavare, ha il check in alle 14:00. Il titolare dell'hotel (conduzione familiare) ha compassione di noi e verso le 8 ci
concede una camera ripulita in fretta e furia appena lasciata, giusto per schiarirci le idee. Facciamo colazione e saliamo in camera (provvisoria); vorrei vedere dentro lo zaino, ho tutta la mia roba e la cosa mi preoccupa assai. Per fortuna il vestiario è indenne, lo zaino invece è irrecuperabile, da buttare. La mia puzza, invece, è concentrata su un pile che ho usato per dormire e sul quale ho portato lo zaino, ma questo si può recuperare (forse). Continua a piovigginare, ha quasi smesso. Abbiamo un’urgenza, cercare uno zaino nuovo. Ci prestano due ombrelli e ci incamminiamo per le vie di questa città. Molti negozi sono chiusi e altri stanno aprendo, sono le 9.00. Strade lunghe e trafficate, grigiore, pozzanghere e pioggerellina non ci fanno apprezzare troppo questo posto. Ci sono diversi negozietti di scarpe, gioiellerie, abbigliamento abbastanza grezzo rispetto a quanto avevamo visto finora in Vietnam; scarpe, orerie, scarpe...ma quanto caspita camminano? e dire che usano soprattutto le ciabattine! Zaini manco a pagarli oro, solo quelli più piccoli e tante borse da donna. Andiamo al mercato; qui c'è sempre da rimanere esterrefatti; sono simili tra loro ma alla fine sono l'anima della gente, da vedere. Sfiniti e disarmati, diszainati direi, rientriamo in hotel; ore 11.30. Il titolare ci ha fatto preparare la camera in anticipo: stanza 407, è la King room e costa 23 euro a notte con prima colzione. L'albergo si chiama Friendly House ed è davvero friendly, amichevole. Manca solo l'ascensore per definirlo perfetto. La hall piccolina, con dietro la saletta ristorante, sono un bijoux; curato nei particolari, molto european style. La camera poi è il giusto premio per le piccole disavventure di oggi: spaziosa, confortevole, pulitissima, soprattutto molto bella. Il bagno idem; la doccia con vetro separatore diventa subito la nostra meta. Ci laviamo come fosse l'ultima volta e consegnamo tutta la roba al servizio lavanderia, compreso il mio pile. Purtroppo non ne ho trovati in giro di simili e mi serve, perché ho solo questo, per ora. Dopo la doccia ristoratrice scendiamo giù e pranziamo qui, in hotel. Cucinano da Dio: un piatto di noodles con verdure e uova, birra freschissima, una new entry,“Bia Hanoi”, gradazione 4.4, very good, il tutto concluso con un piattone di frutta fresca in omaggio. Pomeriggio grigio e piovosetto, stiamo in camera a riposare e gestire le prossime tappe. Ceniamo sempre qua, nel ristorante dell'albergo e ci delizaimo con un set menù composto di alcune pietanze tipiche come degli spring rools vietnamiti, verdure saltate in padella e un loro spezzatino di mano e verdure. Oltre al piatto di frutta finale, ci offrono il famoso vino di riso. Finalmente riusciamo ad assaggiarlo, un distillato ricavato dal riso, con gradazione alcolica 45°, davvero piacevole. Insomma, la giusta conclusione di una giornata un pochino impegnativa. Domani prenderemo uno scooter (6 dollari al giorno) per spostarci verso le varie attrazioni del posto, pioggia permettendo. 

14 Aprile 2019. Hue’, Imperial City.


Stamattina di buona lena, dopo la colazione di frutta, yogurt, pancake e te/caffè, carichi, ci dirigiamo verso la nostra ultima meta qui a Hue’: la Cittadella. Dista circa 1.300 metri dal
nostro albergo, quindi ci incamminiamo. Nonostante siano le 9.00, la giornata è già calda, il sole non splende del tutto perché una leggera cappa di nuvole lo copre. Attraversiamo il fiume Song Hurong, che divide la città, utilizziamo il ponte Cau Turong Tien con le sue arcate metalliche. Cammina, cammina, facciamo un paio di acquisti di vestiario utile; troviamo alcuni capi che ci servivano, anche se questo vuol dire abbandonare qualcosa di vecchio che ci segue ormai da quattro mesi nello zaino. I nostri zaini sono pieni come uova, senza alcuna possibilità di spazi residui, motivo per cui non avremo la possibilità di portarci via souvenirs. Il viaggio è ancora molto lungo e vi assicuro che fare i bagagli ogni due tre giorni, cercando di rimettere tutto, in modo che ci stia tutto, non è semplice. Considerando, inoltre, che poi vengono lanciati e stipati nei bagagliai dei bus come fossero stracci vecchi, qualunque souvenir non sopravvivrebbe. Pazienza, ci saranno le
immagini e il blog a ricordarci questa bella avventura. Arriviamo alla cittadella, ingresso 150.000  dong a testa (6 euro). Come forse ho già scritto, la città di Hue fu capitale imperiale del Vietnam nel passato e molte reliquie architettoniche e culturali si sono mantenute fino ad oggi perfettamente, o quasi, conservate. Tra le varie guerre che hanno devastato questa bella cittadina un evento in particolare fu disastroso, tanto da distruggere gran parte dei più begli edifici antichi: “l'offensiva del Têt”. Il Tet è il capodanno vietnamita, festività importantissima, che ogni anno cambia data tra gennaio e febbraio. Durante questa festività il Vietnam si ferma; negozi chiusi, scuole chiuse, solo incontri conviviali e festa. In piena guerra del Vietnam, nel 1968 tra il 30 e il 31 gennaio, l'esercito nordvietnamita e i Viet Cong attaccarono a sorpresa le truppe americane stanziate anche qui. Gli attacchi delle forze comuniste colpirono praticamente tutte le maggiori città del Vietnam del Sud raggiungendo notevoli
successi e, nel caso specifico, cogliendo impreparate le forze americane e sudvietnamite. Come storia insegna, [..dopo violenti scontri e pesanti perdite per entrambe le parti, le forze americane e sudvietnamite ripresero il controllo della situazione, riconquistando le posizioni inizialmente perdute. Questa offensiva  fu un momento decisivo della guerra del Vietnam; nonostante il mancato successo militare, costituì una grande vittoria morale e propagandistica per i Viet Cong e il Vietnam del Nord e provocò una grave crisi politica negli Stati Uniti.] Dopo poche settimane l’ allora presidente americano Lyndon Johnson decise (o fu costretto? che dite?) di ritirarsi dalla vita politica e di arrestare l'escalation di violenze, iniziando i colloqui di pace. Purtroppo anche la Cittadella di Hue’ebbe grandi perdite ma fu letteralmente ricostruita grazie
al lavoro di sensibilizzazione negli anni successivi, al termine della guerra, riportandola all'antico splendore, tanto da farla dichiarare nel ‘93, patrimonio dell'Umanità dall’UNESCO. È molto estesa, circa 10 ettari e rappresenta una fortezza, una suddivisione tra i sovrani e la plebe. Fu edificata tra il 1804 e il 1833 dai regnanti della dinastia Nguyen. Le sue mura sono alte 6,5 m e ha 10 ingressi. Esse circondano la grandiosa Città Imperiale, che, con un perimetro di 600 metri segue la stessa disposizione della più rinomata Città Proibita di Pechino. Strade ombreggiate da alberi, vecchi palazzi e giardini fioriti offrono una passeggiata piacevole. All'interno, tra i tanti edifici c’è anche la cosiddetta Città Purpurea Proibita, un'area  dove avevano accesso solo le mogli dell'imperatore, le sue concubine e gli
eunuchi. Uno degli edifici che ci è piaciuto di più è il teatro: perfetto. Piccolo ma veramente un bijoux, rappresenta quanto questa dinastia fosse sensibile alle arti e alla musica. Ci sono alcuni strumenti esposti e maschere di cartapesta, utilizzate dagli attori per le rappresentazioni. Il Palazzo Thai Hoa (palazzo della suprema pace), dove governava l'imperatore, che si autodefiniva Figlio del Cielo, ha al suo interno  colonne laccate color vermiglio e intarsi d'oro, l'unico mobilio resta il trono, sollevato su terrazze sotto un soffitto che rappresenta il cielo, non si può fotografare!! Dietro il Palazzo, oggi, molte distese erbose hanno preso il posto delle strutture reali che vi si trovavano in passato (è il più
evidente pegno pagato alla guerra). Insomma tanto da raccontare, bellissimo sito, da visitare in non meno di 3 ore, quelle che sono servite a noi con interruzione snack in un ristorantino all'interno. Usciti da qui alle 14.30, ci sediamo mezz'oretta in una bella caffetteria che si chiama Grand Caffè, molto curata, molto accogliente e anche abbastanza economica. Un caffè al cocco per me e smoothie al passion fruit per Gi ed è ora di tornare in hotel. Ci aspetta la trasferta con bus notturno. La partenza è prevista per le 17.00, direzione Ninh Binh, un po più a nord, a più di 500 km da quì. Previsione di arrivo domattina tra le 7.00 e le 8.00...speriamo bene.

13 Aprile 2019; Hue in boat e bus, tour guidato.


Ieri sera abbiamo deciso e prenotato, per oggi, un tour di gruppo, con guida inglese, per solcare il fiume Huong (chiamato anche fiume dei
profumi, ma non so perché) e vedere alcune attrazioni, tra cui una Pagoda importante, tre tombe mausoleo e infine ci sarebbe la cittadella (che però non faremo). Il costo del tour, con pranzo compreso, è di 10 dollari a testa, escluso ticket d'ingresso ai siti storici e bevande. Ora di partenza 8.30, che diventeranno 9.00. Siamo nella hall ad aspettare che ci vengano a prendere per portarci all'imbarcazione, un tipico Dragon Boat, nolto caratteristico. Arriva un uomo in scooter: salire! Capito; uno per volta ci accompagna al molo d'imbarco. Molte persone offrono a pagamento un passaggio in scooter ma non lo avevamo ancora sperimentato prima. Ok, siamo in barca; ci sono altre 12 persone di
nazionalità diverse. Comincia la navigazione e le foto. La navigazione è lunga e sinceramente, oltre alla poeticita’ di solcare un bel fiume di città, non c'è tanto di interessante intorno a noi. Dopo circa mezz'ora ci fermiamo a vedere la Thien Mu Pagoda, uno dei simboli della città. Ci sono molte leggende sulla Pagoda di Thien Mu (conosciuta anche come Pagoda di Linh Mu). Il nome della pagoda deriva da una leggenda. “ Molto tempo fa una vecchia donna conosciuta come Thien Mu (letteralmente "Signora celeste") apparve sulla collina dove ora sorge la pagoda. Disse alla
popolazione locale che un giorno sarebbe venuto un re e avrebbe costruito

un tempio buddista per la prosperità del paese. Nel 1601, nel sentire questa leggenda, il re Nguyen Hoang iniziò la costruzione della pagoda”.[Ulteriori costruzioni e ristrutturazioni vennero eseguite durante i secoli successivi e la Torre Phuoc Dien, all'ingresso del complesso, fu costruita nel 1864 (alcune fonti dicono il 1844) dall'imperatore Thieu Tri. La torre ha sette livelli, è alta 21 metri ed è la struttura più alta del Vietnam;cit]. A ovest della torre c'è un padiglione che ospita una gigantesca campana di bronzo, conosciuta come Dai Hong Chung. [Pesa 3285 chilogrammi ed è
udibile da 10 chilometri di distanza. Il santuario principale, noto come Dai Hung Shrine, è diviso in due segmenti separati: la sala anteriore è separata dal santuario principale da una serie di porte in legno pieghevoli. La sala del santuario custodisce tre statue del Buddha (che simboleggia vite passate, presenti e future), oltre a molte altre importanti reliquie. I residenti della Pagoda di Thien Mu - i monaci buddisti che meditando e pregano nel santuario, occupano anche il santuario Dai Hung; cit]. A proposito dei monaci, qui sono nel loro pieno quotidiano. In un’ affissione su un muro sono riportati tutti gli orari che scandiscono la loro quotidianità . Si alzano alle 3.30 e alle 4.00 fanno Kung Fu; poi fanno colazione, dopo meditazione e così via. Praticamente due volte al giorno si allenano, due volte meditando e pregano, due volte
studiano ecc. fino alle 21.30, ora di dormire. Usciti dopo circa mezz'ora da quì, risaliamo in barca. Direzione Hon Chen Temple. Non mi soffermo nella descrizione di questo sito molto importante dal punto di vista religioso, storico e culturale perché sinceramente non ci ha destato tutto questo stupore. L'ignoranza non ci aiuta probabilmente. La nostra guida non serve a molto perché parla un inglese terribile e soprattutto non sta con il gruppo; spiega qualcosa all'inizio e poi sparisce. Quindi, dal punto di vista culturale, poco abbiamo capito, dal punto di vista archittettonico è una grande schifezza. È giunta l'ora di pranzare. In barca ci aspetta un pasto frugale di tofu in umido, riso e frittatina di verdure. Se si vuole altro si sceglie da un menù e si paga a parte, compreso tutte le bevande. Noi abbiamo preso, in aggiunta, un fritto di patate e gamberi pensando al nostro fritto misto: schifezza madornale! patatine cotte probabilmente il giorno prima e gamberetti da surgela, rinsecchiti. Dopo “pranzo” si naviga verso terra, dove passeremo al bus che ci attende. Il tragitto in barca è stato noioso, lungo e interminabilmente soporifero, non lo consigliamo!
Siamo sul bus e ora andiamo a visitare 3 tombe famose della dinastia Nguyen. Ingresso per ognuna 100.000 a testa (ovvero 5 dollari ovvero 4 euro). Iniziamo con la Minh Mang Tomb. “La tomba reale di Minh Mang”; è l'ultima dimora di uno dei confuciani più fedeli della dinastia Nguyen, il cui regno rappresenta l'apice del potere di Nguyen sul paese. Molto estesa, soprattutto in lunghezza, con elementi decorativi importanti, assolutamente da visitare. Dopo 40 minuti di visita,
torniamo sull'autobus; andiamo alla seconda, la Khai Dinh Tomb. Questa tomba è stata dichiarata la più maestosa tomba imperiale di tutto il Vietnam. Costruito come un monumento e un mausoleo, ci vollero 11 anni per concluderlo, dal 1920 al 1931 ed è l’ultima tomba imperiale di Hue. Sfarzosa e molto ricca di particolari, dai mosaici in ceramica alla statua dorata dell'imperatore anziano, è, secondo noi, la più integra e, dal punto di vista estetico, la più bella. Ancora qualche km in bus e arriviamo finalmente all'ultima. Dico finalmente perché oltre ad un pochino di stanchezza c'è soprattutto troppo caldo: si gronda e di tombe ne
abbiamo quasi le “tombe” piene: è La tomba di Tu Duc. Questo luogo non è soltanto un mausoleo ma fu dimora dell’imperatore per ritrovare la quiete quotidiana. Infatti, all'interno c'è anche uno spazio adibito a piccolo teatro dove probabilmente si intratteneva. Intorno ci sono laghetti e tanto verde; un’ ampia area verde rilassante. Dal padiglione della stele, oltrepassato il lago a forma di mezzaluna, si raggiunge il sepolcro, cinto da mura, dell'imperatore, anche se leggenda narra che, in realtà, sembrerebbe che Tu Duc non venne mai sepolto qui e ancor oggi rimane ignoto il luogo che ospita le sue spoglie con il ricco corredo funerario. La tomba di Tu Duc si troverebbe sulla collina di Van Nien nel villaggio di Duong Xuan Thuong, in luogo appunto segreto: pare infatti che i 200 servitori che tumularono il
sovrano furono tutti decapitati allo scopo di mantenere il segreto e allontanare il pericoli di furti del corredo funerario. Stop! ore 15.30 si va via. Si rientra in città. Di passaggio visita a una bottega che produce incensi, ne hanno di ogni colore e aroma, uno spettacolo, relativo ai colori, quasi pirotecnico. Il caldo caldissimo ci porta dritti dritti in doccia. Trascorriamo qualche ora tra fresco, blog, foto. Si va a cena. Torniamo nella strada caotica e ci sediamo i un locale molto frequentato. Io prendo una zuppa di cui non ricordo il nome, molto saporita, speziata e piccantina al punto giusto, una specie di brodo di carne con noodles: Gi prende dei noodles di riso al Kebab, niente di ché mi dice. La marea di gente è impressionante, così come il caldo. Dopo aver visto di tutto e di più torniamo in albergo per la meritata dormita.