"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"
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21 Gennaio 2019. Da Mandalay a Nyaung Shwe

Eccoci pronti per un nuovo trasferimento.
Lasciamo Mandalay per raggiungere Nyaung Shwe sul lago Inle.
Salutiamo Mandalay, la città dissonante, alle 9 del mattino. Un taxi tuc tuc ci porta  alla stazione dei bus; è nei pressi dell'aeroporto, si chiama Chan Mya Shwe Pyi Bus Station. Avevamo acquistato i biglietti online tramite "Bookaway" per la cifra di 13$ a testa. Arrivati, con un buon anticipo, prendiamo posto sul bus e alle 9 puntuali si parte. la compagnia di trasporto è la JJExpress, bus comodissimi con tutti i confort. Il primo tratto di strada, 140 Km, sino a Meiktila, scorre liscio come l'olio, ci scappa pure il pisolino. Da lì in poi cominciamo a salire per tornanti paurosi su una strada strettissima in fase di ristrutturazione. Il paesaggio è spettacolare, nella prima parte la vegetazione è foltissima su delle colline calcaree, poi prendono il sopravvento i bananeti per lasciare infine il posto ai pini. La velocità media è di 30, 35 Km/h, non finisce più. Si sale fino a Aungpan, 1300 m circa, per poi scendere fino a 930 m. Con un paio di soste "tecniche" arriviamo, Totale viaggio 9 ore.
Siamo stanchini, giretto del paese, doccia, si cena e a nanna, buonanotte.

19 Gennaio 2019. Mingun (Mandalay)

Mingun è la terza delle 4 ex capitali che si alternarono con Mandalay alla guida del paese. La visitiamo oggi e sarà l'ultima di sto giro. Non andremo ad Inwa, l'ultima, per diversi motivi.
Mingun si trova sulla sponda opposta del fiume Irrawaddy a circa 10 Km da Mandalay.
Per arrivarci si deve andare al molo e prendere l'unico battello giornaliero che c’è. Il battello parte alle 9.00 per rientrare alle 13.00 e stop, non c'è ne sono altri. Costo del viaggio a/r é di 5000 Kyat a testa e l'ingresso a Mingun altri 5000 Kyat a testa. Il molo si raggiunge percorrendo la 26^ strada fino al fiume, appunto. Arrivati alle 10.00 circa a Mingun, iniziamo la visita alle tre attrazioni principali, consigliate da tutti i viaggiatori: la Hsinbyume Paya (Mya Thein Tan Pagoda); Mingun Bell; Mingun Paya.
La prima, la più distante dal molo (e vi suggeriamo di andare a piedi nonostante il famoso Taxi Bue, folkloristico ma lentissimo), dista circa  settecento metri da esso. È una Pagoda totalmente bianca composta da cerchi concentrici e rappresenta e richiama una mitologica montagna buddista, il Monte Meru. Molto intrigante e scenografica per foto di rito ma niente di rilevante al suo interno. La seconda meta è la Mingun bell, una grossa campana di bronzo, dicono sia la più pesante del  mondo. Era anche la più grande fino allo spodestamento da parte di altre campane,
una cinese l'altra russa. Ultimo storico edificio è il Mingun Paya, Pagoda iniziata  nel 1790 per essere la più grande della Birmania ma  incompiuta per diversi motivi (vedasi Wikipedia). Due grandi terremoti poi, nella prima metà del XIX secolo, contribuirono al suo decadimento. Un ammasso di mattoncini spaccato dalle forze della natura. Tornando verso il molo per il rientro, possiamo finalmente godere dello spettacolo della quotidianità. Molti dei locali si riversano nel fiume per lavare i panni, che vengono rigorosamente stesi a terra e per la loro igiene personale,  rigorosamente vestiti con il Lungy, mai nudi; non mancano i bambini che pescano e giocano in acqua. Rientriamo. Mandalay pomeridiana ci accoglie. Traffico, altoparlanti, gente, energia. A domani per l'ultimo giorno qui.