"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"
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9 Aprile 2019, Hoi An, tour storico.

Stamattina sveglia presto per poter visitare i siti storici della città antica. Vorremmo approfittare della scarsa presenza di turisti mattinieri. Le attrazioni turistiche sono 22 ma si possono visitare
soltanto con un biglietto cumulativo che vale 5 ticket; ogni volta che visiterete una delle attrazioni, tra le 22 elencate, vi verrà trattenuto un ticket. Ci sono pochi posti dove fare il biglietto cumulativo, che costa 120.000 dong a persona (euro 4.60) e aprono i battenti alle 9.00, quindi, qualora voleste visitare i siti nella prima mattina, vi suggeriamo di comprarli la sera prima, non hanno un tempo di scadenza. Con i biglietti vi si consegnerà una mappa dei siti. Noi ci
siamo fatti dare dei suggerimenti su quali visitare, dall'addetto al rilascio ticket.  Sono le 8.00 ma, nonostante non sia caotico come la sera, c'è gia tanto movimento. I siti scelti sono: Quam Am Pagoda, Quang Cong Temple(che praticamente sono adiacenti, vale un ingresso), Phuc Kien Assembly Hall, Old House of Tan Ky, Tran Family's Chapel e la Hoi An Traditional Art Performance House. Non abbiamo fatto il Ponte giapponese perché già visto la mattina del nostro arrivo. I primi 4
siti citati sopra sono degli edifici molto antichi con grande importanza storica e religiosa ma nella nostra ignoranza sono soprattutto delle belle e sfarzose forme di devozione agli dei, con influenze cinesi e giapponesi e un'architettura loro tipica. Da fuori, a dire il vero, sono anche bruttini ma gli interni ripagano da questo primo impatto. Sono quasi tutti edifici con commistione dei  tre stili: vietnamita, cinese, giapponese; predominante quello cinese. Alcuni di essi, come ad esempio il primo che ho indicato, sono pagode buddiste in stile cinese in cui si venerano gli dei o le dee se non della misericordia, del mare oppure la regina del cielo e chi più ne ha più ne metta. L'influenza forte del Taoismo si fa vedere. Altri siti, quelli chiamati Assembly Hall,  come da significato, sono ex templi adibiti a grandi sale conviviali, sia per motivi semplicemente relazionali ma anche professionali. La Tran Family's Chapel è, invece, la costruzione di stili diversi di una cappella di famiglia commissionata da Tran Tu che ascese al rango
di mandarino e divenne ambasciatore della Cina. Una ragazza vi spiegherà tutto gratuitamente, in lingua inglese. Molto significativa dal punto di vista architettonico per la convivenza dei diversi stili con le loro particolarità. Per concludere abbiamo visitato la Traditional Art Performance House, dove non solo ci sono degli artigiani che creano e decorano maschere di carta pesta, ma, tre volte al giorno (10.15-15.15-16.15), si può assistere ad uno spettacolo, della durata di mezz'ora, di danze e musica vietnamita, è tutto compreso nel ticket d'ingresso (sempre della serie dei cinque). La cosa è molto carina ma
in alcuni casi divertente, soprattutto quando due ballerini danzano sulle note del Danubio Blu; Carla Fracci, se fosse morta (siamo sicuri che non lo sia già?) si rivolterebbe nel sarcofago, la Abbagnato morirebbe con il cigno e la più poverina Celentano, ad Amici......oi oi😂😂😂.  Vabbè, ci hanno consolato i bravi musicisti con strumenti stranissimi e tre bellissime danzatrici, anche se mi è venuto un malore a sentire l'inno nazionale francese; anche qui la Francia ha avuto grande importanza dando un'impronta elegante e chic in tutto il paese; diamo a Cesare quel che è di Cesare...ma a me i francesi stanno indigesti. La mattinata è volata così. Non abbiamo voglia di fare i 5 km che ci separano dalla spiaggia e quindi andiamo a mangiare vicino al nostro hotel e poi a farci un tuffo in piscina. Il pomeriggio, invece,  lo trascorriamo a decidere e cercare le mete verso le quali volare una volta andati via dal Vietnam. La prima intenzione, originariamente, era quella di tornare a casa per qualche settimana prima di volare, finalmente, da Isa, negli Stati Uniti. Ora però, per tantissimi motivi, le cose cambieranno...seguiteci😉

29 Marzo 2019. Can Tho. Cai Rang Flotting Marke


Stamattina la levataccia delle 04.30 è giustificatissima: andremo a vedere i Flotting Markets, i famosi mercati galleggianti. È ancora buoio pesto quando scendiamo per strada; un uomo
che è venuto a prenderci ci indica la strada per l'imbarco.Percorriamo circa 100 metri a piedi dietro a lui e ci troviamo al molo. Tante barchette con altrettante barcaiole, timoniere donne. Una di queste, ma non la facciona simpatica di ieri, ci sorride caldamente e ci fa accomodare nella sua. Faremo un tour nei meandri dei fiumi “distributori” del delta del Mekong (di cui ho accennato ieri) che durerà circa 7 ore e che avrà come tappe importanti due mercati galleggianti e una fabbrica di noodles; costo del pacchetto per due 450.000 Dong, 15 euro circa. Questo tipo di tour è proposto  ai turisti dagli stessi albergatori ma anche direttamente sul posto, nel molo, dagli stessi barcaioli. Le cifre sono molto simili ma con l'albergo abbiamo risparmiato, strano a dirsi. Spesso i turisti
scelgono di stare in gruppo e si fanno trasportare da grosse barche dotate di guida. Altri, come noi, preferiscono la tranquillità di una barchetta. L'atmosfera è fantastica, il caldo umido della notte ci avvolge mentre percorriamo la prima parte di fiume. Ci sono ancore le luminarie della città accese in lontananza e i pali della luce che illuminano i viali adiacenti al fiume, compreso le luci dei grandi alberghi. Una mezza luna splendente e una manciata di stelle ci sovrastano. Pian piano si procede, affiancati spesso dai barconi e dalle altre barchette di turisti. Si dice a tutti che l'orario migliore per i mercati galleggianti è la mattina presto così non ci sono troppi turisti in giro e quindi tutti i turisti si ritrovano
insieme all'alba, come le nostre partenze intelligenti (Avviso Importante “suggeriamo a chi volesse mettersi in viaggio in macchina per XY, di partire alle XY per non trovare troppo traffico” e tutti partono all'ora XY e ci si ritrova imbottigliati, tutti insieme appassionatamente). Dopo circa 45 minuti di navigazione, mentre un’alba meravigliosa fa capolino e schiarisce il cielo con pennellate rosa arancio, arriviamo al primo mercato sull'acqua il Cai Rang Flotting Market. È pazzesco; una miriade di imbarcazioni che si incrociano, affiancano e trasbordano merci alimentari. Barche strapiene di ogni ben di Dio; frutta e verdura soprattutto.
Qualche imbarcazione scarica o carica dai moletti adiacenti la merce. Cucine ambulanti allestite sulle barchette fungono da mini ristori, servendo soprattutto zuppa di noodles calda. È una frenesia di interscambi e compravendite condita dalla curiosità di noi turisti. È una esperienza davvero difficile da spiegare ma che val la pena vivere se si ha la fortuna di venire qui. Barche di ogni stazza, da quelle di tre metri a quelle da venti, cariche di ogni bontà, sfilano davanti ai nostri occhi strabiliati. Lasciamo il mercato dopo una buona mezz'ora e una miriade di fotografie e continuiamo la navigazione.
Entriamo in un canale trasversale attorniato da casette/palafitta ognuna con balconcino provvisto di fiori e di immondezza sottostante, non manca mai. Nonostante ciò, la bellezza della vegetazione intorno a noi è entusiasmante. Arriviamo così ad una fabbrica artigianale di noodles. Scendiamo a conoscerne il procedimento di produzione. Ci accolgono diverse persone sorridenti e ci spiegano come funziona il tutto. Dapprima si macina il riso per ottenerne una farina che viene diluita in acqua e lasciata a macerare per qualche ora; se si vuole colorare e aromatizzare l'impasto, si aggiungono prodotti naturali: il rosso si ottiene dalla patata dolce, rossa appunto, così come il verde con spinaci o altre
verdure verdi e così via. Dopodiché si ottiene un liquido che viene cotto a vapore spalmandolo, tipo crepes, su un panno di stoffa. Una volta cotto, due minuti circa, lo si mette ad asciugare un pochino usando una sorta di “clava” di bambù intrecciato, pratica che viene subito provata da Gigi che si cimenta a farlo. Infine, questa crepes gigante si taglia a spaghetto, facendola passare all'interno di un macchinario. Una volta fatta la “matassa” di spaghettini, si fa essiccare definitivamente all'aria. Assaggiamo qualcosa tra cui quelli fritti, buonissimi. Risaliamo nella nostra imbarcazione e, usciti dal canale, riprendiamo a percorrere il fiume principale. Percorriamo tanti km di bellissimi scenari, fino a raggiungere il secondo mercato.
Fhon Dien Flotting Market, questo a dire il vero non è un granché; si tratta di poche barche allestite di sola frutta da vendere soprattutto ai turisti che, come noi, sono giunti fin qua. Non vale assolutamente la pena farsi portare fin qui per vedere questa trovata turistica se non per il paesaggio che la precede. Continuiamo ancora la navigazione prendendo la via del rientro; il sole inizia a scaldare tanto. Il nostro comandante percorre una via alternativa a quella di andata, imboccando un altro canale trasversale. È abbastanza stretto e a tratti anche poco profondo tant'è che si rende necessario procedere a remi anziché a motore. Curioso il loro modo di vogare: a remi incrociati; la nostra comandante è bravissima.
La scenografia è sempre più ricca di fauna e flora, soprattutto alberi da frutto. Banani, mango, papaia verde e chi più ne ha più ne metta, nascono spontaneamente come da noi il fico d'india, dappertutto. Sbuchiamo nei pressi del primo grande mercato visto stamattina, sono circa le 12.00 e questo è agli sgoccioli. Hanno praticamente tirato i remi in barca, il giusto riposo dopo una giornata di lavoro. Procediamo; ora, con la luce piena del sole le condizioni del fiume ci appaiono nella loro cruda realtà. Tutta la poesia svanisce per lasciar posto a quella che, ormai, devasta il mondo: la plastica. Ne galleggia di ogni forma e specie ma le situazioni peggiori sono a bordo fiume, in particolar modo dove vi sono
abitazioni; cumuli di immondezza spaventosi. Si incastrano tra rami, reti ed elica dei motori, compreso il nostro. Ogni tanto la signora alla guida è costretta a tirare su l'elica per liberarla dall'inesorabile busta di plastica che le si è avvolta attorno. Tralasciamo le impressioni e le considerazioni che abbiamo fatto in merito a tutto questo perché davvero complesse. Alle 13.00 siamo di nuovo sul molo dal quale siamo partiti stamattina. Caldo, caldissimo, fame famissima, cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti. Il Vietnam è famoso, tra le tante cose, per il buon cibo e le ottime zuppe. Ci viene l'ispirazione, nonostante il caldo, di mangiare proprio questo. Ci facciamo preparare una zuppa ai frutti di mare e verdure che si cuoce sul tavolo; praticamente ti portano tutto a crudo e tu devi cuocerti tutto all'interno di un pentolino alimentato dal fuoco, in cui c'è già un brodo di acqua e spezie (un si sistema di cottura trovato spesso anche in Laos).
Con la pancia piena e soddisfatti di tutto, rientriamo in ostello dove ci attende una mega doccia e un po di rilassamento al fresco. La sera usciamo per le vie limitrofe dove viene allestito un mercato di street food notturno; ci sono tantissime specialità che vengono cotte al momento e noi non ce ne priviamo. Gironzoliamo fino a tarda sera e rientriamo per la meritata nanna.